L'obiettivo della tassonomia dell'UE è di incanalare gli investimenti verso la sostenibilità fornendo un sistema di classificazione trasparente per gli investitori e le imprese. Attualmente il regolamento sulla tassonomia dell'UE e i relativi atti di esecuzione si concentrano su obiettivi climatici e ambientali, integrati da garanzie minime di salvaguardia sociale. Pur accogliendo con favore gli obiettivi ecologici, il CESE chiede un concetto di sostenibilità globale, in modo che la tassonomia includa la sostenibilità sociale accanto a quella ambientale.

Pur essendo utili, le garanzie sociali minime non sono sufficienti a garantire la sostenibilità sociale per i lavoratori, i consumatori e le comunità. La tassonomia sociale proposta assumerà ancora più importanza se inserita in una politica generale tesa a garantire la sostenibilità sociale, che comporta anche il finanziamento del benessere sociale mediante la spesa pubblica e l'importanza degli investimenti pubblici.

Il CESE invita la Commissione a pubblicare l'attesa relazione riguardante le disposizioni che sarebbero necessarie per estendere l'ambito di applicazione della tassonomia ad "altri obiettivi di sostenibilità, come gli obiettivi sociali", come previsto dal regolamento sulla tassonomia. Il CESE richiama l'attenzione sul lavoro preparatorio approfondito svolto dalla piattaforma sulla finanza sostenibile e raccomanda di rispettare gli obiettivi proposti – lavoro dignitoso, un tenore di vita adeguato e comunità inclusive – che si riflettono in un approccio multilivello. Inoltre, l'imminente direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità rappresenterebbe un'integrazione della tassonomia sociale sulla base della quale potrebbero essere valutate le attività. Il CESE raccomanda di iniziare con criteri lineari e di prevedere procedure semplici e trasparenti. Una stretta integrazione delle tassonomie in ambito sociale e ambientale dovrebbe essere un obiettivo, ma in una prima fase potrebbe essere utile introdurre garanzie minime di salvaguardia che siano reciproche.

La crescente domanda di investimenti con un impatto sociale andrebbe sostenuta proponendo una tassonomia affidabile che renda più visibili le imprese che contribuiscono alla sostenibilità sociale. Una tassonomia sociale ben concepita contribuirebbe in modo significativo ad affrontare il problema della sostenibilità sociale di facciata (social washing), in cui un'organizzazione fa dichiarazioni fuorvianti sulla responsabilità sociale dei suoi prodotti o servizi. Dovrebbe costituire una regola aurea che rifletta un livello di ambizione più elevato rispetto a quello previsto dalle normative. In particolare, dovrebbe fare riferimento al pilastro europeo dei diritti sociali e agli obiettivi di sviluppo sostenibile, come l'OSS 8 sul lavoro dignitoso. Le parti sociali e le organizzazioni della società civile dovrebbero essere pienamente coinvolte nell'elaborazione della tassonomia e dovrebbero essere previsti anche meccanismi di denuncia. Come nel caso della tassonomia verde, la definizione di quali aspetti includere nella tassonomia sociale darà adito a controversie, ma è proprio per questo che il processo di definizione dovrebbe essere oggetto di un processo decisionale democratico. Il successo della tassonomia è legato alla sua credibilità e le attività in essa incluse devono soddisfare una definizione ampiamente accettata di sostenibilità.