European Economic
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Pacchetto per la difesa della democrazia: la Commissione dovrebbe ritirare la sua attuale proposta di direttiva
Di Christian Moos
Le preoccupazioni per l'ingerenza malevola di Stati ostili come la Russia sono pienamente giustificate, come dimostrano molteplici esempi di prestiti vantaggiosi concessi a partiti di estrema destra, di incarichi nei consigli di sorveglianza conferiti ad ex politici, di contratti redditizi offerti a imprenditori di dubbia moralità e di finanziamento di presunte ONG.
Dobbiamo quindi restare particolarmente vigili in vista delle elezioni europee. A questo proposito, il pacchetto per la difesa della democrazia formula alcune valide raccomandazioni rivolte agli Stati membri, anche se con un ritardo decisamente eccessivo. Il pacchetto, infatti, era già tardivo quando era stato varato dalla Commissione, che l'aveva poi rinviato di oltre sei mesi, all'inizio dell'estate 2023, a causa delle forti e - soprattutto - unanimi critiche mosse alla proposta legislativa che il pacchetto avrebbe dovuto includere.
Il pacchetto è stato finalmente pubblicato nel dicembre scorso, confermando tuttavia i peggiori timori. La direttiva proposta, infatti, stigmatizzerebbe le ONG che ricevono fondi da governi di paesi terzi come gli Stati Uniti. La proposta stessa si presta ad essere sfruttata come pretesto dai governi autoritari che ricorrono a leggi sugli "agenti stranieri" per tentare di mettere a tacere qualsiasi opposizione democratica.
Inoltre, la direttiva contiene definizioni vaghe e lacune enormi di cui possono approfittare gli agenti (questi sì effettivi) di Mosca. I rappresentanti della società civile organizzata si chiedono perché la Commissione non istituisca un registro generale per la trasparenza che includa tutti i rappresentanti di interessi e che risulti compatibile con le normative vigenti a livello nazionale, creando così una base giuridica chiara e sicura per tutte le parti interessate.
La Commissione dovrebbe quindi ritirare l'attuale proposta di direttiva e presentare una nuova proposta nel 2025, adottando un approccio più globale che non faccia il gioco dei nemici della democrazia.