Una recente relazione del CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di rivedere il "regolamento di Aarhus" dell'UE e di migliorare l'accesso al riesame amministrativo e giudiziario in materia ambientale per i cittadini e le ONG, non senza sottolineare però che il regolamento riveduto non è ancora sufficientemente ambizioso.

Pur essendo parte della Convenzione di Aarhus dal 2005, l'Unione europea non si è ancora pienamente conformata alle disposizioni di questo strumento sull'"accesso alla giustizia".

La revisione del regolamento proposta dalla Commissione rappresenta un passo avanti e uno strumento indispensabile per l'attuazione del Green Deal europeo: questa la conclusione del CESE che, in una relazione adottata lo scorso gennaio, ha approvato nel complesso le modifiche proposte.

Il relatore Arnaud Schwartz ha però evidenziato una serie di lacune nel nuovo regolamento di cui le istituzioni dell’UE potrebbero servirsi per sfuggire alle loro responsabilità.

Il Comitato, ad esempio, non condivide la proposta della Commissione di escludere gli atti dell'UE che comportano "misure di esecuzione a livello nazionale" poiché esiste la reale possibilità che questa esclusione invalidi o renda meno efficace la proposta della Commissione.

Inoltre, il Comitato esprime perplessità circa la riforma del "meccanismo di riesame interno", previsto dal regolamento di Aarhus originario, che consente alle ONG ambientali di impugnare gli atti o le omissioni di natura amministrativa delle istituzioni dell'UE. Permettere a organizzazioni della società civile di chiedere la revisione degli atti unicamente una volta adottate le misure di esecuzione escluderebbe molti, se non la maggior parte, degli atti e delle omissioni dell'UE dal riesame interno.

Il CESE invita altresì la Commissione a favorire l'accesso alla giustizia da parte di tutte le organizzazioni della società civile.

"Le parti sociali sono attori chiave in materia di temi ambientali e dovrebbero essere esplicitamente riconosciute per quanto riguarda l'accesso alla giustizia", ha sottolineato la correlatrice della relazione del CESE Isabel Caño Aguilar, per poi concludere: "al fine di rendere accessibile, nella pratica, il riesame giudiziario, le organizzazioni della società civile non dovrebbero sostenere oneri supplementari, ad esempio costi aggiuntivi e ulteriori adempimenti burocratici". (mr)