Rafforzare la cooperazione internazionale è essenziale per rendere gli oceani sostenibili entro il 2030 e garantire la sicurezza in mare, afferma il CESE in un nuovo parere adottato nella sessione plenaria di gennaio.

Tenuto conto della sua complessità, la governance degli oceani non può essere considerata una semplice "questione di mare", ma richiede un approccio multidisciplinare e integrato a sostegno dei decisori politici di ogni livello.

L'impatto antropico sugli oceani è in molti casi dovuto ad attività terrestri. Una quota significativa dell'inquinamento marino deriva dal rilascio di rifiuti, pesticidi, antibiotici, fosfati e materie plastiche, per non parlare del problema degli ordigni inesplosi.

Secondo il CESE, il ruolo di legislatore e di attore internazionale che l'UE svolge per il rafforzamento delle reti e dei partenariati internazionali è fondamentale e le diverse parti interessate dovrebbero essere coinvolte in modo efficace e trasparente in ogni fase del processo.

"L'UE svolge un ruolo guida negli sforzi a favore degli oceani, ma tutti i paesi devono fare la loro parte: solo così le nuove generazioni potranno ancora chiamare il nostro pianeta il 'pianeta blu'", ha dichiarato il relatore del parere Palmieri.

Per conseguire la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050 e la sostenibilità entro il 2030, l'UE dovrebbe concentrarsi sull'adozione di misure volte a salvaguardare il benessere dell'ambiente marino e a proteggere gli stock ittici, due questioni vitali per numerose comunità. (mp)