Un dibattito organizzato dal CESE sulle sfide e le prospettive per le PMI nell'UE ha accolto con favore le misure annunciate nel discorso sullo stato dell'Unione e ha esaminato le proposte del Comitato volte a facilitare i trasferimenti di imprese, pur senza nascondere la preoccupazione per il numero crescente di questi passaggi di proprietà. 

Nella giornata della sessione plenaria del CESE del 22 settembre si è tenuto un dibattito sul tema Le PMI in Europa: sfide e prospettive, con interventi di David Clarinval, ministro federale belga per le PMI, Isabelle Schömann, segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (CES/ETUC), eVéronique Willems, segretaria generale di SMEunited; in tale occasione è stato anche presentato un parere del Comitato sui trasferimenti di imprese nell'UE.

Clarinval ha tracciato un quadro della situazione attuale delle PMI belghe con luci e ombre, sottolineandone i punti di forza - la digitalizzazione, l'innovazione, l'accesso ai finanziamenti - ma anche i punti deboli, come la carenza di personale qualificato, l'indicizzazione automatica dei salari o i ritardi nei pagamenti. "Il mercato unico è fondamentale per queste imprese", ha dichiarato il ministro belga, ma non è sempre perfetto, e anche oggi le risposte date ai problemi dell'energia potrebbero in molti casi rimanere limitate al livello nazionale" Ha poi descritto le misure messe in campo dalle autorità belghe per aiutare le imprese a far fronte alla crisi energetica, insistendo in particolare sui regimi di flessibilità per i pagamenti. 

Schömann ha riconosciuto che è certamente un'ottima cosa offrire un sostegno alle PMI in questo difficile periodo, rivedendo le norme sugli aiuti di Stato e la politica di concorrenza. È un bene investire nell'istruzione, nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione professionale per aiutare le aziende ad affrontare le transizioni verde e digitale, ma sarebbe un errore per le tutte imprese, PMI incluse, guardare alla dimensione sociale della duplice transizione soltanto attraverso il prisma delle competenze. Come è accaduto durante le crisi registrate negli ultimi tempi, ha affermato che "non è accettabile che le imprese, poco importa se grandi o piccole, abbiano un accesso incondizionato al denaro pubblico. Si devono imporre condizioni sociali per preservare i posti di lavoro: un'occupazione di qualità che comprenda anche l'effettivo esercizio della democrazia sul luogo di lavoro attraverso l'informazione e la consultazione dei lavoratori. Anticipare il cambiamento non è una questione che riguardi soltanto le imprese: va affrontata insieme dalle aziende e dai lavoratori, se si vuole che tutti aderiscano alle misure che verranno messe in campo.

Willems ha accolto positivamente le nuove misure annunciate nel discorso sullo stato dell'Unione della Presidente della Commissione, in particolare il tetto massimo ai profitti dei produttori di energia elettrica e il pacchetto di aiuti per le PMI in difficoltà, ma soprattutto la direttiva sui ritardi di pagamento, poiché afferma che "è semplicemente ingiusto che un fallimento su quattro sia dovuto a ritardi nei pagamenti delle fatture. Nel corso di questo mandato la Commissione ha lanciato numerose iniziative che avranno un impatto sulle PMI. Ma non si può ancora dire che ci troviamo di fronte a un quadro giuridico favorevole a questo tipo di imprese", ha aggiunto la segretaria generale di SMEunited, indicando gli elementi che la sua organizzazione considera tuttora assenti dalle proposte, e in particolare la necessità di rafforzare l'efficacia del test PMI e di alleggerire gli oneri legati alla regolamentazione: "l'approccio one in, one-out non è sufficiente. Dobbiamo lavorare con un approccio one in, more-out", ha concluso. (dm)