Non solo verde e digitale: il futuro dell'Europa deve anche essere più democratico

La ricostruzione dopo la pandemia deve essere un'opportunità per riedificare l'Europa su una nuova base di partecipazione democratica. Sarebbe uno sbaglio enorme far decidere il destino e il futuro di tanti da così pochi: sono queste le parole ascoltate nell'edizione 2021 delle giornate della società civile del CESE.

Le Giornate della società civile del CESE, intitolate "Una ripresa sostenibile per il futuro dei cittadini europei", si sono svolte dal 1° al 5 marzo, offrendo cinque giorni di dibattiti interattivi on line cui hanno partecipato oltre 1.400 persone che si sono collegate anche da luoghi lontani come l'Africa, l'Asia, l'America del Nord e del Sud.

Gli oratori hanno individuato un aspetto positivo risultante dalla pandemia nel senso che, nonostante abbia costretto a rinviare la Conferenza sul futuro dell'Europa, essa ha anche portato alla ribalta il ruolo delle organizzazioni delle società civile come pilastro a supporto di governi che faticano a gestire una crisi di queste proporzioni. Quale prova migliore, hanno chiesto, del fatto che la società civile merita un posto al tavolo che deciderà sul futuro dell'Europa?

"Mi compiaccio che la Commissione attribuisca una tale importanza al coinvolgimento dei cittadini nella Conferenza sul futuro dell'Europa", ha detto la Presidente del CESE Christa Schweng. "Potete star sicuri che il Comitato darà un contributo sostanziale ai dibattiti, coinvolgendo lavoratori, datori di lavoro e la società civile organizzata, e i suoi membri fungeranno da moltiplicatori e ambasciatori, portando il dibattito all'interno delle loro organizzazioni.

A conferma del ruolo guida svolto dalle organizzazioni giovanili nei seminari Brikena Xhomaqi, copresidente del gruppo di collegamento che ha coorganizzato l'evento, ha chiuso i lavori affermando: "Invito tutti a fare della solidarietà tra le generazioni il nostro asse per la ripresa sostenibile dell'Europa."

Le conclusioni degli otto seminari hanno delineato un percorso per un futuro migliore per i cittadini europei, sottolineando la necessità, tra l'altro, di:

  • rafforzare gli organismi intermedi (organizzazioni della società civile, partiti, sindacati ecc.), espandere l'istruzione civica e digitale e creare assemblee decisionali di cittadini;
  • accrescere la consapevolezza dell'economia sociale come modello economico valido per una ripresa sostenibile che vada al di là del profitto e aiuti a combattere le disuguaglianze e i cambiamenti climatici, riservandole fondi nel piano di ripresa e in Next Generation EU;
  • investire nella cultura e nell'istruzione per costruire un'Europa futura più resiliente e sostenibile. Investire nelle infrastrutture fisiche non basta: è sulle persone che la ripresa deve incentrarsi;
  • depoliticizzare e studiare meglio l'opzione del reddito universale di base e di regimi di garanzia dell'occupazione come soluzioni praticabili, positive per le persone e per il pianeta; 
  • dare ai giovani l'opportunità di partecipare in modo sostanziale e di poter mantenere quest'impegno di partecipazione in tutt'Europa, facendosi ascoltare non solo su questioni che li riguardano in quanto giovani, ma anche su tutta una serie di politiche;
  • assicurare che il Green deal europeo contribuisca più efficacemente a eliminare la povertà, l'ingiustizia e la disuguaglianza di genere;
  • accelerare la ristrutturazione degli immobili in Europa sensibilizzando alle sfide e alle opportunità che ciò comporta e mobilitando i gruppi della società civile come i rappresentanti dei proprietari di immobili e degli architetti per conseguire gli obiettivi dell'ondata di ristrutturazioni in Europa;
  • coinvolgere strettamente le organizzazioni della società civile nell'attuazione dei piani nazionali di ripresa, invertendo la tendenza evidenziatasi nella fase di preparazione in cui la partecipazione è stata limitata. Far comprendere ai politici il valore del volontariato non solo sotto l'aspetto del prodotto delle ore dedicate a tale attività, ma anche come espressione dei valori europei e come un esempio, capace di indurre una cambiamento, di una società basata sulla solidarietà, l'inclusione e i principi democratici che vogliamo definiscano l'Europa.

Le conclusioni integrali delle giornate della società civile saranno pubblicate a breve nel sito web del CESE. (dm)