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European Economic and Social Committee A bridge between Europe and organised civil society

MARCH 2021 | IT

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Editoriale

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,
in questo mese, ogni anno si celebra la giornata internazionale delle donne, ma anche quest’anno la ricorrenza dell’8 marzo ci ricorda purtroppo quanto sia ancora lungo il lavoro da fare per far sì che le donne riescano a far parte in maniera piena e compiuta della società.

Le donne sono sottorappresentate nelle istanze decisionali a livello politico ed economico, hanno un tasso di occupazione più basso e guadagnano meno rispetto agli uomini.

Inoltre, l’attuale pandemia e la crisi economica globale hanno reso evidente come le donne, insieme ai giovani, siano le categorie che stanno pagando il prezzo più alto e come molte delle conquiste faticosamente realizzate nel corso degli ultimi decenni, rischiano di essere vanificate. Sulle donne grava infine il peso del lavoro di cura domestico, non retribuito, e la convivenza forzata in tempi di lockdown spesso determina l’aumento dei casi di violenza di genere.

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Care lettrici/cari lettori,

in questo mese, ogni anno si celebra la giornata internazionale delle donne, ma anche quest’anno la ricorrenza dell’8 marzo ci ricorda purtroppo quanto sia ancora lungo il lavoro da fare per far sì che le donne riescano a far parte in maniera piena e compiuta della società.

Le donne sono sotto rappresentate nelle istanze decisionali a livello politico ed economico, hanno un tasso di occupazione più basso e guadagnano meno rispetto agli uomini.

Inoltre, l’attuale pandemia e la crisi economica globale hanno reso evidente come le donne, insieme ai giovani, siano le categorie che stanno pagando il prezzo più alto e come molte delle conquiste faticosamente realizzate nel corso degli ultimi decenni, rischiano di essere vanificate. Sulle donne grava infine il peso del lavoro di cura domestico, non retribuito, e la convivenza forzata in tempi di lockdown spesso determina l’aumento dei casi di violenza di genere.

Per questo è necessario affrontare urgentemente e con determinazione le disuguaglianze e le discriminazioni ancora esistenti. Non possiamo sprecare altro tempo e dobbiamo vigilare affinché la dimensione di genere sia inserita in tutte le politiche attraverso misure specifiche.

La Commissione Europea, per la prima volta presieduta da una donna, Ursula von der Leyen, ha promesso da subito di occuparsi di parità di genere e di adottare misure che colmino i divari ancora esistenti tra uomini e donne nel mercato del lavoro, nei salari, nei posti apicali delle aziende, nella rappresentanza politica: e in questo senso, la proposta di direttiva sulla trasparenza salariale, presentata il 4 marzo, rappresenta un primo passo importante nella giusta direzione.

Ma è soprattutto necessario un cambiamento culturale profondo, che abbatta gli stereotipi di genere per consentire una piena uguaglianza. Il CESE è impegnato in questa battaglia e contribuirà attraverso i suoi pareri a migliorare la situazione, con l'obiettivo di influenzare le istituzioni europee ma anche le organizzazioni che rappresenta. È una battaglia che dobbiamo fare tutti insieme, uomini e donne, per rendere la società veramente paritaria e consegnare un mondo migliore ai nostri figli.


Giulia Barbucci

Vicepresidente del CESE responsabile del Bilancio

 

Date da ricordare

30 marzo 2021, Bruxelles (a distanza)

Avvio della vaccinazione anti COVID-19 e persone con disabilità

15 aprile 2021 (a distanza)

La co-creazione dei servizi d'interesse generale: il ruolo dei cittadini e delle loro associazioni

27-28 aprile 2021, Bruxelles (a distanza)

Sessione plenaria del CESE

Una domanda a…

Nella nostra sezione intitolata "Una domanda a…" invitiamo i membri del CESE a rispondere a una domanda su un tema di attualità che ci sembra particolarmente pertinente.

Nell'edizione di marzo abbiamo chiesto a Baiba Miltovica, presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, di condividere il suo punto di vista con i lettori di CESE Info sul ruolo del trasporto ferroviario in relazione agli obiettivi del Green Deal europeo, in particolare nel contesto dell'Anno europeo delle ferrovie 2021. (ehp)

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Nella nostra sezione intitolata "Una domanda a…" invitiamo i membri del CESE a rispondere a una domanda su un tema di attualità che ci sembra particolarmente pertinente.

Nell'edizione di marzo abbiamo chiesto a Baiba Miltovica, presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, di condividere il suo punto di vista con i lettori di CESE Info sul ruolo del trasporto ferroviario in relazione agli obiettivi del Green Deal europeo, in particolare nel contesto dell'Anno europeo delle ferrovie 2021. (ehp)

Sviluppare un sistema ferroviario più resiliente ed efficace

CESE Info: "Il 2021 è stato proclamato Anno europeo delle ferrovie. Il progetto ha come finalità principale quella di contribuire al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo nel settore dei trasporti, concentrandosi specificamente sul ruolo del trasporto ferroviario
Tendendo presente questo contesto, che cosa pensa dell'idea di un approccio dinamico per promuovere l'uso dei trasporti ferroviari?

Baiba MILTOVIČA: presidente della sezione TEN

L'Unione europea ha dichiarato il 2021 Anno europeo delle ferrovie per incoraggiare i cittadini a usare più intensamente i servizi ferroviari nella loro vita quotidiana. Le ragioni principali che impediscono alle persone di scegliere quotidianamente i servizi ferroviari variano da un paese europeo all'altro, ma quelle cruciali sono: prezzi dei biglietti non competitivi, mancanza di comfort e cattivi collegamenti, nonché lunghi tempi di viaggio.

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CESE Info: " Il 2021 è stato proclamato Anno europeo delle ferrovie. Il progetto ha come finalità principale quella di contribuire al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo nel settore dei trasporti, concentrandosi specificamente sul ruolo del trasporto ferroviario.
Tendendo presente questo contesto, che cosa pensa dell'idea di un approccio dinamico per promuovere l'uso dei trasporti ferroviari?

Baiba MILTOVIČA: presidente della sezione TEN

L'Unione europea ha dichiarato il 2021 Anno europeo delle ferrovie per incoraggiare i cittadini a usare più intensamente i servizi ferroviari nella loro vita quotidiana. Le ragioni principali che impediscono alle persone di scegliere quotidianamente i servizi ferroviari variano da un paese europeo all'altro, ma quelle cruciali sono: prezzi dei biglietti non competitivi, mancanza di comfort e collegamenti scarsi, nonché lunghi tempi di viaggio.

Malgrado le speranze riposte nell'assegnazione di un posto centrale al trasporto ferroviario nella ripresa verde e nonostante la proclamazione del 2021 come Anno europeo delle ferrovie, i responsabili decisionali dell'UE hanno prodotto solo piccoli miglioramenti negli anni scorsi e non hanno garantito ai consumatori diritti saldi e che possano essere fatti valere applicabili a tutti i tipi di servizi ferroviari in tutta l'UE. Per questa ragione abbiamo molto lavoro da fare.

Per esempio, secondo l'Ufficio europeo delle Unioni di Consumatori (BEUC): nel caso di acquisto di un biglietto combinato venduto da un'azienda ferroviaria o da società sue partecipate detenute al 100%, i passeggeri beneficeranno dei loro diritti per tutto il percorso. Si tratta di un miglioramento, dato che attualmente gli operatori ferroviari tendono a vendere biglietti solo per tratte di un viaggio, il che consente loro di aggirare gli obblighi relativi al risarcimento, agli itinerari alternativi e all'assistenza, a scapito dei passeggeri. Tuttavia, sebbene questo sia un miglioramento, il suo campo di applicazione sarà limitato in quanto le imprese ferroviarie beneficeranno di scappatoie per sottrarsi dall'obbligo di fornire biglietti globali. Le nuove norme stabiliscono che le imprese collegate devono essere detenute al 100 % dalla società madre per essere soggette a tale obbligo. Di fatto ciò esclude molti biglietti relativi a collegamenti ferroviari (per es. i servizi di un viaggio combinato Lione-Parigi - Parigi-Bruxelles forniti rispettivamente dalle ferrovie francesi (SNCF) e da Thalys non saranno coperti).

Per quanto riguarda le esenzioni nazionali esistenti concesse dagli Stati membri alle compagnie ferroviarie, due terzi dei servizi ferroviari dell'UE sono esenti dall'applicazione della legislazione sui diritti dei passeggeri e si tratta, per lo più, di servizi suburbani e regionali. Tali esenzioni sono inaccettabili e rappresentano un vero ostacolo a una maggiore capacità di attrazione del trasporto ferroviario.

La crisi della pandemia di COVID-19 ha mostrato che le ferrovie possono garantire in circostanze eccezionali trasporti veloci di beni essenziali come prodotti alimentari, medicine e carburante. Il settore è stato duramente colpito dalla crisi, con un notevole calo del numero di passeggeri dovuto a misure restrittive degli spostamenti. Le esperienze acquisite durante la crisi della pandemia di COVID-19 devono essere utilizzate per sviluppare un sistema ferroviario più resiliente ed efficace. La pianificazione della resilienza deve essere adottata in stretta consultazione con le parti sociali e le organizzazioni della società civile.

L'Anno europeo delle ferrovie 2021 offre un'ottima opportunità per fare il punto sugli sviluppi fino a questo momento e per stabilire obiettivi per il futuro. A questo proposito, la sezione TEN del CESE sta elaborando, su richiesta della presidenza portoghese, un parere esplorativo sul tema Lo spazio ferroviario europeo unico e prevede di organizzare un convegno al CESE nell'autunno del 2021.

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L'ospite a sorpresa

Ogni mese presentiamo un ospite a sorpresa, un personaggio noto che ci offre il suo punto di vista sull'attualità: un soffio di aria fresca per ampliare i nostri orizzonti, trovare nuove ispirazioni e conoscere meglio il mondo di oggi. Per l'edizione di marzo siamo lieti di accogliere Herman van Rompuy, il primo Presidente del Consiglio europeo, che ci presenta la sua visione delle attuali sfide per l'Europa.

Herman van Rompuy, presidente del Centro di politica europea, è un politico belga ed europeo ed è stato primo ministro del Belgio (2008-2009). In qualità di Presidente del Consiglio europeo (2009-2014), ha svolto un ruolo fondamentale nella risposta dell'UE alla crisi finanziaria e nel rafforzamento del quadro della governance economica europea.

 

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Ogni mese presentiamo un ospite a sorpresa, un personaggio noto che ci offre il suo punto di vista sull'attualità: un soffio di aria fresca per ampliare i nostri orizzonti, trovare nuove ispirazioni e conoscere meglio il mondo di oggi. Per l'edizione di marzo siamo lieti di accogliere Herman van Rompuy, il primo Presidente del Consiglio europeo, che ci presenta la sua visione delle attuali sfide per l'Europa.

Herman van Rompuy, presidente del Centro di politica europea, è un politico belga ed europeo ed è stato primo ministro del Belgio (2008-2009). In qualità di Presidente del Consiglio europeo (2009-2014), ha svolto un ruolo fondamentale nella risposta dell'UE alla crisi finanziaria e nel rafforzamento del quadro della governance economica europea.

Come Presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy ha contribuito a dirigere l'Unione in un periodo caratterizzato da grandi sfide, come la crisi del debito sovrano, le minacce alla sopravvivenza della moneta unica e una serie di crisi a livello internazionale, come pure da ampi dibattiti sulla via da seguire per l'integrazione europea.

Ha presieduto 28 riunioni del Consiglio europeo, 5 riunioni informali e 11 vertici euro, riuscendo a trovare un equilibrio tra il suo ruolo di mediatore e l'esigenza di imprimere uno slancio per le riforme necessarie. Ha svolto un ruolo importante nel lancio dei programmi di assistenza finanziaria (in otto paesi) e dei meccanismi di assistenza finanziaria (fondo europeo di stabilità finanziaria e meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria nel 2010, meccanismo europeo di stabilità nel 2012), dell'Unione bancaria (meccanismo di vigilanza unico e meccanismo di risoluzione unico, entrambi attivi dal 2014), del quadro della governance economica (semestre europeo, "six-pack", trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance, "two-pack") e della strategia economica decennale dell'Unione (Europa 2020).

Ha pubblicato nove libri, in uno dei quali, Europe in the storm: promise and prejudice (2014), racconta la sua esperienza europea. È stato inoltre insignito di numerose onorificenze e premi, tra cui il Premio Carlo Magno (2014). È l'autore di un gran numero di haiku e, per sua gentile concessione, i lettori di CESE Info avranno l'opportunità di conoscerne alcuni. (ehp)

Herman van Rompuy: ''Non è tempo di catastrofismi"

Dal 2008 stiamo vivendo una crisi dopo un'altra, la cosiddetta "crisi multiforme", tanto che molte persone continuano a chiedersi che cosa potrà succedere ancora, il che mostra fino a che punto sono aumentate la paura e l'incertezza. La maggior parte delle crisi sono importate e questo è vero. Ma è anche vero che l'Unione è comunque riuscita a superare tutti i pericolosi ostacoli che ne hanno talvolta minacciato l'esistenza. E se da questo punto di vista ce la sappiamo cavare bene, come ce la caviamo invece con le sfide positive che ci troviamo a fronteggiare allo stesso tempo? Siamo altrettanto bravi?

Vedere come l'Unione utilizza il Fondo per la ripresa, concepito per contrastare l'impatto sociale ed economico della pandemia, al fine di accelerare la transizione ambientale e digitale, mi riempie di fiducia! Stiamo combinando la gestione delle crisi con una visione a lungo termine, e questa è la cosa più difficile da fare oggi in politica, dove domina l'ossessione per il pensiero e l'azione a breve termine.

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Dal 2008 stiamo vivendo una crisi dopo un'altra, la cosiddetta "crisi multiforme", tanto che molte persone continuano a chiedersi che cosa potrà succedere ancora, il che mostra fino a che punto sono aumentate la paura e l'incertezza. La maggior parte delle crisi sono importate e questo è vero. Ma è anche vero che l'Unione è comunque riuscita a superare tutti i pericolosi ostacoli che ne hanno talvolta minacciato l'esistenza. E se da questo punto di vista ce la sappiamo cavare bene, come ce la caviamo invece con le sfide positive che ci troviamo a fronteggiare allo stesso tempo? Siamo altrettanto bravi?

Vedere come l'Unione utilizza il Fondo per la ripresa, concepito per contrastare l'impatto sociale ed economico della pandemia, al fine di accelerare la transizione ambientale e digitale, mi riempie di fiducia! Stiamo combinando la gestione delle crisi con una visione a lungo termine, e questa è la cosa più difficile da fare oggi in politica, dove domina l'ossessione per il pensiero e l'azione a breve termine.

Il conseguimento della neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050 non è soltanto letteralmente vitale per la nostra sopravvivenza ma dovrebbe anche aiutarci a mantenere la nostra economia competitiva. Non dobbiamo ripetere gli stessi errori commessi con la rivoluzione digitale. Abbiamo quasi perso questa opportunità.

Una politica reale in materia di clima ci aiuterà anche a raggiungere un altro obiettivo centrale: l'autonomia strategica dell'Unione o una qualche forma di sovranità europea. Una politica climatica ci consentirà di ridurre ed evitare le importazioni di combustibili fossili come il gas russo. Il Green Deal avrà un impatto positivo sulle questioni climatiche ed economiche e renderà l'UE più autonoma. Nessuno di questi aspetti può essere considerato in maniera isolata, poiché sono tutti interdipendenti.

Andrò oltre: se l'Unione intende svolgere un ruolo geopolitico, deve mostrarsi competitiva, perché è l'economia che stabilisce l'equilibrio di potere nel mondo. Per questo motivo la transizione ambientale e digitale è così importante. Ecco perché dobbiamo continuare a parlare con una sola voce sul tema del commercio, come abbiamo fatto con la Brexit, con la serie di accordi di libero scambio che abbiamo concluso, ad esempio con la Cina sugli investimenti e con il Giappone. Anche durante l'era Trump, il Presidente della Commissione è riuscito a evitare una guerra commerciale perché siamo rimasti uniti. Ma dal punto di vista geopolitico potremo veramente contare solo se diventeremo molto meno dipendenti da altri attori globali in molti settori: tecnologie digitali, energia, migrazione, servizi finanziari (qui dovremo anche ridurre la nostra dipendenza dalla City e dal dollaro), alimentazione, sanità pubblica, ecc. E questo obiettivo può essere raggiunto solo unendo le forze a livello industriale. Oltre alle dimensioni conta anche la scala. Noi infatti stiamo compiendo progressi in tutti questi settori ma talvolta i progressi sono troppo lenti. Dobbiamo quindi pensare in modo più strategico, meno ingenuo e più europeo.

Spero che la Conferenza sul futuro dell'Europa possa concentrarsi anche sulle nostre sfide interne. Viviamo in un mondo nuovo dal punto di vista tecnologico, demografico, economico, ambientale e geopolitico. Tutti questi sviluppi si verificano più rapidamente di quanto abbiamo pensato o temuto. Già è proprio così: tutto è diventato urgente.

Nell'Unione, dobbiamo fare attenzione a mantenere o a ripristinare la stabilità sociale e politica. La pandemia, oltre a esacerbare vecchie disuguaglianze ne ha create di nuove. I mercati del lavoro sono sempre più divisi tra persone meno istruite e persone più istruite, quindi alcuni gruppi rischiano di sentirsi abbandonati, soprattutto ora che la rivoluzione digitale sembra essere iniziata. Il Fondo per la ripresa e l'acquisto congiunto di vaccini dimostrano che esiste una solidarietà europea. Anche a livello nazionale c'è ancora molto da fare per migliorare la coesione sociale. La pandemia ha provocato un aumento spettacolare del numero di poveri, e contestualmente, dopo decenni di declino, la povertà estrema è nuovamente aumentata in tutto il mondo. La coesione sociale è, a giusto titolo, un tema molto caro al Comitato economico e sociale europeo. A livello politico, alcune azioni intraprese in diversi paesi hanno compromesso lo Stato di diritto e la libertà di espressione e dei media e quindi le elezioni stesse. E ciò ha innescato una reazione.

Non siamo certamente a corto di sfide, pertanto dobbiamo assicurarci di essere pronti, disponibili e in grado di affrontarle insieme. Ecco perché non servono catastrofisti, ma persone, governi e organizzazioni pieni di speranza.

Herman van Rompuy, presidente del Centro di politica europea

The old poet speaks softly

We are pleased to present to you a series of haikus, grouped under the title “The old poet speaks softly”, originally written in French language, offered to us by their author, Herman van Rompuy.

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We are pleased to present to you a series of haikus, grouped under the title “The old poet speaks softly”, originally written in French language, offered to us by their author, Herman van Rompuy.

The old poet speaks softly     

The sunlight in the puddle
The tree reflected in it
A double life

***

A leaf the size of a hand
In the hand of a child
Life holds death

***

The sea is silent
The old poet speaks softly
Even the camellias listen

Herman van Rompuy

Le vieux poète parle doucement

Nous avons le plaisir de vous présenter une série de haïkus, sous le titre commun "Le vieux poète parle doucement", que nous a offerts leur auteur, Herman van Rompuy.

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Nous avons le plaisir de vous présenter une série de haïkus, sous le titre commun "Le vieux poète parle doucement", que nous a offerts leur auteur, Herman van Rompuy.

Le vieux poète parle doucement
 

La lumière du soleil dans la flaque

L'arbre qui s'y reflète

Une double vie

***

Une feuille de la taille d'une main

Dans la main d'un enfant

La vie tient la mort

***

La mer se tait

Le vieux poète parle doucement

Même les camélias écoutent

Herman van Rompuy

Notizie dal CESE

Conferenza sul futuro dell'Europa: il CESE si impegna a dare il suo fattivo contributo al successo dell'evento

Dichiarazione della Presidente del CESE Christa Schweng

Esprimo tutto il mio compiacimento per la firma della dichiarazione congiunta della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la Conferenza sul futuro dell'Europa. Il Comitato economico e sociale europeo attende con impazienza di poter contribuire attivamente ai dibattiti nel quadro dell'evento, al quale partecipa in qualità di osservatore.

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Dichiarazione della Presidente del CESE Christa Schweng

Esprimo tutto il mio compiacimento per la firma della dichiarazione congiunta della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la Conferenza sul futuro dell'Europa. Il Comitato economico e sociale europeo attende con impazienza di poter contribuire attivamente ai dibattiti nel quadro dell'evento, al quale partecipa in qualità di osservatore.

Sono molto lieta che sia stata ribadita tutta l'importanza che hanno il ruolo e il coinvolgimento della società civile organizzata nella Conferenza. Il CESE si appresta con grandi aspettative ad elaborare un proprio contributo valido e significativo all'evento, lavorando a stretto contatto con centinaia di organizzazioni rappresentate dai nostri membri. Siamo pronti a mettere a disposizione le nostre competenze specifiche provenienti dalla base per contribuire ai lavori su una nuova e convincente narrativa per l'UE.

La Conferenza sul futuro dell'Europa rappresenta un'opportunità senza precedenti per le nostre società nell'Unione europea. Imprese, lavoratori, agricoltori, consumatori e ONG hanno finalmente la possibilità di partecipare in modo strutturato e di avere voce in capitolo nel dare forma alle future politiche dell'UE - un coinvolgimento al tempo stesso necessario e urgente per far sorgere un sentimento di adesione alla loro Unione europea. L'obiettivo di plasmare il futuro di un'Unione europea che emergerà ancora più forte dalla crisi della COVID-19 può essere raggiunto solo attraverso un impegno attivo con i cittadini e altre parti interessate di ogni estrazione sociale.

La pandemia ha reso il dibattito sul futuro dell'Europa e sulle relative sfide più importante che mai, e anche più opportuno rispetto al momento storico di quanto non sia mai stato finora. Dobbiamo trarre degli insegnamenti da questa crisi e portare avanti una riflessione più approfondita su come rafforzare la resilienza delle nostre società e delle nostre economie. Tra altri temi di rilievo che verranno affrontati nel corso della Conferenza, citiamo anche le prospettive di un'Europa resiliente nel periodo post-COVID-19 che sia prospera sul piano economico, inclusiva su quello sociale e sostenibile su quello ambientale e che trovi delle risposte al dilemma della scelta tra sovranità nazionale e necessità di elaborare soluzioni europee comuni.

Non solo verde e digitale: il futuro dell'Europa deve anche essere più democratico

La ricostruzione dopo la pandemia deve essere un'opportunità per riedificare l'Europa su una nuova base di partecipazione democratica. Sarebbe uno sbaglio enorme far decidere il destino e il futuro di tanti da così pochi: sono queste le parole ascoltate nell'edizione 2021 delle giornate della società civile del CESE.

Le Giornate della società civile del CESE, intitolate "Una ripresa sostenibile per il futuro dei cittadini europei", si sono svolte dal 1° al 5 marzo, offrendo cinque giorni di dibattiti interattivi on line cui hanno partecipato oltre 1.400 persone che si sono collegate anche da luoghi lontani come l'Africa, l'Asia, l'America del Nord e del Sud.

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La ricostruzione dopo la pandemia deve essere un'opportunità per riedificare l'Europa su una nuova base di partecipazione democratica. Sarebbe uno sbaglio enorme far decidere il destino e il futuro di tanti da così pochi: sono queste le parole ascoltate nell'edizione 2021 delle giornate della società civile del CESE.

Le Giornate della società civile del CESE, intitolate "Una ripresa sostenibile per il futuro dei cittadini europei", si sono svolte dal 1° al 5 marzo, offrendo cinque giorni di dibattiti interattivi on line cui hanno partecipato oltre 1.400 persone che si sono collegate anche da luoghi lontani come l'Africa, l'Asia, l'America del Nord e del Sud.

Gli oratori hanno individuato un aspetto positivo risultante dalla pandemia nel senso che, nonostante abbia costretto a rinviare la Conferenza sul futuro dell'Europa, essa ha anche portato alla ribalta il ruolo delle organizzazioni delle società civile come pilastro a supporto di governi che faticano a gestire una crisi di queste proporzioni. Quale prova migliore, hanno chiesto, del fatto che la società civile merita un posto al tavolo che deciderà sul futuro dell'Europa?

"Mi compiaccio che la Commissione attribuisca una tale importanza al coinvolgimento dei cittadini nella Conferenza sul futuro dell'Europa", ha detto la Presidente del CESE Christa Schweng. "Potete star sicuri che il Comitato darà un contributo sostanziale ai dibattiti, coinvolgendo lavoratori, datori di lavoro e la società civile organizzata, e i suoi membri fungeranno da moltiplicatori e ambasciatori, portando il dibattito all'interno delle loro organizzazioni.

A conferma del ruolo guida svolto dalle organizzazioni giovanili nei seminari Brikena Xhomaqi, copresidente del gruppo di collegamento che ha coorganizzato l'evento, ha chiuso i lavori affermando: "Invito tutti a fare della solidarietà tra le generazioni il nostro asse per la ripresa sostenibile dell'Europa."

Le conclusioni degli otto seminari hanno delineato un percorso per un futuro migliore per i cittadini europei, sottolineando la necessità, tra l'altro, di:

  • rafforzare gli organismi intermedi (organizzazioni della società civile, partiti, sindacati ecc.), espandere l'istruzione civica e digitale e creare assemblee decisionali di cittadini;
  • accrescere la consapevolezza dell'economia sociale come modello economico valido per una ripresa sostenibile che vada al di là del profitto e aiuti a combattere le disuguaglianze e i cambiamenti climatici, riservandole fondi nel piano di ripresa e in Next Generation EU;
  • investire nella cultura e nell'istruzione per costruire un'Europa futura più resiliente e sostenibile. Investire nelle infrastrutture fisiche non basta: è sulle persone che la ripresa deve incentrarsi;
  • depoliticizzare e studiare meglio l'opzione del reddito universale di base e di regimi di garanzia dell'occupazione come soluzioni praticabili, positive per le persone e per il pianeta; 
  • dare ai giovani l'opportunità di partecipare in modo sostanziale e di poter mantenere quest'impegno di partecipazione in tutt'Europa, facendosi ascoltare non solo su questioni che li riguardano in quanto giovani, ma anche su tutta una serie di politiche;
  • assicurare che il Green deal europeo contribuisca più efficacemente a eliminare la povertà, l'ingiustizia e la disuguaglianza di genere;
  • accelerare la ristrutturazione degli immobili in Europa sensibilizzando alle sfide e alle opportunità che ciò comporta e mobilitando i gruppi della società civile come i rappresentanti dei proprietari di immobili e degli architetti per conseguire gli obiettivi dell'ondata di ristrutturazioni in Europa;
  • coinvolgere strettamente le organizzazioni della società civile nell'attuazione dei piani nazionali di ripresa, invertendo la tendenza evidenziatasi nella fase di preparazione in cui la partecipazione è stata limitata. Far comprendere ai politici il valore del volontariato non solo sotto l'aspetto del prodotto delle ore dedicate a tale attività, ma anche come espressione dei valori europei e come un esempio, capace di indurre una cambiamento, di una società basata sulla solidarietà, l'inclusione e i principi democratici che vogliamo definiscano l'Europa.

Le conclusioni integrali delle giornate della società civile saranno pubblicate a breve nel sito web del CESE. (dm)

Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo: manca la solidarietà e l'onere grava sugli Stati di primo ingresso

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha accolto con favore il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, ma reputa che le proposte in esso contenute siano di difficile attuazione e non possano essere considerate un chiaro passo avanti verso la creazione di una strategia comune dell'UE in materia di migrazione e asilo che sia resiliente e orientata al futuro. Due pareri del CESE, in cui vengono passate in rassegna varie proposte di regolamento volte a disciplinare sia la gestione che le procedure di asilo, evidenziano che il nuovo patto potrebbe non riuscire ad assicurare un esame equo ed efficiente delle domande di asilo.

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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha accolto con favore il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, ma reputa che le proposte in esso contenute siano di difficile attuazione e non possano essere considerate un chiaro passo avanti verso la creazione di una strategia comune dell'UE in materia di migrazione e asilo che sia resiliente e orientata al futuro. Due pareri del CESE, in cui vengono passate in rassegna varie proposte di regolamento volte a disciplinare sia la gestione che le procedure di asilo, evidenziano che il nuovo Patto potrebbe non riuscire ad assicurare un esame equo ed efficiente delle domande di asilo.

Al contrario, l'onere delle responsabilità e le difficoltà per i paesi di primo ingresso non faranno che aumentare, perché il meccanismo di solidarietà proposto, che dovrebbe disciplinare il controllo dei flussi migratori alle frontiere, si basa su un ipotetico sistema volontario di solidarietà.

Ciò significa che, nel quadro del meccanismo, gli Stati membri potranno scegliere se partecipare o meno alla ricollocazione o al rimpatrio sponsorizzato di persone in situazione irregolare. Tuttavia, non si fa cenno ad incentivi per incoraggiare i paesi a partecipare, né a criteri precisi sulle modalità in cui ciascun paese dovrebbe contribuire.

Unitamente alle nuove proposte del Patto relative agli accertamenti preliminari all'ingresso e ai controlli alle frontiere, che si tradurranno probabilmente in procedure lunghe e complesse alle frontiere esterne dell'UE, il meccanismo potrebbe avere la conseguenza di trasformare i paesi di primo ingresso in grandi centri pre-partenza o di trattenimento, con maggiori probabilità di violazione dei diritti umani e di pressione sulle comunità di accoglienza.

"Il CESE si compiace che i regolamenti proposti nel quadro del Patto si richiamino ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità, ma gli obblighi di solidarietà a carico degli Stati di primo ingresso sono sproporzionati", ha dichiarato Dimitris Dimitriadis, relatore del parere del CESE sulla gestione dell'asilo.

A sua volta, Panagiotis Gkofas, relatore del parere del CESE sulle procedure di asilo, teme che in ultima analisi le disposizioni proposte facciano gravare un onere sproporzionato sugli Stati membri del Sud Europa, i quali "finiranno per essere di fatto costretti a respingere numerose domande di asilo, comprese quelle che soddisfano le condizioni per il loro accoglimento, per evitare che sempre più persone siano trattenute assieme in condizioni disumane".

"La conseguenza inevitabile di tale situazione", conclude Gkofas, "sarà che tali disposizioni non potranno essere applicate e non consentiranno di ottenere i risultati auspicati". (ll)

La società civile è pronta ad aiutare l'UE nel far fronte alle sfide poste dalla finanza digitale

La finanza digitale deve essere regolamentata quanto prima e le iniziative della Commissione europea in questo campo vanno nella giusta direzione. È questo il messaggio di fondo veicolato in tre pareri, adottati dal CESE nella sessione plenaria di febbraio, nei quali il Comitato esprime il suo sostegno alle recenti proposte della Commissione sulla regolamentazione del settore finanziario digitale.

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La finanza digitale deve essere regolamentata quanto prima e le iniziative della Commissione europea in questo campo vanno nella giusta direzione. È questo il messaggio di fondo veicolato in tre pareri, adottati dal CESE nella sessione plenaria di febbraio, nei quali il Comitato esprime il suo sostegno alle recenti proposte della Commissione sulla regolamentazione del settore finanziario digitale.

Nel parere elaborato da Petru Sorin Dandea e Jörg Freiherr Frank von Fürstenwerth il Comitato approva la proposta sulla strategia in materia di finanza digitale presentata dalla Commissione e sottolinea che occorre affrontare con determinazione le sfide principali che il processo di digitalizzazione pone per il settore finanziario europeo. La digitalizzazione offre grandi opportunità, ma comporta anche rischi che non vanno sottovalutati e che richiedono azioni tempestive.

Sulla stessa lunghezza d'onda è il parere di cui è relatore Giuseppe Guerini, e nel quale il CESE sostiene le due iniziative della Commissione europea sui mercati delle cripto-attività e su un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito (distributed ledger technology - DLT). È necessario e urgente adottare provvedimenti in questo settore per regolamentare una tecnologia sempre più diffusa e di crescente applicazione pratica, oltre che in costante evoluzione e in rapido cambiamento.

Infine, nel parere elaborato da Antonio García del Riego, il Comitato appoggia la proposta della Commissione sulla resilienza operativa digitale (Digital Operational Resilience - DORA), dal momento che essa è volta a fare chiarezza sotto il profilo giuridico in merito alle disposizioni sui rischi riguardanti le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), a ridurre la complessità normativa, a definire una serie di norme comuni per attenuare i rischi connessi alle TIC e a favorire un approccio armonizzato in materia di vigilanza, garantendo nel contempo la certezza del diritto e le necessarie salvaguardie per le imprese finanziarie e i fornitori di TIC. (mp)

Per la ripresa dell'UE è essenziale coinvolgere la società civile organizzata

I piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) sarebbero più efficienti ed efficaci se le organizzazioni della società civile fossero coinvolte con maggiore rapidità e in maniera più generale. È questo il messaggio di fondo della risoluzione sul tema Coinvolgimento della società civile organizzata nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza - Cosa funziona e cosa no? che è stata adottata nella sessione plenaria di febbraio del CESE e presentata nel corso di un dibattito a cui sono intervenuti la Presidente del CESE Christa Schweng e il commissario europeo per il Bilancio e l'amministrazione Johannes Hahn.

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I piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) sarebbero più efficienti ed efficaci se le organizzazioni della società civile fossero coinvolte con maggiore rapidità e in maniera più generale. È questo il messaggio di fondo della risoluzione sul tema Coinvolgimento della società civile organizzata nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza - Cosa funziona e cosa no? che è stata adottata nella sessione plenaria di febbraio del CESE e presentata nel corso di un dibattito a cui sono intervenuti la Presidente del CESE Christa Schweng e il commissario europeo per il Bilancio e l'amministrazione Johannes Hahn.

In rapporto al contenuto del documento adottato, Christa Schweng ha affermato che "la risoluzione, che esamina un ampio ventaglio di aspetti economici e sociali, ci consente di inviare un segnale forte sull'importanza fondamentale di coinvolgere la società civile organizzata. I piani devono essere efficaci per sostenere realmente sia la ripresa dall'attuale crisi che la duplice transizione verde e digitale, da realizzare in modo equo e giusto. Inoltre, i membri del CESE si trovano nella posizione ideale per valutare se i fondi, una volta erogati, sono spesi in modo efficace e vanno a beneficio delle imprese, dei lavoratori e delle organizzazioni della società civile che ne hanno bisogno."

Dal canto suo, Hahn ha affermato che ci sono regole da rispettare e che la Commissione continuerà a insistere sul coinvolgimento delle parti interessate in questi processi di riforma: "Il regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (DRR) incoraggia le consultazioni ad ampio raggio, le interazioni poggiate su solide basi e la comunicazione con gli enti locali e regionali lungo tutte le fasi dell'attuazione. Ne deriverà una reale titolarità dei piani, che faciliterà quindi una loro riuscita attuazione. Praticamente, gli Stati membri devono informarci di come i PNRR tengono conto del contributo offerto dai rappresentanti della società civile".

La risoluzione è stata elaborata dai membri del CESE Gonçalo Lobo Xavier (gruppo Datori di lavoro), Javier Doz Orrit (gruppo Lavoratori) e Luca Jahier (gruppo Diversità Europa), che hanno coordinato il lavoro di 27 delegazioni nazionali, ciascuna formata da tre membri, incaricate di monitorare il coinvolgimento della società civile organizzata nell'elaborazione, attuazione e valutazione dei PNRR. (mp, na)

 

Il CESE chiede una tassazione più semplice ed equa sia nell'UE che nel resto del mondo

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) aderisce in linea generale alle proposte legislative della Commissione per una tassazione più efficiente ed equa ed esprime apprezzamento per il loro coordinamento con il dibattito sul tema a livello globale.

Nel parere adottato dall'Assemblea plenaria il 24 febbraio scorso il CESE offre il suo pieno sostegno al pacchetto della Commissione europea per un'imposizione fiscale equa e semplice.

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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) aderisce in linea generale alle proposte legislative della Commissione per una tassazione più efficiente ed equa ed esprime apprezzamento per il loro coordinamento con il dibattito sul tema a livello globale.

Nel parere adottato dall'Assemblea plenaria il 24 febbraio scorso il CESE offre il suo pieno sostegno al pacchetto della Commissione europea per un'imposizione fiscale equa e semplice. Il relatore del parere Krister Andersson afferma che si dovrebbe assicurare il coordinamento di queste proposte con le discussioni globali condotte in sede OCSE nell'ambito del quadro inclusivo sull'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting - BEPS), poiché, precisa, "si tratta di una questione fondamentale per raggiungere un consenso a livello globale, evitando che vengano adottate misure unilaterali".

Il CESE concorda con l'idea che conseguire un'imposizione fiscale equa ed efficiente è oggi un obiettivo ancora più importante in seguito alla crisi della COVID-19. Nel parere l'organo consultivo delinea la propria posizione su questioni di primaria importanza quali la buona governance fiscale nell'UE, la lotta alla frode e all'evasione fiscali, gli obblighi di dichiarazione fiscale, il trattamento dei servizi finanziari ai fini dell'IVA e le norme fiscali e del lavoro per le piattaforme digitali. Tra le altre proposte formulate nel documento, il CESE suggerisce di adottare un patto europeo per una lotta efficace contro la frode e l'evasione fiscali, l'elusione fiscale e il riciclaggio di denaro. (na)

Secondo il CESE, la strategia economica dell'UE per il 2021 dovrebbe prestare maggiore attenzione alle questioni sociali.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato la sua posizione in merito alle priorità economiche dell'UE per il 2021. Accoglie con favore le misure indicate nella strategia proposta dalla Commissione per affrontare le sfide poste dalla pandemia di COVID-19 nell'ottica del Green Deal europeo, ma deplora il fatto che tale strategia dedichi troppo poca attenzione alle questioni sociali. Inoltre, mette in guardia contro la pur graduale abolizione delle misure di sostegno, giudicandola prematura, e raccomanda l'introduzione di nuove regole di bilancio che riflettano le realtà sociali ed economiche dopo la pandemia.

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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato la sua posizione in merito alle priorità economiche dell'UE per il 2021. Accoglie con favore le misure indicate nella strategia proposta dalla Commissione per affrontare le sfide poste dalla pandemia di COVID-19 nell'ottica del Green Deal europeo, ma deplora il fatto che tale strategia dedichi troppo poca attenzione alle questioni sociali. Inoltre, mette in guardia contro la pur graduale abolizione delle misure di sostegno, giudicandola prematura, e raccomanda l'introduzione di nuove regole di bilancio che riflettano le realtà sociali ed economiche dopo la pandemia.

Il CESE si rammarica che la strategia economica proposta dalla Commissione, integrata quest'anno anche da orientamenti sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, presti scarsa attenzione alle questioni sociali. Un'impostazione di questo tipo, infatti, da un lato non porterà a quell'attuazione coerente del pilastro europeo dei diritti sociali da lungo tempo attesa, dall'altro metterà a repentaglio la transizione giusta verso un'economia verde e digitale. Transizione che non deve tradursi in un ulteriore aumento della povertà e in un aggravamento dell'esclusione sociale,

come ammonisce il CESE in una delle conclusioni del suo parere del 24 febbraio specificamente dedicato alla strategia annuale per la crescita sostenibile 2021.

Secondo il relatore del parere, Krzysztof Balon, "sarà fondamentale garantire una ripartizione equa dei benefici della ripresa economica, contribuendo così non solo a realizzare una migliore giustizia sociale, ma anche a stabilizzare la domanda quale condizione preliminare per la ripresa stessa". (na)

 

La strategia dell'UE in materia di ristrutturazione: una necessità assoluta

La strategia europea Un'ondata di ristrutturazioni per l'Europa è una necessità assoluta, un'iniziativa indispensabile per l'Unione europea e i suoi cittadini. In un parere elaborato da Pierre Jean Coulon e Laurențiu Plosceanu e adottato nella sessione plenaria di febbraio, il CESE appoggia la proposta di un'iniziativa di ristrutturazione degli immobili presentata dalla Commissione europea per "inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita".

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La strategia europea Un'ondata di ristrutturazioni per l'Europa è una necessità assoluta, un'iniziativa indispensabile per l'Unione europea e i suoi cittadini. In un parere elaborato da Pierre Jean Coulon e Laurențiu Plosceanu e adottato nella sessione plenaria di febbraio, il CESE appoggia la proposta di un'iniziativa di ristrutturazione degli immobili presentata dalla Commissione europea per "inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita".

Le abitazioni e gli altri edifici, ai quali è imputabile il 40 % del consumo energetico totale dell'Unione europea, devono rientrare in questa "ondata di ristrutturazioni" promossa dall'Unione europea. Tale strategia rispecchia un'impostazione globale di investimenti pubblici a lungo termine, di sviluppo sostenibile, di protezione della salute (anche in relazione al trattamento dell'amianto nelle opere di ristrutturazione), di transizione ecologica e di effettiva attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali in materia di alloggi sostenibili e a prezzi accessibili.

Intervenendo nel corso del dibattito, Coulon ha dichiarato che "la strategia dell'ondata di ristrutturazioni offre un triplice beneficio all'Unione europea: ai fini del clima, ai fini della ripresa attraverso i posti di lavoro generati a livello locale e ai fini della lotta contro la pandemia e la povertà energetica grazie alla promozione di alloggi a prezzi accessibili per tutti, comprese le persone più vulnerabili".

Facendo eco alle parole del relatore, il correlatore Plosceanu ha concluso affermando che "questa strategia deve consentire all'Unione europea di avvicinarsi ai cittadini e ai territori in cui essi vivono, e il CESE intende sostenerla e alimentarla attivamente con le sue riflessioni e proposte. Il punto di partenza dev'essere una campagna di comunicazione adeguata sui programmi di ristrutturazione in vigore e sui modi di accedervi". (mp)

 

Il CESE si impegna a fornire un contributo sostanziale alle nuove iniziative della Commissione

Dichiarazione sul pilastro europeo dei diritti sociali, sulla trasparenza delle retribuzioni e sulla strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030

Siamo pronti a lavorare sulle tre grandi iniziative della Commissione europea: la comunicazione sul piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, la proposta di direttiva volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi e, infine, la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030

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Dichiarazione sul pilastro europeo dei diritti sociali, sulla trasparenza delle retribuzioni e sulla strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030

Siamo pronti a lavorare sulle tre grandi iniziative della Commissione europea: la comunicazione sul piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, la proposta di direttiva volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi e, infine, la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030

L'Europa si caratterizza per essere la regione del mondo con le società più eque, gli standard più elevati delle condizioni di lavoro e un'ampia protezione sociale. Un'Europa sociale forte costituisce la base della prosperità e del benessere dei nostri cittadini, nonché di un'economia competitiva, resiliente, verde e digitale fondata su una forza lavoro qualificata e innovativa.
Il Comitato economico e sociale europeo dichiara il suo impegno totale a sostenere le istituzioni e gli Stati membri dell'UE in un momento in cui tutti, dai responsabili decisionali alle parti interessate, devono unire i loro sforzi in modo che l'Europa possa riprendersi dalla pandemia e diventare più forte e resiliente nel futuro, sfruttando appieno nel contempo le transizioni verde e digitale e non lasciando indietro nessuno.
Il Comitato economico e sociale europeo si adopererà per apportare un contributo sostanziale alle nuove iniziative della Commissione, rispecchiando la posizione comune dei suoi membri, provenienti dalle organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori e da altre organizzazioni della società civile di tutti i 27 Stati membri dell'UE. Il CESE preparerà una risoluzione, la cui adozione è in programma per la sessione plenaria di aprile e che costituirà il suo contributo al Vertice sociale di Porto che si terrà nel maggio 2021. Il Comitato elaborerà inoltre pareri sulla proposta di direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni e sulla strategia per i diritti delle persone con disabilità.

Christa Schweng, Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e
Laurenţiu Plosceanu, presidente della sezione Occupazione, affari sociali, cittadinanza (SOC)

Notizie dai gruppi

L'Europa è ben attrezzata per realizzare le sue ambizioni industriali

A cura del gruppo Datori di lavoro del CESE

Riunione del gruppo Datori di lavoro del CESE con il commissario europeo Breton

La pandemia di COVID-19 ha reso evidente che, affinché vi sia un'autentica resilienza, occorre garantire il pieno funzionamento del mercato unico. Questo il messaggio principale del commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, che il 1° marzo ha partecipato alla riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro per discutere di un ampio ventaglio di argomenti, dalla diffusione dei vaccini alla strategia industriale riveduta dell'UE e alla ripresa sostenibile dell'Europa.

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A cura del gruppo Datori di lavoro del CESE

Riunione del gruppo Datori di lavoro del CESE con il commissario europeo Breton

La pandemia di COVID-19 ha reso evidente che, affinché vi sia un'autentica resilienza, occorre garantire il pieno funzionamento del mercato unico. Questo il messaggio principale del commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, che il 1° marzo ha partecipato alla riunione straordinaria del gruppo Datori di lavoro per discutere di un ampio ventaglio di argomenti, dalla diffusione dei vaccini alla strategia industriale riveduta dell'UE e alla ripresa sostenibile dell'Europa.

Breton ha osservato come la pandemia abbia messo in luce una serie di necessità della nostra economia - ad esempio quella di accrescere l'autonomia industriale dell'Europa. L'Europa deve creare sinergie strategiche che ci consentano di essere più sostenibili sul piano industriale. La strategia industriale riveduta deve inoltre aiutare le imprese a svilupparsi, anche in tempi difficili come questi. C'è di più: lo strumento NextGenerationEU dispone di risorse finanziarie senza precedenti che possono essere impiegate per costruire l'Europa industriale di domani. Le due transizioni gemelle, la resilienza e una solida catena del valore, sono tra gli ambiti più importanti per la ricostruzione.

In conclusione, il gruppo Datori di lavoro del CESE e il commissario Breton hanno espresso valutazioni ampiamente concordi in merito ai temi discussi e hanno parlato la stessa lingua, orientata all'attività d'impresa, riguardo alla necessità di plasmare in modo costruttivo il giusto contesto regolamentare, consentendo alle imprese di operare con certezza, flessibilità e sicurezza. Il gruppo Datori di lavoro del CESE è convinto che, nel processo di adeguamento delle nostre società al futuro, gli imprenditori e le imprese siano i partner vitali e debbano avere l'opportunità di svolgere un ruolo costruttivo.

Il testo integrale dell'articolo è disponibile qui.

 

Giornata internazionale della donna: perché è ancora necessaria

di Maria Nikolopoulou, membro del gruppo Lavoratori del CESE

Ha ancora senso celebrare anche quest'anno l'8 marzo, Giornata internazionale della donna? Più di 110 anni sono trascorsi da quando Clara Zetkin propose di istituire la Giornata delle donne lavoratrici, e oltre quarant'anni dalla proclamazione da parte delle Nazioni Unite della Giornata internazionale per i diritti delle donne e per la pace nel mondo. Nel secolo scorso le nostre società hanno registrato un'evoluzione.

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di Maria Nikolopoulou, membro del gruppo Lavoratori del CESE

Ha ancora senso celebrare anche quest'anno l'8 marzo, Giornata internazionale della donna? Più di 110 anni sono trascorsi da quando Clara Zetkin propose di istituire la Giornata delle donne lavoratrici, e oltre quarant'anni dalla proclamazione da parte delle Nazioni Unite della Giornata internazionale per i diritti delle donne e per la pace nel mondo. Nel secolo scorso le nostre società hanno registrato un'evoluzione.

Oggi le donne votano, hanno il loro passaporto, studiano, diventano premier di un paese, vanno sulla Luna, decidono se e quando sposarsi o avere figli; oggi donne e uomini sono uguali dinanzi alla legge. Allora, qual è il senso di queste celebrazioni? Il nodo della questione è che, sotto una superficie perfettamente liscia e brillante, in profondità rimangono barriere sociali, culturali e giuridiche che impediscono alle donne di vivere una vita pienamente soddisfacente.

È un vero peccato che ci sia chi non riesce a vedere tutto il potenziale delle donne e le ostacoli nell'accesso a certe professioni o incarichi ad alto livello. Ecco perché intendiamo lavorare insieme per realizzare l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 dell'ONU sull'uguaglianza di genere.

È frustrante per le donne continuare a farsi carico della maggior parte dell'attività di cura e assistenza in famiglia e dei lavori domestici pur lavorando fuori casa tanto quanto i loro coniugi. Per questo ci battiamo per una direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare.

È assurdo che una donna guadagni meno di un uomo per lo stesso lavoro. Ecco perché accogliamo con grande favore la proposta di una direttiva dell'UE sulla trasparenza dei salari.

È immorale pensare che, malgrado durante la pandemia di COVID-19 si sia riconosciuto che parte delle mansioni più importanti - come le pulizie o l'assistenza agli anziani - è svolta da donne, tra cui numerose migranti prive di documenti, queste ultime vengono tuttora pagate con salari da fame e lavorano talvolta in condizioni disumane. Per questo motivo abbiamo bisogno di una direttiva dell'UE su salari minimi adeguati e i paesi devono ratificare la convenzione n. 189 dell'OIL sulle lavoratrici e i lavoratori domestici.

È inaccettabile che ad alcune donne venga chiesto di "pagare" un prezzo nella loro sfera intima per ottenere una promozione sul lavoro, o che subiscano angherie e molestie psicologiche solo perché c'è chi ha bisogno di avere una valvola di sfogo. Ecco perché è più urgente che mai per gli Stati membri ratificare la convenzione n. 190 dell'OIL sulla violenza e sulle molestie nell'ambiente di lavoro.

È scandaloso che ogni giorno le donne vengano uccise e violentate e che ci sia chi trovi delle giustificazioni a questa violenza affermando che "in fondo se l'è cercata" o "chissà che cosa ha fatto per provocarlo". Per questo dobbiamo adoperarci affinché i bambini e le bambine ricevano fin dalla prima infanzia una solida educazione all'uguaglianza e al rispetto, e batterci per sistemi giudiziari e regimi sociali flessibili che diano aiuto e sostegno alle donne vittime di violenza domestica.

È tuttora molto importante che donne e uomini femministi prendano posizione, si battano e facciano pressione a favore di cambiamenti sul piano politico e culturale, in modo da ottenere autentiche pari opportunità per tutti. Fino a quando non avremo la possibilità di festeggiare la "Giornata internazionale della parità di genere", continuiamo a celebrare la Giornata internazionale della donna.

Uno studio del CESE sulla risposta della società civile all'epidemia di COVID-19

a cura del gruppo Diversità Europa del CESE

Il 12 marco scorso, in occasione del convegno ad alto livello Le organizzazioni della società civile durante e dopo la pandemia di COVID-19: quali sfide e quale futuro, il gruppo Diversità Europa ha presentato un nuovo studio sul tema La risposta delle organizzazioni della società civile per far fronte alla pandemia di COVID-19 e alle conseguenti misure restrittive adottate in Europa.

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a cura del gruppo Diversità Europa del CESE

Il 12 marco scorso, in occasione del convegno ad alto livello Le organizzazioni della società civile durante e dopo la pandemia di COVID-19: quali sfide e quale futuro, il gruppo Diversità Europa ha presentato un nuovo studio sul tema La risposta delle organizzazioni della società civile per far fronte alla pandemia di COVID-19 e alle conseguenti misure restrittive adottate in Europa.

Il CESE ha commissionato questo studio su richiesta del gruppo Diversità Europa. Il contributo dello studio è duplice: in primo luogo mette in evidenza l'impatto della pandemia su una serie di organizzazioni della società civile e sulle loro attività in tutta Europa. In secondo luogo, analizza e illustra le numerose iniziative adottate da tali organizzazioni per aiutare le comunità locali e le categorie vulnerabili ad affrontare la pandemia. Per raccogliere questi dati, gli autori hanno applicato un metodo misto, affiancando alla ricerca basata sulla documentazione un'indagine approfondita online.

 

A quanto emerge dallo studio, le organizzazioni della società civile, come già in passato, continuano ad essere in prima linea nella risposta alla pandemia di COVID-19, fornendo servizi essenziali e tutelando i diritti delle categorie più vulnerabili della società. Al tempo stesso, lo studio sottolinea che tali organizzazioni si sono trovate ad affrontare sfide impegnative che possono nuocere alla loro capacità di continuare a svolgere il loro ruolo. 

 

Partendo da questo presupposto, gli autori hanno evidenziato aspetti cruciali per il futuro delle organizzazioni della società civile, quali la mancanza di flussi di finanziamento sostenibili, di quadri giuridici e di risorse e competenze adeguate. Tali aspetti imporranno in futuro una riflessione e decisioni politiche coraggiose per garantire che le capacità di dette organizzazioni siano preservate e rafforzate nella fase di ripresa post-pandemia.

Il testo completo dello studio e la relazione introduttiva sono disponibili online. La pubblicazione è accompagnata da un catalogo di buone pratiche, una raccolta delle molteplici iniziative riuscite intraprese dalle organizzazioni della società civile in risposta alla pandemia. Un comunicato stampa sul convegno del gruppo Diversità Europa è disponibile sul sito web del CESE.

Soon in the EESC/Cultural events

8 marzo: Giornata internazionale della donna

Per celebrare la Giornata internazionale della donna, il Comitato economico e sociale europeo ha allestito una mostra interamente virtuale intitolata Artivism for Gender Equality ("L'artivismo per l'uguaglianza di genere").

Le opere esposte nella mostra, una serie di 25 poster, pongono in evidenza la lotta per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne, e riflettono l'Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, specialmente l'OSS n. 5 sull'uguaglianza di genere.

L'evento è stato organizzato congiuntamente con Women Engage for a Common Future, una rete di organizzazioni senza scopo di lucro che opera a favore di un pianeta equo sotto il profilo di genere e in buona salute per tutti.

Venite a scoprire la mostra qui e guardate il video dell'inaugurazione dal vivo. Non perdetevi questa opportunità!

Si tratta di un'attività culturale organizzata congiuntamente con il COPEC (comitato paritetico per le pari opportunità) del CESE(ck)

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Per celebrare la Giornata internazionale della donna, il Comitato economico e sociale europeo ha allestito una mostra interamente virtuale intitolata Artivism for Gender Equality ("L'artivismo per l'uguaglianza di genere").

Le opere esposte nella mostra, una serie di 25 poster, pongono in evidenza la lotta per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne, e riflettono l'Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, specialmente l'OSS n. 5 sull'uguaglianza di genere.

L'evento è stato organizzato congiuntamente con Women Engage for a Common Future, una rete di organizzazioni senza scopo di lucro che opera a favore di un pianeta equo sotto il profilo di genere e in buona salute per tutti.

Venite a scoprire la mostra qui e guardate il video dell'inaugurazione dal vivo. Non perdetevi questa opportunità!

Si tratta di un'attività culturale organizzata congiuntamente con il COPEC (comitato paritetico per le pari opportunità) del CESE(ck)

Una mostra fotografica congiunta Africa-UE nell'ambito della presidenza portoghese del Consiglio dell'UE

L'artista portoghese, Ana Carvalho, presenta la mostra Africa a Lisbona, che illustra la presenza e l'impatto della cultura africana a Lisbona, mentre l'artista africano José Pereira, di Capo Verde, presenta la mostra Ubuntu, nella quale promuove una forma di coesistenza pacifica, l'accettazione delle differenze e la solidarietà.

Il 2 marzo, il CESE ha inaugurato la mostra fotografica congiunta Africa-UE nell'ambito di un evento virtuale che ha visto la partecipazione, tra l'altro, di Cillian Lohan, vicepresidente responsabile della comunicazione, di Carlos Trindade, presidente del comitato di monitoraggio ACP-UE, e dei due fotografi. L'inaugurazione ha avuto luogo durante la riunione del comitato di monitoraggio ACP-UE, un organo permanente facente parte della sezione Relazioni esterne del CESE.

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L'artista portoghese Ana Carvalho presenta la mostra Africa a Lisbona, che illustra la presenza e l'impatto della cultura africana a Lisbona, mentre l'artista africano José Pereira, di Capo Verde, presenta la mostra Ubuntu, nella quale promuove una forma di coesistenza pacifica, l'accettazione delle differenze e la solidarietà.

Il 2 marzo, il CESE ha inaugurato la mostra fotografica congiunta Africa-UE nell'ambito di un evento virtuale che ha visto la partecipazione, tra l'altro, di Cillian Lohan, vicepresidente responsabile della comunicazione, di Carlos Trindade, presidente del comitato di monitoraggio ACP-UE, e dei due fotografi. L'inaugurazione ha avuto luogo durante la riunione del comitato di monitoraggio ACP-UE, un organo permanente facente parte della sezione Relazioni esterne del CESE.

Come ha dichiarato Trindade, "Poiché la cultura esprime i valori condivisi e gli affetti di una comunità con interessi comuni, l'obiettivo di questa attività culturale è mettere in evidenza l'importanza che il CESE attribuisce al prossimo vertice UE-Africa, richiamando l'attenzione sui profondi legami esistenti tra i due continenti. È anche per questo motivo che abbiamo integrato l'inaugurazione online della nostra riunione.

La mostra fotografica congiunta sarà interamente virtuale e accessibile online dall'1 al 31 marzo 2021.

Potete visitare la mostra QUI e sui canali sociali del CESE. Venite, vi aspettiamo! (ck)

Colloqui online al CESE – Visitateci online!

Sapevate che il Comitato economico e sociale europeo garantisce che i comuni cittadini di ogni parte del continente abbiano voce in capitolo nello sviluppo dell'Europa?

Prenotate una visita online e scoprite perché la consultazione, il dialogo e il consenso sono al centro del nostro lavoro di rappresentanti della società civile organizzata (formata da datori di lavoro, sindacati e altre organizzazioni quali associazioni di categoria, di cittadini, di agricoltori, giovanili, di donne, di consumatori, di attivisti ambientali ecc.). (cl)

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Sapevate che il Comitato economico e sociale europeo garantisce che i comuni cittadini di ogni parte del continente abbiano voce in capitolo nello sviluppo dell'Europa?

Prenotate una visita online e scoprite perché la consultazione, il dialogo e il consenso sono al centro del nostro lavoro di rappresentanti della società civile organizzata (formata da datori di lavoro, sindacati e altre organizzazioni quali associazioni di categoria, di cittadini, di agricoltori, giovanili, di donne, di consumatori, di attivisti ambientali ecc.). (cl)

Redazione

Ewa Haczyk-Plumley (editor-in-chief)
Daniela Marangoni (dm)

Hanno collaborato a questo numero

Amalia Tsoumani (at)
Chloé Lahousse (cl)
Chrysanthi Kokkini (ck)
Daniela Marangoni (dm)
David Gippini Fournier (dgf)
Ewa Haczyk-Plumley (ehp)
Jasmin Kloetzing  (jk)
Katharina Radler (kr)
Laura Lui (ll)
Magdalena Walczak Jarosz (mwj)
Marco Pezzani (mp)
Margarita Gavanas (mg)
Nicola Accardo (na)
Pablo Ribera Paya (prp)

 

Coordinamento

Agata Berdys (ab)
Katerina Serifi (ks)

Technical support
Bernhard Knoblach (bk)

Indirizzo

Comitato economico e sociale europeo
Edificio Jacques Delors, 99 Rue Belliard, B-1040
Bruxelles, Belgio
Tel. +32 25469476
E-mail: eescinfo@eesc.europa.eu

CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. CESE info è disponibile in 23 lingue.
CESE info non può essere considerato un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE.
La riproduzione - con citazione della fonte - è autorizzata (a condizione di inviare una copia alla redazione).
 

March 2021
04/2021

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