La libertà dei media deve rimanere al primo posto delle nostre preoccupazioni

Il CESE si unisce agli sforzi dell'UE per invertire la preoccupante tendenza verso una contrazione delle libertà dei media e un aumento, invece, delle restrizioni all'indipendenza giornalistica, da attribuire alla crescente pressione esercitata da varie strutture di potere e di impresa, dalla scarsa retribuzione, dalla concentrazione della proprietà dei media e dal proliferare di notizie false sui media sociali ed altri canali.

In un dibattito svoltosi alla presenza di Julie Majerczak, responsabile dell'ufficio di Bruxelles di Reporter senza frontiere, e Ricardo Gutiérrez, segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, in occasione della sessione plenaria di settembre, il CESE ha espresso preoccupazione per il fatto che i giornalisti sono sempre più spesso vittima di attacchi sia verbali che fisici, con 16 giornalisti uccisi dal 2015 ad oggi.

"Assistiamo a tendenze in Europa che sono inaccettabili. La libertà e la diversità dei media sono i presupposti per il buon funzionamento della democrazia e riguardano pertanto tutti noi. Il giornalismo professionale non potrà mai essere sostituito da algoritmi, servizi di aggregazione delle notizie e reti sociali" ha dichiarato la Presidente del CESE Christa Schweng.

Il CESE ha aderito alle iniziative lanciate di recente dalla Commissione europea, tra cui la Raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti, presentata la scorsa settimana dalla commissaria Věra Jourová. Ha inoltre accolto con favore il discorso sullo stato dell'Unione, in cui la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato il piano relativo a una "legge europea per la libertà dei media".

Tuttavia, nel parere dal titolo Garantire la libertà e la diversità dei media in Europa adottato in plenaria, il CESE ha invitato la Commissione ad avvalersi di un regime generale di condizionalità e ad imporre sanzioni di bilancio, senza esitazione, agli Stati membri in cui una grave minaccia incombe sulla libertà e sul pluralismo dei media.

Il relatore del parere del CESE Christian Moos ha avvertito che "le raccomandazioni sulla protezione e la sicurezza dei giornalisti non saranno sufficienti. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Gli Stati membri che soffocano la libertà dei media devono essere esclusi da Next Generation EU. Occorre applicare il regime di condizionalità. L'Ungheria e la Polonia si stanno adoperando per sopprimere la libertà dei media, se non l'hanno già fatto. I loro governi devono ristabilire la democrazia e lo Stato di diritto perché, in caso contrario, non potranno continuare ad essere membri dell'UE, che garantisce per legge la democrazia e lo Stato di diritto e, quale premessa indispensabile per entrambi, la libertà dei media.

Majerczak e Gutiérrez hanno espresso il loro sostegno al parere del CESE e all'azione dell'UE a garanzia della libertà e del pluralismo dei media, sottolineando però l'importanza di assicurare che le raccomandazioni e il piano proposto dalla Commissione non restino lettera morta. (ll)