Dai fatti e dalle cifre relativi alla salute mentale nell'Unione europea non emerge un quadro rassicurante, bensì un appello ad agire. Il CESE raccomanda di adottare misure più incisive per promuovere la salute mentale a livello nazionale ed europeo. e ha inoltre chiesto una legislazione vincolante per prevenire i rischi psicosociali sul luogo di lavoro. Con il Premio per la società civile dedicato alla salute mentale il CESE rende omaggio agli sforzi continui compiuti dalla società civile per migliorare il benessere dei cittadini europei.

  1. Il CESE ha deciso di dedicare il Premio per la società civile – fiore all'occhiello del Comitato - alla salute mentale considerato che, all'indomani della pandemia di COVID-19, disturbi mentali come l'ansia e la depressione sono aumentati in maniera significativa in tutta Europa. Secondo l'OCSE, la percentuale di giovani che soffrono di sintomi di ansia è più che raddoppiata in diversi paesi europei. La pandemia ha inoltre abbassato l'età in cui insorgono i disturbi alimentari, in particolare tra gli adolescenti. Già prima della pandemia di COVID-19 almeno 84 milioni di persone, circa una su sei, soffrivano di problemi di salute mentale nell'Unione europea.
  2. Circa il 4 % dei decessi annuali nell'UE è riconducibile a disturbi mentali e comportamentali. La cattiva salute mentale ha inoltre un impatto economico enorme, in quanto i suoi costi diretti e indiretti sono pari a circa il 4 % del PIL. Oltre un terzo di questi costi deriva da tassi di occupazione più bassi e dal calo della produttività sul lavoro.
  3. Secondo i dati di Eurostat, nel 2020 il 44,6 % della popolazione attiva di età compresa tra i 15 e i 64 anni nell'UE ha segnalato la presenza di fattori di rischio per il proprio benessere mentale sul lavoro. Quasi un quinto degli occupati nell'UE ha riferito che il sovraccarico di lavoro o l'incalzare delle scadenze costituivano i principali fattori di rischio per il benessere mentale sul lavoro.
  4. Il benessere mentale è diventato una priorità dell'agenda politica dell'UE. Di conseguenza, nel giugno 2023 la Commissione ha adottato un approccio globale in materia di salute mentale. Con una dotazione di 1,23 miliardi di EUR di finanziamenti dell'UE, questo nuovo approccio intende promuovere la salute mentale in tutte le politiche dell'Unione ed è incentrato su tre principi guida: prevenzione adeguata ed efficace; accesso a un'assistenza sanitaria e a cure per la salute mentale di alta qualità e a costi abbordabili; e reinserimento nella società dopo il recupero. La salute mentale è una priorità politica anche per il CESE ed è al centro delle sue attività.
  5. Il CESE ha ricevuto ben 105 candidature da tutta l'UE su un'ampia gamma di tematiche, dai progetti sulla prevenzione dei rischi psicosociali sul luogo di lavoro o sul contrasto di fenomeni quali l'abuso di sostanze e la cyberdipendenza, alla lotta contro la stigmatizzazione legata alla salute mentale e alla promozione dell'assistenza di tipo partecipativo. Il CESE si augura che il riconoscimento e la segnalazione di questi grandi sforzi compiuti da attori non statali a favore della salute mentale possano riuscire a ispirare anche altri a promuovere iniziative simili. (sg)