European Economic
and Social Committee
Danuta Hübner: il nostro voto conta
Ogni cinque anni i cittadini europei si recano alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Parlamento europeo, l'unica istituzione dell'Unione europea a elezione diretta. Quest'anno saranno eletti 720 deputati, che prenderanno parte ai lavori della decima legislatura. Nel corso del loro mandato quinquennale i deputati svolgeranno un ruolo decisivo non solo per plasmare l'Europa, le sue istituzioni e le sue politiche, ma anche per definire il suo ruolo in uno scenario mondiale polarizzato e per affermare il suo impegno a favore di valori comuni.
Tutte le consultazioni elettorali sono importanti, perché costituiscono il fondamento della democrazia. Sappiamo però che non basta indire elezioni per avere un sistema democratico. È sufficiente guardarsi intorno per vedere governi democraticamente eletti che, nell'esercitare i loro poteri democratici, distorcono lo Stato di diritto. Le consultazioni elettorali, anche se organizzate in modo corretto e nel rispetto delle libertà, non rappresentano l'unica garanzia di un sistema democratico, così come non sono l'unico fattore a determinare la democrazia. È per questo motivo che gli elettori dovrebbero impegnarsi attivamente nelle consultazioni.
Gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati da una serie di sfide che hanno quasi messo in discussione l'esistenza stessa dell'Unione europea. Abbiamo dovuto affrontare la Brexit e le sue conseguenze, a cui si sono poi aggiunte la pandemia di COVID-19 e l'invasione brutale ed efferata dell'Ucraina da parte della Russia, con le relative sfide economiche, tra cui la crisi energetica e l'impennata dell'inflazione. Abbiamo affrontato tutti questi sconvolgimenti inattesi senza desistere dal nostro obiettivo fondamentale di realizzare la duplice transizione verso un'economia verde e digitale competitiva. Il modificarsi del contesto geopolitico ha spinto l'UE e i paesi partner democratici a imporre pesanti sanzioni alla Russia, ad agire per non correre più il rischio di dipendere dalla Cina e a cementare come mai prima le relazioni con gli Stati Uniti. L'Unione ha inoltre dato avvio al primo programma per l'industria europea della difesa, che porterà i suoi frutti negli anni a venire.
Le elezioni del 2024 saranno una vera e propria battaglia per l'Europa. La campagna elettorale dovrà rispondere alle aspettative dei cittadini, il cui ruolo nel processo decisionale europeo va rispettato. Non c'è alcun dubbio che temi come la migrazione, i cambiamenti climatici e il sostegno all'Ucraina nella difesa del suo territorio dall'aggressione russa riguardano tutti noi che abbiamo a cuore la libertà, la democrazia e la pace. I candidati eletti non dovranno lesinare gli sforzi per assicurare l'effettivo rilancio della politica di allargamento. Nei dibattere con i candidati sul compito che li attende per i prossimi cinque anni, bisogna far loro capire che, se eletti, dovranno tenere presente che l'Unione europea fa parte di un mondo che si sta sfaldando, diviso tra democrazie e regimi autoritari. Il 2024 è un anno di elezioni in tutto il mondo: saranno 4 miliardi le persone chiamate alle urne in un gran numero di paesi.
Noi europei presteremo grande attenzione alla scelta che i cittadini statunitensi faranno quando voteranno per eleggere il loro Presidente. Le relazioni transatlantiche sono un tema importante nei dibattiti elettorali europei. Gli esponenti politici europei e i loro partiti devono adoperarsi senza sosta per dialogare con i cittadini e incoraggiarli a far sentire la loro voce, perché l'incertezza geopolitica rende tale partecipazione più importante che mai. I candidati alle elezioni militano all'interno di partiti politici che hanno spesso posizioni diverse su questioni d'importanza fondamentale per la nostra vita. Possiamo avere voce in capitolo e imprimere un segno sul futuro dell'Europa – ossia sul nostro futuro – solo se noi, i cittadini, prendiamo parte ai dibattiti con i candidati e andiamo poi a votare. Talvolta proviamo rabbia e frustrazione, ma è proprio per questo che la nostra partecipazione attiva al dialogo preelettorale con i partici politici è così importante.
Nel 2019, per la prima volta nella storia, l'affluenza alle elezioni europee ha superato di poco la barra del 50 %, ed è stato il voto dei giovani europei che ha contribuito ad aumentare la percentuale di affluenza. Da un lato, è una buona notizia che la metà delle persone aventi diritto di voto si sia recata alle urne ma, dall'altro, questo significa che l'altra metà ha disertato le elezioni. Nel 2024 non possiamo permetterci di lasciare ad altri la scelta di chi ci rappresenterà nell'iter decisionale e legislativo europeo. La scarsa affluenza riduce la legittimità di coloro che risultano eletti e ne pregiudica il ruolo in seno al Parlamento europeo. I partiti politici hanno la grande responsabilità di incoraggiare i loro potenziali elettori a recarsi alle urne.
Da decenni gli europei considerano il proprio governo nazionale come il loro rappresentante nell'UE. Le elezioni del 2024 offrono l'opportunità per dimostrare il reale potere del Parlamento europeo in quanto portavoce dei cittadini. Anche in queste elezioni ci saranno persone che avranno per la prima volta il diritto di votare, e in cinque Stati membri saranno giovani di 16 anni. I giovani si aspettano dai politici cose diverse; lo abbiamo capito durante la Conferenza sul futuro dell'Europa e lo vediamo adesso negli incontri di follow-up organizzati dalla Commissione europea. I responsabili politici dovrebbero vedere nelle prossime elezioni europee un'opportunità per dare inizio al cammino che forgerà una nuova generazione di elettori e una nuova classe politica, promuoverà un'educazione politica trasparente e rafforzerà l'identità europea e la fiducia dei cittadini.
La strategia di comunicazione del Parlamento europeo per le elezioni europee del 2024 punta a sensibilizzare chi tende ad astenersi e chi potrà votare per la prima volta, creando sinergie (ad esempio, con i media, le ONG, le imprese e i singoli cittadini) e sostenendo l'impegno civico delle persone e organizzazioni europee che, indipendentemente dal loro orientamento politico, mettono l'accento sull'importanza di andare a votare.
Siamo già testimoni di ingerenze esterne nelle elezioni europee e di operazioni ibride che hanno lo scopo di disinformare e di distruggere la fiducia nelle istituzioni e nei responsabili politici, oltre a divulgare narrazioni divisive. Gli interventi di questo tipo aumenteranno man mano che la data delle elezioni si avvicina, si moltiplicheranno nei giorni del voto e proseguiranno patologicamente nella fase post-elettorale. Le leggi contro la disinformazione vanno applicate, ma le azioni a livello nazionale ed europeo non saranno sufficienti. Ci sarà bisogno di finanziamenti significativi a sostegno di un approccio che coinvolga tutta la società per smascherare la disinformazione e i suoi autori, perché questi intrighi si ripercuotono sulla vita quotidiana dei popoli e sulle loro scelte strategiche.
La posta in gioco di queste elezioni è il destino della democrazia, della libertà e della sicurezza. Andare a votare è importante.
Danuta Hübner, deputata al Parlamento europeo (gruppo PPE)