European Economic
and Social Committee
La società civile deve poter monitorare la gestione dei rifiuti radioattivi, e per far ciò le servono fondi
Gli Stati membri dell'UE dovrebbero agevolare il dialogo inclusivo, l'apertura e la trasparenza nei confronti della società civile riguardo a tutti gli aspetti della gestione dei rifiuti radioattivi. Ciò vale sia per i territori che ospitano già i relativi siti sia per quelli che potrebbero ospitarne in futuro, tanto più in quanto, nel prossimo decennio e oltre, ogni anno saranno prodotte quantità sempre maggiori di rifiuti radioattivi.
Su questo tema, in un parere adottato nella sessione plenaria di ottobre il CESE prende una posizione di grande fermezza. Sostiene infatti che i finanziamenti disponibili andrebbero utilizzati per sviluppare la capacità dei gruppi della società civile - e in particolare delle comunità locali situate in prossimità di impianti nucleari - di partecipare in maniera indipendente a progetti e studi volti a valutare il grado di partecipazione e trasparenza riguardo alla gestione dei rifiuti radioattivi.
Il CESE raccomanda agli Stati membri di riferire in merito ai metodi di partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia di gestione dei rifiuti radioattivi nonché ai modi in cui viene garantita la trasparenza in questo campo. "Il Comitato invita gli Stati membri ad attivarsi per garantire il monitoraggio della situazione dell'ambiente e della salute pubblica, nonché lo stato dello sviluppo socioeconomico, in relazione alla gestione dei rifiuti radioattivi e per garantire la divulgazione periodica dei relativi dati", spiega la relatrice Alena Mastantuono.
Gli Stati membri dovrebbero assumersi le loro responsabilità e non lasciare alle generazioni future il grave compito di trattare i rifiuti nucleari, e ciò indipendentemente dalla natura di tali rifiuti, dal loro tempo di decadimento e dal loro livello di pericolosità.
Dato che un'alta percentuale di combustibile nucleare usato può essere nuovamente trattata, i materiali fissili dovrebbero essere riciclati tal modo il fabbisogno di uranio naturale per il funzionamento dei reattori nucleari. Strategie di economia circolare metterebbero gli Stati membri in condizione di ridurre al minimo la quantità di rifiuti da gestire.
"Gli Stati membri dovrebbero assicurarsi che le valutazioni dei costi per la disattivazione e la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi tengano conto dell'aumento dei costi nel tempo. E dovrebbero garantire che i finanziamenti siano sufficienti a coprire i costi effettivi", ha dichiarato il correlatore Christophe Quarez. (MP)