Andate alle urne nelle elezioni di giugno 2024: il CESE invita i cittadini europei a votare per un'Europa unita e democratica

Con il declino della democrazia in tutti i paesi del mondo, il proliferare della disinformazione e il crescente malcontento per l'aumento dell'inflazione e l'incombente minaccia della guerra, nelle elezioni del nuovo Parlamento europeo la posta in gioco è molto alta.

Il 20 marzo il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha invitato i cittadini europei a esercitare il loro diritto democratico di voto e a recarsi alle urne in occasione delle imminenti elezioni europee, che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024.

In un dibattito sul tema Le elezioni europee del 2024 attraverso la lente della società civile, al quale hanno partecipato attivisti della società civile e i consigli economici e sociali nazionali di Francia e Bulgaria, il CESE ha dichiarato di voler mobilitare la sua rete di almeno 90 milioni di persone in tutta l'Unione e di far sì che i cittadini europei si rechino alle urne per decidere chi li rappresenterà al Parlamento europeo nei prossimi cinque anni.

Il CESE ha lanciato il suo appello in una risoluzione adottata in sessione plenaria, che ha ricevuto il sostegno dei tre gruppi in cui il Comitato è suddiviso, vale a dire i datori di lavoro, i sindacati e le organizzazioni della società civile dell'UE.

Le organizzazioni alle quali i nostri membri appartengono sono profondamente radicate nelle società civili degli Stati membri e sono nella posizione migliore per mobilitare le persone e incoraggiarle a votare. Possiamo raggiungere tutti i cittadini e far sì che vadano a votare e dobbiamo farlo: è nostro dovere morale, ha dichiarato il Presidente del CESE Oliver Röpke alla sessione plenaria.

Röpke ha aggiunto che il CESE ha unito le forze con il Parlamento europeo per contribuire ad aumentare l'affluenza alle urne, che di solito è molto più bassa rispetto alle elezioni nazionali, soprattutto in alcuni Stati membri.

Il Presidente del CESE ha sottolineato che, in un contesto caratterizzato dall'arretramento della democrazia in diversi paesi del mondo e in alcuni Stati membri, la posta in gioco appare particolarmente elevata nelle elezioni del 2024.

Queste elezioni non costituiscono la soluzione miracolosa per porre fine ai nostri problemi, dissolvere i nostri timori o alleviare le preoccupazioni dei cittadini, bensì uno strumento legittimo per esprimere i nostri desideri, esigere un futuro migliore e chiamare i responsabili politici a rispondere delle loro azioni, ha dichiarato Röpke.

Risoluzione del CESE sulle elezioni europee

Abbiamo certo attraversato tempi difficili, ma nessuno può negare che l'Unione europea ha garantito pace, democrazia, prosperità economica e progresso sociale ai suoi Stati membri e ai cittadini europei. Grazie all'Unione, siamo liberi di lavorare, studiare e fare affari in tutti gli Stati membri, ha affermato il CESE nella risoluzione.

La risoluzione sottolinea che nessun paese dell'UE può affrontare sfide quali l'aumento dell'inflazione, le guerre, la migrazione oppure l'emergenza climatica da solo: Il nazionalismo, il populismo e le soluzioni a livello di singoli Stati non sono le risposte giuste. Lo sono invece la collaborazione, la cooperazione e la convergenza.

Dobbiamo preservare la democrazia e, tra il 6 e il 9 giugno, votare per un'Unione europea democratica, unita, sostenibile, competitiva e sociale, ha dichiarato Christa Schweng, ex Presidente del CESE e relatrice della risoluzione, a nome del gruppo Datori di lavoro.

Dobbiamo difendere i valori e i diritti dell'UE. Abbiamo bisogno di maggiore integrazione, da un punto di vista sociale, economico ma anche politico, e di maggiore coesione e solidarietà per affrontare le sfide che ci attendono, ha dichiarato la relatrice Cinzia Del Rio, in rappresentanza del gruppo Lavoratori.

Votiamo per un'Unione europea che ponga al centro tutti i suoi cittadini, offrendo a ciascuno delle opportunità e permettendo a tutti di realizzare pienamente il proprio potenziale e di partecipare attivamente alla vita civica e ai processi politici, ha dichiarato il relatore Ioannis Vardakastanis a nome del gruppo Organizzazioni della società civile.

La voce della società civile dell'UE

Tutti i rappresentanti della società civile che hanno partecipato al dibattito in sessione plenaria hanno sottolineato il ruolo centrale delle elezioni europee per il futuro del progetto europeo e per la salvaguardia dei valori e della democrazia europei.

Marilyn Neven, dell'Istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale (IDEA), ha affermato che la protezione dell'integrità elettorale è diventata la priorità più importante se teniamo al futuro della democrazia e se vogliamo che la democrazia abbia un futuro.

La società civile organizzata ha il dovere di informare e documentare le elezioni europee del 2024 per sostenere i cittadini contro la disinformazione. Si tratta di un aspetto cruciale per il futuro del progetto europeo e della democrazia, ha affermato Thierry Beaudet, presidente del Consiglio economico, sociale e ambientale francese.

Gli autori della campagna partecipativa preelettorale EurHope, i Giovani federalisti europei e l'organizzazione Make.org hanno presentato la loro agenda della speranza, che enumera le priorità per l'Europa scelte dai giovani, con le istituzioni, l'economia e l'ambiente in cima all'elenco.

Speranza non significa rimanere seduti sul divano sperando che le cose migliorino, bensì alzarsi e darsi da fare. Le cose non cambiano da sole, bisogna metterle in atto. Questo è il messaggio centrale della cittadinanza attiva: andate a votare e partecipate alla vita civica!, ha dichiarato Christelle Savall, presidente del movimento Giovani federalisti europei.

Le prossime fasi

In luglio il CESE adotterà un'altra risoluzione che sarà incentrata sulle richieste della società civile al neoeletto Parlamento europeo e alla Commissione. Tra queste richieste figureranno appelli per una maggiore partecipazione dei cittadini, un più ampio dialogo con la società civile organizzata, un maggiore coinvolgimento dei giovani, uno spazio pubblico più democratico e inclusivo e un'economia al servizio di tutti.