Skip to main content
Newsletter Info

CESE info

European Economic and Social Committee A bridge between Europe and organised civil society

Gennaio 2021 | IT

GENERATE NEWSLETTER PDF

Lingue disponibili:

  • BG
  • CS
  • DA
  • DE
  • EL
  • EN
  • ES
  • ET
  • FI
  • FR
  • GA
  • HR
  • HU
  • IT
  • LT
  • LV
  • MT
  • NL
  • PL
  • PT
  • RO
  • SK
  • SL
  • SV
Editoriale

Possa quest'anno portare più prevedibilità, pace e gioia

Possa quest'anno portare più prevedibilità, pace e gioia

Care lettrici/cari lettori,

abbiamo iniziato questo 2021 ancora in balia della pandemia di COVID-19, limitati dalle misure di confinamento e alle prese con la destabilizzazione del mercato del lavoro, ma l'arrivo del vaccino ci dà speranza. Ciò che è importante quest'anno è garantire dosi di vaccino per tutti e convincere i nostri concittadini a farsi vaccinare. Mentre la campagna vaccinale procede, bisognerà concentrarsi sempre più sulla ripresa e sulla creazione di un'Europa post COVID-19.

Il Portogallo, che ha assunto la presidenza del Consiglio dell'UE il 1° gennaio, ha adottato con chiarezza questo approccio più ampio e lungimirante. Lisbona concentra le sue priorità sulla lotta contro la crisi economica e il suo impatto sui cittadini, promuovendo una ripresa equa, verde e digitale.

Read more in all languages

Possa quest'anno portare più prevedibilità, pace e gioia

Care lettrici/cari lettori,

abbiamo iniziato questo 2021 ancora in balia della pandemia di COVID-19, limitati dalle misure di confinamento e alle prese con la destabilizzazione del mercato del lavoro, ma l'arrivo del vaccino ci dà speranza. Ciò che è importante quest'anno è garantire dosi di vaccino per tutti e convincere i nostri concittadini a farsi vaccinare. Mentre la campagna vaccinale procede, bisognerà concentrarsi sempre più sulla ripresa e sulla creazione di un'Europa post COVID-19.

Il Portogallo, che ha assunto la presidenza del Consiglio dell'UE il 1° gennaio, ha adottato con chiarezza questo approccio più ampio e lungimirante. Lisbona concentra le sue priorità sulla lotta contro la crisi economica e il suo impatto sui cittadini, promuovendo una ripresa equa, verde e digitale.

Il CESE accoglie con favore queste priorità e contribuirà a tradurre i propositi in azioni concrete tramite i parere esplorativi richiesti dalla presidenza portoghese. Affronteremo il tema del telelavoro, anche dal punto di vista della parità di genere. I nostri membri elaboreranno dei pareri anche sulla formazione professionale e sulle sfide poste dallo spazio ferroviario europeo unico.

Un altro parere che ci è stato richiesto verterà sul ruolo dell'economia sociale nella creazione di posti di lavoro e nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali. Sempre nel campo degli affari sociali, nutro grandi aspettative per il vertice sociale informale dell'UE che si terrà a Porto nel maggio 2021. Il CESE intende continuare ad impegnarsi per l'attuazione del pilastro.

Senza dubbio continueremo a lavorare sulle transizioni verde e digitale, le due principali megatendenze che saranno cruciali nel dar forma al futuro dell'UE. Come ho evidenziato nelle priorità della mia presidenza, dobbiamo garantire che l'UE in generale e i suoi cittadini in particolare possano trarre beneficio da queste transizioni.

Il 2021 è il primo anno del nuovo bilancio a lungo termine dell'UE, ed è il momento in cui saranno erogate le risorse straordinarie disponibili nel quadro del Fondo per la ripresa Next Generation EU. Il CESE desidera monitorarne l'attuazione a livello nazionale. Le competenze "sul campo" dei nostri membri potrebbero contribuire a individuare le strozzature nell'erogazione dei fondi e a valutare l'impatto che queste risorse senza precedenti avranno sulla ripresa. Un accesso rapido ai finanziamenti continua a rivestire un'importanza fondamentale.

Purtroppo, non è stata ancora adottata alcuna decisione in merito alla Conferenza sul futuro dell'Europa. Mi auguro che il dibattito interistituzionale al riguardo si concluda presto, in modo che possiamo iniziare a lavorare sul contributo che la società civile organizzata può dare alla conferenza.

Per concludere, porteremo avanti l'importante compito di ricostruire l'immagine della nostra istituzione. Come promesso all'inizio della mia presidenza, stiamo lavorando per innalzare gli standard etici e aumentare la trasparenza attraverso un codice di condotta rafforzato.

Sperando che possiate leggere con interesse questa newsletter, vi porgo i miei migliori auguri per il 2021! Possa quest'anno portarci più prevedibilità, pace e gioia.

Christa Schweng

Presidente del CESE

Date da ricordare


24 - 25 febbraio 2021, Bruxelles:
sessione plenaria del CESE


18 - 19 marzo 2021, Bruxelles:
La vostra Europa, la vostra opinione! 2021

"Una domanda a…"

Una domanda a…

Nella nostra sezione intitolata "Una domanda a… " invitiamo i membri del CESE a rispondere a una domanda su una tema di attualità che ci sembra particolarmente pertinente.
 

Read more in all languages

Nella nostra sezione intitolata "Una domanda a… " invitiamo i membri del CESE a rispondere a una domanda su una tema di attualità che ci sembra particolarmente pertinente.

Abbiamo chiesto a Dimitris Dimitriadis, presidente della sezione Relazioni esterne, di condividere con i lettori di CESE Info il suo parere sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
 

Per un partenariato solido tra l'Unione europea e gli Stati Uniti

A cura di Dimitris Dimitriadis, presidente della sezione Relazioni esterne

La nuova agenda transatlantica è attualmente al centro dell'agenda politica di tutte le istituzioni europee. Il nostro Comitato, e in particolare la sezione Relazioni esterne, vi aderisce totalmente, come dimostrano non solo la recente riunione del comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche del CESE, in cui diversi ospiti di spicco hanno sottolineato l'importanza di un dialogo forte e solido con la società civile, e la dichiarazione del Presidente del CESE, ma anche la mia dichiarazione sulle elezioni del 2020 negli Stati Uniti, in cui ho espresso l'auspicio di un solido partenariato per affrontare le sfide globali.

Read more in all languages

A cura di Dimitris Dimitriadis, presidente della sezione Relazioni esterne

La nuova agenda transatlantica è attualmente al centro dell'agenda politica di tutte le istituzioni europee. Il nostro Comitato, e in particolare la sezione Relazioni esterne, vi aderisce totalmente, come dimostrano non solo la recente riunione del comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche del CESE, in cui diversi ospiti di spicco hanno sottolineato l'importanza di un dialogo forte e solido con la società civile, e la dichiarazione del Presidente del CESE, ma anche la mia dichiarazione sulle elezioni del 2020 negli Stati Uniti, in cui ho espresso l'auspicio di un solido partenariato per affrontare le sfide globali.

L'Unione europea è e sarà sempre un partner e un alleato solido degli Stati Uniti, e saremo lieti di ristabilire un dialogo produttivo e proficuo su tutte le questioni bloccate sotto la precedente amministrazione.

Approvo pertanto gli ambiti individuati per una potenziale cooperazione rafforzata (collaborare per un mondo più sano - COVID-19 e oltre; collaborare per proteggere il nostro pianeta e la nostra prosperità; collaborare in materia di tecnologia, commercio e norme; e da ultimo, ma non meno importante, collaborare per un mondo più sicuro, prospero e democratico) e sono convinto che un forte dialogo con la società civile e delle relazioni interpersonali solide siano cruciali per conseguire tali obiettivi. Tra questi ultimi figurano ovviamente i principi del multilateralismo e le strutture internazionali che abbiamo contribuito a creare con un impegno congiunto.

Il nostro Comitato, in quanto rappresentante delle organizzazioni della società civile europea, e, in particolare, Christian Moos, presidente del nostro comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche, ed io stesso, in qualità di presidente della sezione Relazioni esterne, ribadiamo il nostro impegno e la nostra determinazione a consolidare i ponti che uniscono le due sponde dell'Atlantico.

Indovinate chi è il nostro ospite...

L'ospite a sorpresa

Ogni mese vi invitiamo a scoprire il nostro ospite a sorpresa: una personalità nota nel panorama europeo e in sintonia con l'attualità, che ci presenterà la sua visione del mondo, ci porterà una ventata di novità, ci mostrerà nuovi orizzonti, sarà per noi fonte di ispirazione e di conoscenze al passo con i tempi.

Read more in all languages

Ogni mese vi invitiamo a scoprire il nostro ospite a sorpresa: una personalità nota nel panorama europeo e in sintonia con l'attualità, che ci presenterà la sua visione del mondo, ci porterà una ventata di novità, ci mostrerà nuovi orizzonti, sarà per noi fonte di ispirazione e di conoscenze al passo con i tempi.

L'ospite a sorpresa di questa edizione è la docente universitaria ed europarlamentare Danuta Hübner, il cui percorso professionale ricco e articolato è sempre stato all'insegna dei temi internazionali ed europei.

In Polonia è stata soprannominata "la signora Europa", poiché è stata una delle figure più importanti nell'adesione del suo paese all'Unione europea. Tra il 2001 e il 2004 è stata ministro degli Affari europei, prima di diventare il primo membro polacco della Commissione europea, responsabile successivamente del Commercio internazionale e della Politica regionale nella Commissione guidata da Romano Prodi e poi in quella di José Manuel Barroso (2004-2009).

Dopo aver ottenuto un seggio alle elezioni del Parlamento europeo del 2009, è diventata membro del gruppo del Partito popolare europeo e presidente della commissione per lo Sviluppo regionale. Eletta nuovamente al Parlamento europeo nel 2014-2019, ha presieduto la commissione per gli Affari costituzionali.

Rieletta per la terza volta nel 2019, è membro della commissione per il Commercio internazionale, della commissione per i Problemi economici e monetari e della commissione per gli Affari costituzionali - in seno a quest'ultima è la coordinatrice del PPE. È stata anche membro del gruppo direttivo sulla Brexit del Parlamento europeo e attualmente presiede il gruppo di monitoraggio sull'attuazione dell'accordo di recesso del Regno Unito.
 

La nostra ospite a sorpresa, la professoressa Danuta Hübner, presenta ai lettori di CESE Info il suo punto di vista sulla Brexit

Il 23 giugno 2016 si è svolto nel Regno Unito un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se il paese dovesse uscire dall'Unione europea. Con una ristretta maggioranza il popolo britannico si è pronunciato per l'uscita dall'UE. Il referendum ha dato risultati differenti da una regione all'altra del paese: in Scozia, in Irlanda del Nord e a Londra la maggioranza si è espressa per la permanenza nell'UE. Nondimeno, a seguito del referendum, il governo del Regno Unito si è impegnato ad attuare la Brexit. In un primo tempo, il 1º febbraio 2020, è entrato in vigore l'accordo di recesso, che prevedeva un periodo di transizione di 11 mesi. Ciò ha garantito la certezza giuridica a tutti i soggetti interessati dalla Brexit. Quindi, il 1º gennaio 2021, con l'entrata in vigore dell'accordo sulle future relazioni, il Regno Unito è diventato ufficialmente un paese terzo. 

Read more in all languages

Il 23 giugno 2016 si è svolto nel Regno Unito un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se il paese dovesse uscire dall'Unione europea. Con una ristretta maggioranza il popolo britannico si è pronunciato per l'uscita dall'UE. Il referendum ha dato risultati differenti da una regione all'altra del paese: in Scozia, in Irlanda del Nord e a Londra la maggioranza si è espressa per la permanenza nell'UE. Nondimeno, a seguito del referendum il governo del Regno Unito si è impegnato ad attuare la Brexit. In un primo tempo, il 1º febbraio 2020, è entrato in vigore l'accordo di recesso, che prevedeva un periodo di transizione di 11 mesi. Ciò ha garantito la certezza giuridica a tutti i soggetti interessati dalla Brexit. Quindi, il 1º gennaio 2021, con l'entrata in vigore dell'accordo sulle future relazioni, il Regno Unito è diventato ufficialmente un paese terzo. 

L'accordo sul commercio e la cooperazione tra l'UE e il Regno Unito è per molti versi una novità. La sua caratteristica più importante è quella di avere notevolmente ridotto le relazioni tra il Regno Unito e l'UE, che le due parti avevano costruito insieme per oltre 45 anni. 

Una grande economia ha lasciato volontariamente una zona di scambi preferenziali, un mercato unico senza frontiere di 450 milioni di persone e il più grande e influente potere normativo e regolamentare al mondo. 

Lo ha fatto in un momento in cui tre grandi potenze globali - Stati Uniti, UE e Cina - si avviano ad esercitare una chiara influenza sugli affari mondiali, e mentre una pandemia su scala planetaria impone solidarietà e cooperazione. L'uscita dall'UE è stata dettata dalla volontà politica di riacquistare il controllo e da un'interpretazione alquanto tradizionalistica del concetto di sovranità.

I negoziati sull'accordo di recesso sono stati difficili, sofferti e pieni di incertezze, e il rischio di un mancato accordo è stato scongiurato solo in extremis alla fine del periodo transitorio. Tuttavia, la Commissione europea è riuscita a portare avanti i negoziati abbastanza a lungo da giungere al momento in cui l'accordo è divenuto possibile. Fortunatamente, il governo britannico non si è servito dell'argomento della sovranità come pretesto per un mancato accordo che sarebbe stato disastroso. 

L'UE ha sempre tenuto a scongiurare l'eventualità di un mancato accordo, consapevole, tra l'altro, del fatto che anche un accordo con molti limiti è meglio di nessun accordo. In ogni caso, con o senza accordo, vi saranno distorsioni e costi a carico della collettività e del mondo imprenditoriale su entrambe le sponde della Manica. 

Ora che il Regno Unito è un paese terzo, anche le misure di preparazione più efficaci non possono tutelarci pienamente dalle conseguenze della Brexit. Dal lato positivo, tutte le misure dell'accordo di recesso riguardanti la frontiera irlandese e i diritti dei cittadini sono state attuate e sono diventate operative in tempo utile. 

Va detto che il Parlamento europeo ha gestito con grande flessibilità la sua prerogativa democratica di vagliare il futuro accordo e, nelle circostanze eccezionali che si erano create, ha acconsentito alla sua applicazione provvisoria. 

Il Parlamento ha deciso di pagare questo prezzo perché riteniamo che il raggiungimento di un accordo sul futuro partenariato ci consentirà di mantenere aperto un dialogo duraturo tra le due sponde della Manica. Il prezzo pagato era quindi giustificato. 

Nessuno sa quale potrebbe essere l'esito di un referendum se venisse organizzato oggi che l'opinione pubblica britannica è in generale molto meglio informata di quanto non fosse nel 2016 sulle conseguenze della rinuncia alla cittadinanza dell'Unione europea, e adesso che il mondo intorno al Regno Unito è cambiato così radicalmente. Nel Regno Unito predomina ancora lo stesso atteggiamento nei confronti della Brexit? Non lo sapremo mai. Ma faccio i migliori auguri ai nostri amici britannici. 

Il grado di preparazione di tutte le parti in causa di fronte al nuovo contesto sarà messo alla prova dei fatti. Lo stesso vale per l'accordo raggiunto e per il valore della sovranità britannica. 

Le due parti considerano adeguato l'accordo raggiunto. Ma le inevitabili perturbazioni avranno un costo, e anche l'uscita del paese dal mercato unico e dall'unione doganale non sarà senza conseguenze per i consumatori e per le imprese. Gli studenti dell'UE che intendono proseguire gli studi nel Regno Unito non godranno più della parità di condizioni con gli studenti britannici. Il governo britannico non era interessato alla partecipazione del Regno Unito al programma di scambio Erasmus. 

La libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali tra l'UE e il Regno Unito è ormai dietro di noi, e d'ora in poi ci saranno ostacoli alla mobilità e agli scambi commerciali. 

La City di Londra rimarrà un importante polo finanziario mondiale, e spero che saremo in grado di mettere a punto un approccio cooperativo. 

L'accordo del Venerdì Santo è stato preservato. L'UE è riuscita a difendere l'integrità del suo mercato interno con 450 milioni di partecipanti. Ha inoltre mantenuto la sua unità fin dal primo giorno, proteggendo nel contempo i suoi valori e principi fondamentali. 

Al termine dei negoziati la Presidente della Commissione europea ha espresso soddisfazione e sollievo. È vero che la Brexit ci è costata molto tempo ed energia. Adesso è fatta. Il Regno Unito proseguirà il suo percorso da solo. L'Unione europea deve ora concentrarsi sul suo futuro e sulla sua missione globale. 

L'accordo sulle nostre relazioni future è complesso. La sua attuazione e la sua applicazione comportano un gran numero di rischi e di sfide. Abbiamo davanti tempi difficili. Sebbene si tratti di un accordo senza precedenti, vi sono questioni ancora in sospeso. I colloqui proseguiranno e il dialogo normativo sarà fondamentale. E i nostri amici britannici devono ancora farsi un'idea precisa di cosa significhi essere un paese terzo. La cosa positiva è che avere un accordo ci aiuterà a proseguire il dialogo. 

Professoressa Danuta Hübner,

Europarlamentare

Notizie dal CESE

La realizzazione del QFP, l'accordo sulla Brexit e la vaccinazione tra le priorità della presidenza portoghese dell'UE

Il 1° gennaio 2021 il Portogallo ha assunto la presidenza del Consiglio dell'UE all'insegna del motto "Tempo di agire: per una ripresa equa, verde e digitale".

La presidenza portoghese dovrà affrontare il difficile compito di tradurre in pratica gli accordi stipulati nell'ultimo periodo della presidenza tedesca sul bilancio pluriennale dell'UE (QFP) e sul Fondo per la ripresa, attuare l'accordo post-Brexit con il Regno Unito e supervisionare la vaccinazione dell'Europa contro la COVID-19.

Read more in all languages

Il 1° gennaio 2021 il Portogallo ha assunto la presidenza del Consiglio dell'UE all'insegna del motto "Tempo di agire: per una ripresa equa, verde e digitale".

La presidenza portoghese dovrà affrontare il difficile compito di tradurre in pratica gli accordi stipulati nell'ultimo periodo della presidenza tedesca sul bilancio pluriennale dell'UE (QFP) e sul Fondo per la ripresa, attuare l'accordo post-Brexit con il Regno Unito e supervisionare la vaccinazione dell'Europa contro la COVID-19.

La presidenza ha cinque obiettivi chiari per i prossimi sei mesi:

  • mettere in moto il QFP, adottando i necessari regolamenti e avviando i programmi a esso associati;
  • far sì che i diversi paesi possano accedere quanto prima al fondo per la ripresa e la resilienza, accelerando in tal modo le transizioni verde e digitale;
  • attuare con successo il piano di vaccinazione per l'Europa e contribuire alla sua estensione al resto del mondo;
  • attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e dargli un impulso decisivo durante il vertice sociale previsto a Oporto il 7 e 8 maggio;
  • rafforzare le relazioni dell'UE con partner strategici fondamentali quali l'India e l'Africa e rilanciare le relazioni con gli Stati Uniti. 

Il CESE contribuirà al lavoro della presidenza portoghese per garantire che sia ascoltata la voce della società civile europea. In particolare, il CESE condividerà i punti di vista della società civile sui seguenti temi, elaborando pareri su richiesta della presidenza:

  • Le sfide poste dal telelavoro: organizzazione dell'orario di lavoro, equilibrio tra attività lavorativa e vita privata e diritto a scollegarsi
  • Formazione professionale: l'efficacia dei sistemi per anticipare e far combaciare le competenze e le esigenze del mercato del lavoro e il ruolo delle parti sociali e delle diverse parti interessate
  • Il ruolo dell'economia sociale nella creazione di posti di lavoro e nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali
  • Telelavoro e parità di genere - assicurare le condizioni affinché il telelavoro non aggravi la ripartizione non uniforme delle attività di assistenza e di lavoro domestico non retribuite tra donne e uomini e costituisca un motore per la promozione della parità di genere
  • Spazio ferroviario europeo unico
  • Come promuovere le competenze di cui l'Europa ha bisogno per creare una società più giusta, più coesa, più sostenibile, più digitale e più resiliente attraverso l'apprendimento e la formazione permanenti

Il Portogallo deterrà la presidenza semestrale del Consiglio dell'Unione europea dal 1° gennaio al 30 giugno. Seguirà la Slovenia, che nel secondo semestre del 2021 concluderà il trio delle presidenze iniziato dalla Germania.

Sarà la quarta presidenza portoghese da quando il paese ha aderito all'UE nel 1986. (mr)

Il CESE dà il benvenuto all'influente attivista irlandese per i diritti delle persone con disabilità Sinéad Burke

Il 2 dicembre, il Comitato economico e sociale europeo ha organizzato un dibattito con la scrittrice irlandese e attivista per i diritti delle persone con disabilità Sinéad Burke nel quadro della sessione plenaria dedicata all'emancipazione delle persone con disabilità e alla loro inclusione in tutti i settori della vita economica, sociale e politica nell'UE e non solo.

Read more in all languages

Il 2 dicembre, il Comitato economico e sociale europeo ha organizzato un dibattito con la scrittrice irlandese e attivista per i diritti delle persone con disabilità Sinéad Burke nel quadro della sessione plenaria dedicata all'emancipazione delle persone con disabilità e alla loro inclusione in tutti i settori della vita economica, sociale e politica nell'UE e non solo.

Il dibattito, che si è svolto alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità, è stato contrassegnato da un discorso stimolante e molto personale tenuto da Burke.

"Vi chiedo di trasformare il mondo delle persone con disabilità assieme a loro e non per loro. Vi sono molto grata per aver promosso questa conversazione e aver lanciato il dibattito. Ma questo confronto non può essere un'iniziativa momentanea. È un movimento al quale vi invito ad unirvi", questo è l'appello che ha lanciato Sinéad Burke alla sessione plenaria del CESE, parlando per la prima volta alle istituzioni dell'UE.

Burke ha vinto da poco un premio letterario per il suo primo libro Break the Mould ("Rompere gli schemi"), in cui invita i bambini ad accettare le differenze e a essere orgogliosi di se stessi così come sono. L'attivista irlandese è anche la prima persona affetta da nanismo a essere apparsa sulla copertina di Vogue e ad aver partecipato al gala del Met di New York. Con la sua società di consulenza Tilting the Lens, si adopera per accelerare un cambiamento sistemico nella percezione e nel trattamento delle persone con disabilità nell'ambito dell'istruzione e della progettazione.

Nel dare il benvenuto a Sinéad Burke, la Presidente del CESE Christa Schweng ha parlato dell'importanza della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), un trattato internazionale rivoluzionario che ha cambiato il modo in cui percepiamo la disabilità.

"Purtroppo la situazione è ancora difficile e sono necessarie altre misure", ha dichiarato Schweng.

Gli oratori intervenuti nel dibattito hanno sottolineato l'importanza di un'istruzione e di un'occupazione inclusive, di luoghi di lavoro accessibili e del modo in cui viene usata la lingua, tutti aspetti che dovrebbero far sentire le persone con disabilità sicure e a proprio agio. È inoltre fondamentale coinvolgere queste persone in tutte le decisioni che le riguardano direttamente.

Il dibattito ha messo in luce gli effetti devastanti della pandemia sulle persone con disabilità.

La strategia dell'UE sulla disabilità per il prossimo decennio può essere efficace solo se tiene conto delle conseguenze della pandemia e se incide sulle politiche e sulla spesa degli Stati membri", ha avvertito il capo del gruppo tematico Diritti delle persone con disabilità del CESE Pietro Vittorio Barbieri.

Per parte sua, Ioannis Vardakastanis, membro del CESE e presidente del Forum europeo sulla disabilità, ha osservato che le persone con disabilità sono state trascurate dai responsabili politici.

"Anche la situazione sanitaria e la vita delle persone con disabilità sono importanti" ha sottolineato Vardakastanis. (ll)

 

Diritti all'unità delle persone con disabilità

Vi invitiamo a rivivere alcuni dei momenti chiave della conferenza stampa virtuale organizzata dall'unità Stampa il 2 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2020.

Read more in all languages

Vi invitiamo a rivivere alcuni dei momenti chiave della conferenza stampa virtuale organizzata dall'unità Stampa il 2 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2020.

Quali insegnamenti possiamo trarre per le persone con disabilità dalla crisi della pandemia, che dura da quasi un anno?

Questa è solo una delle tante domande. Vi invitiamo a leggere le opinioni dei nostri ospiti.

Presentazione in sintesi

Sinéad Burke - attivista irlandese per i diritti dei disabili e direttrice di Tilting the Lens: "Sono una donna disabile, un'educatrice, una scrittrice e un'attivista per i diritti dei disabili".

Ioannis Vardakastanis - membro del CESE e attivista per i diritti delle persone con disabilità, presidente del Forum europeo sulla disabilità: "Ho dedicato la mia vita alla sensibilizzazione, alla promozione, alla lotta per i diritti delle persone con disabilità, dal paesino in cui sono nato al mondo intero".

Krzysztof Pater - membro del CESE e autore della relazione sul diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni del Parlamento europeo: "Da 20 anni mi adopero per aiutare le persone con disabilità, trovare soluzioni ai loro problemi e creare un contesto giuridico migliore per loro".

Pietro Vittorio Barbieri - presidente del gruppo di studio tematico del CESE Diritti delle persone con disabilità: "Oggi non è un giorno come gli altri: la crisi che attraversiamo ci sta portando dall'inclusione all'esclusione. Il problema principale è quello dell'isolamento delle persone durante la pandemia".

Punti di vista interessanti...

Siete ottimisti riguardo ai vostri sforzi per incoraggiare i bambini ad accettare le differenze e ad apprezzare la propria individualità? Come reagiscono quando vengono posti di fronte alla diversità?

Sinéad Burke: "Nutro la concreta speranza che il futuro sarà migliore. Spesso diciamo che i bambini non vedono le differenze, ma io non penso che sia vero. Vedono bene le differenze e sono consapevoli dell'identità, ma ciò che li distingue dagli adulti è che rispondono con curiosità. Vorrei chiedere agli adulti di osservare le reazioni dei bambini: l'accettazione e la curiosità sono molto importanti. Credo che gli adulti debbano trarre ispirazione e prendere esempio dai bambini nella loro risposta alla disabilità".

Che cosa possiamo fare per evitare che le persone con disabilità dell'Irlanda del Nord siano separate dalla Repubblica d'Irlanda in termini di diritti umani e condizioni di lavoro, in particolare per quanto riguarda i telelavoratori con disabilità?

Ioannis Vardakastanis: "Continueremo a collaborare con le organizzazioni per le persone con disabilità, e le questioni che le riguardano saranno tra le priorità dell'agenda. Il messaggio è chiaro. L'unità e i diritti delle persone con disabilità devono essere rispettati da tutti i governi: queste persone non possono essere isolate per via della Brexit o di altre decisioni politiche."

Pietro Vittorio Barbieri: "L'accordo sulla Brexit, previsto per fine 2020, definirà l'agenda politica".

Sinéad Burke: "Con l'avvicinarsi della Brexit, dovremmo smettere di pensare ai profitti e agli scambi commerciali: occorre spostare l'attenzione sulle persone. È importante elaborare politiche incentrate sulle persone, in particolare nel contesto della pandemia. Spero che continueremo ad essere a fianco degli emarginati, che sono spesso persone con disabilità, e a sostenerli".

Krzysztof Pater: "Il Forum europeo sulla disabilità è una piattaforma straordinaria. Quando abbiamo elaborato la relazione, e prima delle elezioni del Parlamento europeo, nessuno pensava che il Regno Unito avrebbe lasciato l'UE, ma vi sono diverse soluzioni legislative britanniche che molte organizzazioni dell'Unione dovrebbero prendere in considerazione".

Qual è stato, secondo voi, il maggiore impatto della pandemia sulle persone con disabilità, e quali aspetti della vita quotidiana sono stati maggiormente colpiti?

Krzysztof Pater: "Vorrei ricordare in particolare la mancanza di contatti con gli altri, che incide non solo sulla salute mentale delle persone, ma anche sulla loro vita quotidiana (in termini di assistenza, acquisti, riabilitazione). I piani d'azione imposti dai governi durante la pandemia hanno dimenticato le persone che vivono in istituti di assistenza a lungo termine".

Pietro Vittorio Barbieri: "Le persone più colpite sono quelle che vivono negli istituti di assistenza, e l'effetto più evidente è la sensazione di isolamento. Gli anziani sono stati abbandonati".

Sinéad Burke: "Durante la pandemia si è misurata la capacità delle persone di sopravvivere alle terapie. Gli anziani e i disabili avevano meno probabilità di venire curati. Ci sono vite che valgono più di altre? Ora che stiamo progettando luoghi per il distanziamento sociale abbiamo l'opportunità di creare nuove basi e di riflettere su quale mondo vorremmo, ponendo le persone con disabilità al centro di questo sviluppo".

Ioannis Vardakastanis: "Per parafrasare lo slogan in voga negli Stati Uniti, anche le vite delle persone con disabilità sono importanti. La pandemia ha messo in risalto l'esclusione, la povertà sanitaria, la discriminazione e le disuguaglianze nel sistema sanitario. Il principio "nulla su di noi senza di noi" deve essere il motore di un reale cambiamento delle politiche e dei sistemi affinché la vita delle persone con disabilità conti veramente".(at)

Il CESE chiede una modifica della legge elettorale dell'UE

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha invitato il Parlamento europeo (PE), il Consiglio dell'UE e gli Stati membri a modificare con urgenza l'Atto elettorale del 1976 in modo da garantire che tutti i cittadini dell'UE con disabilità abbiano un effettivo diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.

Read more in all languages

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha invitato il Parlamento europeo (PE), il Consiglio dell'UE e gli Stati membri a modificare con urgenza l'Atto elettorale del 1976 in modo da garantire che tutti i cittadini dell'UE con disabilità abbiano un effettivo diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.

Nel suo parere sul tema La necessità di garantire l'effettivo diritto di voto per le persone con disabilità nelle elezioni del Parlamento europeo, adottato il 2 dicembre, il CESE chiede che il testo dell'Atto chiarisca i principi del suffragio universale e diretto e della segretezza delle elezioni.

Ciò porrebbe fine alla discriminazione nei confronti degli elettori con disabilità legata alle norme o alle modalità vigenti nei diversi Stati membri, che differiscono notevolmente da un paese all'altro. La modifica della legge elettorale potrebbe inoltre eliminare gli ostacoli giuridici o tecnici attualmente esistenti in Europa, che privano milioni di cittadini del diritto di voto.

Il parere fa seguito alla relazione informativa del CESE che ha rilevato come, per via di queste barriere, nessuno dei paesi dell'UE abbia potuto garantire che le elezioni fossero accessibili a tutti.

I risultati della relazione, pubblicata due mesi prima delle elezioni del Parlamento europeo, sono stati successivamente confermati dalle relazioni elettorali dei media e delle organizzazioni della società civile.

"Il CESE ritiene che tale discriminazione sia inaccettabile e contraria ai valori fondamentali dell'UE, ai Trattati e ai principali atti giuridici e politici internazionali", ha dichiarato Krzysztof Pater, relatore della relazione e del parere.

"Ciò che chiediamo è il rispetto del principio della parità dei diritti per tutti. Com'è possibile che nel XXI secolo milioni di cittadini dell'UE con disabilità non possano godere del loro diritto di voto, e che i responsabili politici non facciano quasi nulla per cambiare questa situazione? Si tratta di una questione fondamentale per la democrazia dell'UE, ma soprattutto di una questione di dignità umana", ha sottolineato Pater.

Secondo il CESE, le pratiche esistenti che discriminano i cittadini dell'UE con disabilità possono essere eliminate rapidamente modificando la legge elettorale in modo da obbligare i paesi dell'UE ad applicare norme che garantiscano a tali persone un effettivo diritto di voto.

Dette norme includono una dichiarazione per cui nessun cittadino dell'UE può essere privato del diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo a causa di una disabilità o di uno stato di salute sulla base di norme nazionali.

Le norme necessarie a chiarire i principi di suffragio diretto e segreto garantiranno che tutte le persone con disabilità, indipendentemente dal tipo di disabilità, possano votare in segreto e senza assistenza. (ll)

Congratulazioni per aver garantito la conclusione di un partenariato globale tra l'UE e il Regno Unito

Dichiarazione congiunta di Christa Schweng, Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE), e Jack O'Connor, presidente del gruppo di monitoraggio Brexit del CESE

Congratulazioni ai negoziatori dell'Unione europea e del Regno Unito per aver portato a termine un negoziato estremamente complesso e difficile, che ha permesso di giungere a un accordo commerciale di vitale importanza per i cittadini britannici e di tutta l'Europa

Read more in all languages

Dichiarazione congiunta di Christa Schweng, Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE), e Jack O'Connor, presidente del gruppo di monitoraggio Brexit del CESE

Congratulazioni ai negoziatori dell'Unione europea e del Regno Unito per aver portato a termine un negoziato estremamente complesso e difficile, che ha permesso di giungere a un accordo commerciale di vitale importanza per i cittadini britannici e di tutta l'Europa

Ora il CESE è pronto a creare tutti i collegamenti possibili con la società civile del Regno Unito.

Siamo innanzitutto profondamente sollevati che, al termine di un negoziato lungo e complesso, l'UE e il governo britannico siano riusciti all'ultimo minuto a concludere un accordo di partenariato.

A seguito della decisione del Regno Unito di lasciare l'UE il 31 gennaio 2020, dopo averne fatto parte per 47 anni, era assolutamente vitale sapere in che modo i due partner avrebbero gestito le loro relazioni future.

L'accordo di partenariato sarà il fondamento su cui saranno costruite le relazioni tra l'UE e il Regno Unito.

A nome del CESE esprimiamo le nostre più sentite congratulazioni a Michel Barnier, capo negoziatore dell'UE, e alla sua équipe, che hanno dato prova di indiscutibile professionalità, resilienza ed esperienza, lavorando senza sosta per tenere unito il fronte europeo.

Naturalmente desideriamo estendere le nostre congratulazioni anche alla delegazione del Regno Unito, che si è adoperata con successo per concludere l'accordo. Sappiamo bene che il percorso è stato tutt'altro che facile.

Grazie al nuovo accordo di partenariato, dal 1° gennaio 2021 le imprese, i lavoratori e i cittadini delle due sponde della Manica saranno in grado di organizzarsi. L'accordo apporta infatti delle certezze, ossia proprio l'elemento indispensabile affinché le imprese possano pianificare i loro investimenti, i lavoratori decidere dove svolgere la loro attività e i cittadini scegliere dove vivere.

Il CESE ha seguito da vicino i negoziati sulla Brexit, anche attraverso un gruppo di lavoro ad hoc creato al suo interno.

Per il futuro ci impegneremo ad ottimizzare la cooperazione con le altre istituzioni europee e con i soggetti chiave, nonché a creare tutti i possibili collegamenti con la società civile del Regno Unito. Oggi più che mai, siamo convinti che questa dovrà essere la missione del CESE per gli anni a venire.

Christa Schweng

Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE)

Jack O'Connor

Presidente del gruppo di monitoraggio Brexit del CESE

 

Bilancio dell'UE 2021-2027: il CESE plaude al fatto che si sia tenuto conto del punto di vista della società civile

Il CESE accoglie con soddisfazione l'accordo dei capi di Stato e di governo dell'UE sul quadro finanziario pluriennale (QFP) per il 2021-2027, raggiunto il 10 dicembre scorso. Il compromesso sul bilancio europeo e sul fondo per la ripresa, cui si aggiunge un meccanismo di condizionalità per il rispetto dello Stato di diritto, tiene conto del contributo proattivo e globale del CESE in favore di un QFP più ambizioso per l'Unione.

Read more in all languages

Il CESE accoglie con soddisfazione l'accordo dei capi di Stato e di governo dell'UE sul quadro finanziario pluriennale (QFP) per il 2021-2027, raggiunto il 10 dicembre scorso. Il compromesso sul bilancio europeo e sul fondo per la ripresa, cui si aggiunge un meccanismo di condizionalità per il rispetto dello Stato di diritto, tiene conto del contributo proattivo e globale del CESE in favore di un QFP più ambizioso per l'Unione.

Sostenendo la ripresa europea e contribuendo a costruire un'Unione europea più forte, più verde e più digitale, il CESE continua a svolgere un ruolo unico nella definizione delle politiche dell'UE. Il suo apporto in qualità di portavoce delle organizzazioni della società civile si è rivelato ancora una volta importante, come dimostrano i suoi numerosi pareri sul bilancio a lungo termine dell'UE dei quali hanno tenuto conto le istituzioni dell'Unione.

"È nostro preciso compito far conoscere i benefici che deriveranno per la società civile dall'incremento del bilancio europeo per il periodo 2021-2027. E sono lieto di constatare che il contributo del CESE ha fatto la differenza. L'accordo sul nuovo QFP e sul nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza è arrivato al momento opportuno. Ci auguriamo che esso rappresenti il punto di partenza per una rapida ripresa dell'Europa e l'elemento costitutivo di un'Unione più forte e più verde, e che il risultato finale sia in linea con le ambizioni e le esigenze dell'UE", ha dichiarato Cillian Lohan, vicepresidente del CESE responsabile della Comunicazione.

Per leggere il testo della dichiarazione della Presidente del CESE Christa Schweng in merito al quadro finanziario pluriennale 2021-27 e al Fondo per la ripresa, cliccare qui.

Per informazioni sui pareri del CESE che hanno influito sul QFP, si rimanda alla scheda qui allegata (mp).

#DigitalServicesAct, #DigitalMarketsAct: È tempo che la nostra democrazia si metta al passo con gli sviluppi tecnologici

Le ultime iniziative adottate dalla Commissione europea per regolamentare i servizi e i mercati digitali garantiranno che i provider si assumano la responsabilità dei servizi che offrono e che i giganti del digitale non impongano le loro regole sui mercati europei, ha sottolineato la vicepresidente esecutiva della Commissione Margrethe Vestager nel suo intervento alla sessione plenaria di dicembre del CESE

Read more in all languages

Le ultime iniziative adottate dalla Commissione europea per regolamentare i servizi e i mercati digitali garantiranno che i provider si assumano la responsabilità dei servizi che offrono e che i giganti del digitale non impongano le loro regole sui mercati europei, ha sottolineato la vicepresidente esecutiva della Commissione Margrethe Vestager nel suo intervento alla sessione plenaria di dicembre del CESE

Le normative sui servizi digitali e sui mercati digitali, pubblicate dalla Commissione il 15 dicembre, contribuiranno a mettere la democrazia europea al passo con gli sviluppi degli ultimi vent'anni in questo campo, precisando le modalità di fornitura dei servizi digitali e di funzionamento dei mercati del settore, ha dichiarato Vestager alla sessione plenaria del CESE nel corso di un dibattito sul tema Un'Europa pronta per l'era digitale.

La Presidente del CESE Christa Schweng ha osservato che oggi la transizione digitale è più importante che mai poiché costituisce una delle due componenti fondamentali, insieme alla transizione verde, della ripresa europea dalla crisi della COVID-19.

La Presidente ha citato un recente studio secondo cui, grazie alle nuove tecnologie digitali, il PIL dell'UE registrerà entro il 2030 un'ulteriore crescita complessiva di 2 200 miliardi di EUR – una cifra pari al PIL combinato di Spagna e Paesi Bassi nel 2019 –,

e ha aggiunto: "Abbiamo bisogno di un approccio alla digitalizzazione di stampo europeo, che ponga al centro l'essere umano. Senza la fiducia dei cittadini e delle imprese non saremo in grado di cogliere le opportunità offerte dal digitale, e per farlo è importante realizzare un autentico spazio europeo dei dati che garantisca la protezione dei nostri dati e la tutela della vita privata e dell'autonomia decisionale. Dobbiamo inoltre assicurare la sovranità tecnologica dell'UE, pur preservando il commercio digitale su scala globale".

Vestager ha presentato gli elementi principali della strategia digitale della Commissione, una strategia incentrata sulla mobilitazione degli investimenti privati e che fa affidamento su una serie di iniziative faro (in materia di competenze digitali, servizi pubblici digitali e sicurezza informatica) nonché sulla creazione e lo sviluppo di capacità digitali.

D'ora in poi "la legge sui servizi digitali garantirà che i fornitori del settore si assumano la responsabilità e siano chiamati a rispondere dei servizi che prestano, e che sia possibile ristabilire un rapporto di fiducia", ha affermato la vicepresidente esecutiva della Commissione. "Il problema è quello dei contenuti illegali online e delle merci che non rispettano le norme europee per i prodotti fisici. Entrambi questi punti critici vanno risolti, e vanno risolti a livello europeo."

"La legge sui mercati digitali", ha proseguito Vestager, "invierà ai colossi del digitale questo messaggio: siete più che benvenuti se venite a fare affari in Europa e siamo più che felici che abbiate successo, ma dal momento in cui assumete una posizione di controllo ci sono cose che potete fare e cose che non potete fare perché venga preservata una concorrenza equa e quanto più possibile vantaggiosa per i consumatori. La questione di fondo, in questo contesto, è che il mercato dovrebbe essere al servizio di noi consumatori, e che noi vogliamo tecnologie in cui possiamo avere piena fiducia." (dm)

 

I servizi pubblici nazionali sono essenziali per la democrazia e lo Stato di diritto nell'UE

Il CESE invoca una serie di principi comuni per i servizi pubblici al fine di aiutare gli Stati membri a rispettare pienamente la democrazia e lo Stato di diritto.

Read more in all languages

Il CESE invoca una serie di principi comuni per i servizi pubblici al fine di aiutare gli Stati membri a rispettare pienamente la democrazia e lo Stato di diritto.

In un parere adottato dall'Assemblea nella sessione plenaria del 2 dicembre, il CESE osserva che i servizi pubblici, garantendo un accesso universale e uguale per tutti, comprese le persone particolarmente vulnerabili e svantaggiate, contribuiscono al progresso sociale e al dinamismo della società. Tali servizi possono fungere da "stabilizzatori automatici" cruciali in tempi di crisi, divenuti più frequenti negli ultimi anni in ambiti come la sicurezza, l'economia, l'asilo, l'ambiente, il clima e la salute.

Come spiega il relatore del parere Christian Moos, "la pubblica amministrazione e i servizi pubblici costituiscono il nesso più importante tra i governi e la società civile. Entrambi sono fondamentali per la resilienza della democrazia liberale in Europa. L'UE ha bisogno di meccanismi efficaci che garantiscano il pieno rispetto dello Stato di diritto e l'imparzialità della pubblica amministrazione in tutti gli Stati membri":

Un insieme di principi comuni

Il CESE ha individuato una serie di principi comuni che costituiscono dei punti fermi in materia di servizi pubblici e pubbliche amministrazioni:

  • la buona amministrazione è un diritto e accresce la fiducia della società; la trasparenza dei servizi pubblici garantisce un controllo indipendente e contribuisce alla lotta contro la corruzione;
  • i servizi pubblici svolgono una funzione di tutela rispetto allo Stato di diritto; il personale che lavora nei servizi pubblici deve essere protetto, così da permettergli di rifiutare di eseguire istruzioni di servizio illegittime; 
  • i servizi pubblici devono garantire il libero accesso alle informazioni e rimanere a disposizione di tutti da persona a persona, nonostante la digitalizzazione.

Il CESE, inoltre, reputa che i servizi pubblici dovrebbero essere interoperabili a livello europeo. Dovrebbero essere possibili gli scambi e la mobilità professionale tra i servizi pubblici dei diversi Stati membri. Tutti i servizi pubblici coinvolti nell'assegnazione di fondi europei devono rispettare e applicare i principi che governano il servizio pubblico. (na)

Nuovo patto dell'UE sulla migrazione e l'asilo: un'occasione perduta per un indispensabile nuovo inizio

Durante una conferenza ad alto livello organizzata dal CESE, il nuovo patto dell'UE sulla migrazione e l'asilo è stato oggetto di forti critiche da parte di rappresentanti della società civile, di gruppi di riflessione e del Parlamento europeo, secondo i quali il testo non introduce i cambiamenti necessari a istituire un vero e proprio sistema europeo comune in materia di migrazione e asilo.

Read more in all languages

Durante una conferenza ad alto livello organizzata dal CESE, il nuovo patto dell'UE sulla migrazione e l'asilo è stato oggetto di forti critiche da parte di rappresentanti della società civile, di gruppi di riflessione e del Parlamento europeo, secondo i quali il testo non introduce i cambiamenti necessari a istituire un vero e proprio sistema europeo comune in materia di migrazione e asilo.

Il 26 novembre diversi soggetti interessati, tra cui la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio, gruppi di riflessione, parti sociali e organizzazioni della società civile, hanno partecipato a un'audizione virtuale dedicata al nuovo patto sulla migrazione e l'asilo. La conferenza, a cura della sezione del CESE competente anche in materia di Affari sociali (SOC), ha valutato se il nuovo testo introduca i cambiamenti sistematici necessari per superare l'attuale situazione di stallo e definire una politica dell'Unione in materia di asilo e migrazione che sia duratura, razionale e basata sui diritti.

Le critiche dei partecipanti alle varie tavole rotonde organizzate nel quadro dell'audizione si sono appuntate su tre aspetti principali: l'iter legislativo adottato, che, ispirato ad un approccio intergovernativo, ha consentito l'avvio dei negoziati prima ancora che la Commissione presentasse una proposta legislativa; la visione dicotomica dei migranti come autentici rifugiati oppure come clandestini da espellere; e il nuovo meccanismo dei "rimpatri sponsorizzati", grazie al quale uno Stato membro può dare il suo contributo alla solidarietà eseguendo procedure di espulsione per conto di un altro paese dell'Unione.

I membri del gruppo di studio del CESE sull'iniziativa si sono rammaricati che la maggior parte delle proposte contenute nel nuovo patto sia dedicata alla gestione delle frontiere esterne, e che non venga invece prestata la dovuta attenzione a stabilire canali regolari di immigrazione e percorsi sicuri per l'asilo o all'inclusione e all'integrazione dei cittadini di paesi terzi nell'UE. "Il contenuto del nuovo patto sulla migrazione e l'asilo ci lascia un po' con l'amaro in bocca", ha sottolineato José Antonio Moreno Díaz, relatore del CESE per il parere sul tema, che ha aggiunto di "sperare in un patto più costruttivo, a un tempo più ambizioso e più realistico in materia di diritti umani". (na)

Cielo unico europeo: la nuova proposta della Commissione potrebbe rivelarsi insufficiente

In un parere recentemente adottato, il CESE esorta la Commissione europea e le parti interessate del settore del trasporto aereo a riprendere le discussioni per chiarire quali obiettivi ambiziosi vengono fissati nel nuovo regolamento sul cielo unico europeo (CUE).

Read more in all languages

In un parere recentemente adottato, il CESE esorta la Commissione europea e le parti interessate del settore del trasporto aereo a riprendere le discussioni per chiarire quali obiettivi ambiziosi vengono fissati nel nuovo regolamento sul cielo unico europeo (CUE).

Non è chiaro, infatti, se la proposta modificata della Commissione sia sufficiente per realizzare gli obiettivi originari del CUE per quanto concerne la riduzione delle emissioni di CO2 e una maggiore efficienza della gestione del traffico aereo e dei servizi di navigazione aerea (ATM/ANS).

Il CESE ha sollevato la questione in un parere elaborato da Dumitru Fornea e adottato in sessione plenaria.

Come ha osservato Fornea durante il dibattito, "occorre chiarire la funzione del gestore della rete, in particolare la portata generale e l'impatto sulla pianificazione delle compagnie aeree, sulla gestione delle capacità, sulla configurazione dello spazio aereo, sull'ambiente e sulla definizione delle priorità delle richieste. Tutte le parti interessate del settore dell'aviazione dovrebbero essere coinvolte nell'adozione delle decisioni importanti; il principio della consultazione significativa deve essere incluso nella proposta quadro".

La proposta della Commissione, inoltre, non contiene alcun riferimento alle drammatiche conseguenze della crisi della COVID-19 sul settore. A questo proposito, il CESE raccomanda di effettuare uno studio d'impatto per prendere in debita considerazione le conseguenze sociali ed economiche della pandemia di coronavirus sia sui lavoratori che sugli utenti dei servizi. (mp)

 

Blockchain

Tecnologie blockchain e industria mineraria: un futuro comune

Le tecnologie blockchain potrebbero offrire soluzioni utili all'industria mineraria del futuro, ma la transizione digitale dovrebbe tenere conto delle conseguenze sociali. Questo è il messaggio principale emerso dalla tavola rotonda online organizzata dalla commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) del CESE il 14 dicembre 2020.

Read more in all languages

Le tecnologie blockchain potrebbero offrire soluzioni utili all'industria mineraria del futuro, ma la transizione digitale dovrebbe tenere conto delle conseguenze sociali. Questo è il messaggio principale emerso dalla tavola rotonda online organizzata dalla commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) del CESE il 14 dicembre 2020.

"Le imprese minerarie che hanno aderito alla transizione digitale sono migliorate in termini di sicurezza, sostenibilità, produttività e ricavi. La blockchain rappresenta il futuro dell'industria, ma la sua governance deve essere discussa. Occorre inoltre ridurre al minimo gli squilibri sociali e territoriali derivanti dalla trasformazione delle attività nell'ambito del nuovo Green Deal e dell'economia circolare", ha dichiarato Pietro De Lotto, presidente della CCMI.

Alle parole di De Lotto ha fatto eco Hilde Van Laere, membro della CCMI, osservando che "la blockchain è al centro della transizione digitale e ha il potenziale di trasformare le imprese e l'intera società, e non solo il settore minerario. Questa tecnologia ha cambiato ogni impresa in ogni settore e ha trasformato anche il contesto dell'industria mineraria. Grazie alla sua capacità di garantire sicurezza e trasparenza nelle operazioni commerciali, così come di registrare le modifiche apportate a documenti e accordi commerciali, la tecnologia blockchain ha applicazioni estremamente utili nel settore minerario".

Al dibattito ha preso parte un ampio ventaglio di soggetti operativi interessati e attori istituzionali: l'Organizzazione mineraria svedese, Minespider, Kamni Chain, IndustriALL Norway, l'Osservatorio internazionale delle materie prime, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE).

Il webinar ha fatto parte del lavoro di seguito al parere CCMI/176 sul tema L'attività estrattiva digitale in Europa: nuove soluzioni per la produzione sostenibile di materie prime, elaborato da Marian Krzaklewski e Hilde Van Laere, che il CESE ha adottato nella sessione plenaria di settembre. (mp)

 

EU Climate Pact

Per la riuscita del patto europeo per il clima è indispensabile la responsabilizzazione

Il CESE si compiace che le proprie raccomandazioni trovino riscontro nelle proposte della Commissione europea relative a un patto europeo per il clima che sostenga le azioni del caso, già in atto o appena avviate, attraverso l'apprendimento tra pari, l'istruzione, lo sviluppo di capacità, l'eliminazione degli ostacoli e l'accesso agevolato ai finanziamenti.

Read more in all languages

Il CESE si compiace che le proprie raccomandazioni trovino riscontro nelle proposte della Commissione europea relative a un patto europeo per il clima che sostenga le azioni del caso, già in atto o appena avviate, attraverso l'apprendimento tra pari, l'istruzione, lo sviluppo di capacità, l'eliminazione degli ostacoli e l'accesso agevolato ai finanziamenti.

Con l'introduzione del concetto della neutralità carbonica a livello globale, l'accordo di Parigi ha dato un nuovo indirizzo al dibattito politico e ha spinto i governi e le parti interessate all'azione. Questo risultato non sarebbe stato possibile senza una mobilitazione, che non ha precedenti, di tutte le parti interessate della società civile; la partecipazione attiva di "tutte le componenti della società" è infatti un presupposto indispensabile per la riuscita della politica climatica all'interno dell'UE.

Come ha affermato il membro del CESE Peter Schmidt, "il patto per il clima rappresenta un'opportunità importante per dar forma a un approccio partecipativo innovativo che rispecchi, sostenga e ispiri le azioni già in corso nella società civile, nelle comunità, nelle città e nelle regioni".

Il CESE intende collaborare con la Commissione europea e altri organi dell'UE alla creazione di una Piattaforma delle parti interessate per il patto climatico europeo fondata sui principi di inclusività e trasparenza, nonché di autentica partecipazione e titolarità da parte degli attori impegnati a favore del clima a tutti i livelli.

Inoltre, l'istituzione di un Forum dell'UE sui finanziamenti per il clima nel quadro del patto stimolerebbe processi di apprendimento realmente reciproci, faciliterebbe l'accesso ai finanziamenti ed eliminerebbe gli ostacoli. Nel patto dovrebbe figurare, altresì, quale parte integrante, un meccanismo di impegno dei giovani a favore del clima e della sostenibilità, come le tavole rotonde dei giovani sul clima e la sostenibilità proposte dal CESE. (mr)

Il CESE si unisce alla volontà dell'UE di rinnovare i legami con gli Stati Uniti

In seguito alle elezioni negli Stati Uniti, il comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche del CESE si è riunito il 15 dicembre con l'intenzione di ripristinare un forte partenariato con la società civile statunitense.

Read more in all languages

In seguito alle elezioni negli Stati Uniti, il comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche del CESE si è riunito il 15 dicembre con l'intenzione di ripristinare un forte partenariato con la società civile statunitense.

Con una nuova presidenza USA che sta per insediarsi, l'UE e gli USA hanno ora un'opportunità unica, dopo le significative battute d'arresto degli ultimi anni, di rinnovare il loro partenariato e la loro amicizia sulla base di valori democratici comuni, di una storia condivisa e di interessi comuni.

Per rilanciare il dialogo con la società civile, il comitato di monitoraggio Relazioni transatlantiche del CESE si è riunito il 15 dicembre, con la presenza del membro del Parlamento europeo Radosław Sikorski e del membro del Congresso William Hurd, che hanno partecipato a distanza.

Sikorski ha sottolineato il ruolo fondamentale dei contatti interpersonali e di una più solida cooperazione della società civile, in linea con la nuova agenda transatlantica. "Le differenze politiche tra l'UE e gli Stati Uniti non sono scomparse, ma la buona volontà, la parità di condizioni e la fiducia sono un buon inizio" ha dichiarato.

Hurd ha espresso vivo apprezzamento per il dialogo transatlantico: "Un'America leader non può essere un'America sola. Dobbiamo mostrarci capaci di costruire alleanze" ha dichiarato, sottolineando che è indispensabile che l'UE e gli Stati Uniti cooperino di fronte alla crescente assertività internazionale della Cina.

Peter Chase, ricercatore senior presso il German Marshall Fund (Fondo Marshall tedesco) degli Stati Uniti, ha sottolineato che una strategia ambiziosa è fondamentale per le relazioni economiche transatlantiche: "un'economia forte 'alimenterà' la società civile, i gruppi di riflessione, le imprese e gli investimenti".

Matthias Jørgensen, rappresentante della direzione generale Commercio della Commissione europea, ha presentato la nuova agenda transatlantica della Commissione, invitando gli Stati Uniti ad unirsi alla lotta per un mondo più sano, sicuro, prospero e democratico dopo la COVID-19, e a lavorare insieme alla protezione del pianeta, della tecnologia, del commercio e delle norme.

Garrett Workman, direttore senior Affari europei presso la Camera di commercio degli Stati Uniti, ha affermato che "gli scambi commerciali sono il punto di partenza per correggere molti degli errori commessi dalla politica statunitense durante gli ultimi anni".

Il CESE ha inoltre presentato Building bridges across the Atlantic ("Gettare ponti attraverso l'Atlantico"), un progetto ambizioso che pone l'accento sul ruolo della società civile e sull'importanza del suo impatto sul partenariato transatlantico rinnovato, e che mira a collegare le persone e le loro attività e a far sentire le voci liberali su entrambe le sponde dell'Atlantico, in un momento in cui la ricerca di un terreno comune e l'individuazione di soluzioni sono più importanti che mai. (at)

Notizie dai gruppi

Le imprese dell'UE pronte ad affrontare la duplice transizione verde e digitale

a cura di Stefano Mallia, presidente del gruppo Datori di lavoro del CESE

Conseguire la neutralità climatica e assumere la leadership digitale non saranno compiti facili per l'Europa. L'agenda trasformativa del Green Deal europeo è molto impegnativa ma anche assolutamente necessaria e urgente. Mentre alcuni amministratori delegati ritengono che si tratti di un compito titanico, gli imprenditori dell'UE sono pronti a cambiare marcia e ad accelerare l'introduzione delle transizioni verde e digitale.

Read more in all languages

a cura di Stefano Mallia, presidente del gruppo Datori di lavoro del CESE

Conseguire la neutralità climatica e assumere la leadership digitale non saranno compiti facili per l'Europa. L'agenda trasformativa del Green Deal europeo è molto impegnativa ma anche assolutamente necessaria e urgente. Mentre alcuni amministratori delegati ritengono che si tratti di un compito titanico, gli imprenditori dell'UE sono pronti a cambiare marcia e ad accelerare l'introduzione delle transizioni verde e digitale.

È evidente che la decarbonizzazione dell'industria comporterà costi elevati dell'energia per le imprese ad alta intensità energetica e, allo stesso tempo, imporrà cambiamenti strutturali enormi ai settori dell'industria, dei trasporti e dell'energia, con il rischio di creare uno svantaggio economico in un mercato competitivo globale.

Tuttavia, questa transizione sarà possibile se l'obiettivo generale dell'UE in materia di politica climatica sarà controbilanciato da una strategia industriale ambiziosa che promuova la competitività e da una politica energetica altrettanto ambiziosa, concepita per garantire la sicurezza e l'accessibilità economica dell'energia nel lungo termine. Non vi è alcun dubbio che la strategia industriale aggiornata, che la Commissione dovrebbe presentare all'inizio del prossimo anno, dovrà coordinare le principali strategie della politica energetica con la competitività industriale.

Al contempo, le soluzioni digitali sono essenziali per consolidare i progressi verso gli obiettivi del Green Deal. Visto che l'Europa accusa ritardi nello sviluppo digitale e nella connettività ad alta velocità, è indispensabile un "Digital Deal" europeo.

Siamo fermamente convinti che le imprese europee dispongano delle capacità di ricerca e delle soluzioni tecnologiche necessarie per contribuire affinché il nostro continente diventi un attore di primo piano indipendente nel settore digitale.

Tuttavia, in questa equazione vi è un parametro mancante: gli investimenti. Il pacchetto per la ripresa dell'UE prevede un ampio sostegno finanziario pubblico che deve essere coordinato con i finanziamenti privati, se vogliamo garantire le condizioni adeguate per il successo del processo di ricostruzione.

Dobbiamo renderci conto che ci troviamo in un momento cruciale. Se non si adottano ora le misure necessarie, vi saranno ripercussioni profonde e durature sul ruolo dell'Europa nella configurazione del futuro del pianeta. Non ci possiamo permettere un fallimento su questo fronte.

Il 9 dicembre il gruppo Datori di lavoro del CESE ha tenuto un webinar intitolato "Decarbonizzazione e digitalizzazione nel contesto della globalizzazione". Le raccomandazioni scaturite dal seminario online e destinate ai responsabili decisionali dell'UE sono disponibili al seguente indirizzo: https://europa.eu/!dN89jx

 

Il necessario equilibrio tra questioni sociali, economiche e ambientali nella transizione industriale

A cura del gruppo Lavoratori del CESE

Le trasformazioni industriali possono tradursi in posti di lavoro e condizioni di lavoro migliori in cui siano assicurate una crescita sostenibile e l'inclusività. Oppure potrebbero essere foriere del diffondersi della disuguaglianza e della povertà, dell'esplodere della disoccupazione per alcuni gruppi e, alla fine, dell'incrinarsi della coesione sociale, con la conseguenza di mettere a repentaglio l'UE e la stessa democrazia.

Read more in all languages

A cura del gruppo Lavoratori del CESE

Le trasformazioni industriali possono tradursi in posti di lavoro e condizioni di lavoro migliori in cui siano assicurate una crescita sostenibile e l'inclusività. Oppure potrebbero essere foriere del diffondersi della disuguaglianza e della povertà, dell'esplodere della disoccupazione per alcuni gruppi e, alla fine, dell'incrinarsi della coesione sociale, con la conseguenza di mettere a repentaglio l'UE e la stessa democrazia.

Non è un caso che i mutamenti storici nelle condizioni materiali di produzione e nei rapporti di lavoro abbiano generalmente scosso le fondamenta stesse delle società.

Tuttavia, il modo in cui il cambiamento si verifica dipende in larga misura dalle scelte politiche. Nella sua ultima sessione plenaria, tenutasi nel dicembre 2020, il CESE ha adottato un importante parere sulla transizione industriale, la cui elaborazione era stata chiesta dal Parlamento europeo e che servirà da schema orientativo per soddisfare il bisogno di equità e giustizia negli sviluppi tecnologici ed economici dell'industria e del mondo del lavoro.

La ricetta per superare la recessione economica generata dalla pandemia e creare un'economia e una società più resilienti, moderne, verdi, digitali e inclusive dovrà innanzitutto avere tra i suoi ingredienti una componente sociale forte. Il pilastro europeo dei diritti sociali deve essere al centro della trasformazione, che deve implicare una partecipazione chiara, ampia e forte delle parti sociali e un quadro normativo solido e trasparente.

Questo parere illustra pertanto l'equilibrio, necessario anche se spesso dimenticato, che occorre assicurare non solo tra la dimensione ambientale e quella economica, ma anche sul piano sociale: l'impegno di non lasciare indietro nessuno non è soltanto un principio animato da belle intenzioni. È necessario per evitare che il populismo porti a termine quanto iniziato all'indomani della crisi del 2008 e delle misure di austerità che questa crisi aveva provocato. (prp)

Lavoratori autonomi che vivono in condizioni di povertà: una categoria spesso dimenticata

di Ronny Lannoo, membro del gruppo Diversità Europa e di UNIZO, organizzazione belga di PMI

I lavoratori autonomi sono spesso associati all'idea di "fare soldi in fretta" e al successo. Questa visione caricaturale mette in ombra le numerose sfide che gli imprenditori devono affrontare. Il lavoro autonomo comporta sempre dei rischi, sia nella sfera aziendale che in quella privata.

Read more in all languages

di Ronny Lannoo, membro del gruppo Diversità Europa e di UNIZO, organizzazione belga di PMI

I lavoratori autonomi sono spesso associati all'idea di "fare soldi in fretta" e al successo. Questa visione caricaturale mette in ombra le numerose sfide che gli imprenditori devono affrontare. Il lavoro autonomo comporta sempre dei rischi, sia nella sfera aziendale che in quella privata.

In caso di problemi, la povertà (nascosta) è spesso dietro l'angolo. Questa situazione viene spesso trascurata perché i lavoratori autonomi sono abituati a risolvere da soli i propri problemi ogniqualvolta sia possibile.

Far sapere al pubblico che un'impresa è in difficoltà è considerata come cattiva pubblicità, qualcosa di cui vergognarsi, e quindi gli imprenditori aspettano a chiedere un sostegno adeguato o evitano del tutto.

In Belgio circa il 12,7 % dei lavoratori autonomi vive al di sotto della soglia di povertà. Tra i motivi per cui si trovano in difficoltà figurano la cattiva gestione, l'avvio dell'attività senza un solido piano aziendale, i problemi di salute e i ritardi nei pagamenti.

Ma vi sono anche problemi ai quali i lavoratori autonomi non sono in grado di porre rimedio da soli. La crisi del coronavirus ne costituisce un drammatico esempio, e la Commissione prevede che darà luogo a un'ondata di fallimenti.

Bisogna riconoscere l'esistenza di questo problema e fare in modo che se ne possa parlare, creando meno ansia, più prevenzione e modalità più semplici per chiedere aiuto. In particolare, le associazioni di categoria non dovrebbero aspettare di essere contattate, ma dovrebbero andare alla ricerca degli imprenditori in difficoltà e dare ampia pubblicità al sostegno che possono offrire loro.

Tanti fallimenti potrebbero essere evitati grazie a servizi quali la formazione, il miglioramento delle competenze e il tutoraggio nella gestione aziendale, l'individuazione precoce dei problemi mediante indicatori di rischio e altri interventi. Alcune di queste misure sono state estese e rafforzate durante la pandemia, ma resta ancora molto da fare per ridurre la povertà tra i lavoratori autonomi in tutta Europa.

 

Soon in the EESC/Cultural events

Una mostra del CESE celebra la dimensione sociale al centro della presidenza portoghese dell'UE

Nel momento in cui il Portogallo si accinge a prendere in mano le redini dell'UE e a porre l'agenda sociale in cima alla lista delle priorità, il CESE ospita una mostra virtuale dell'artista portoghese Maria Reis Rocha che rende omaggio ai legami umani e alla solidarietà.

Read more in all languages

Nel momento in cui il Portogallo si accinge a prendere in mano le redini dell'UE e a porre l'agenda sociale in cima alla lista delle priorità, il CESE ospita una mostra virtuale dell'artista portoghese Maria Reis Rocha che rende omaggio ai legami umani e alla solidarietà.

Hand in Hand presenta una serie di illustrazioni e brevi video realizzati da Maria Reis Rocha (https://www.mariareisrocha.com/) su temi sociali scottanti quali la salute mentale, la partecipazione e la trasformazione sociale, l'istruzione di qualità, l'accesso universale all'assistenza sanitaria, la lotta contro la povertà e il razzismo e i diritti dei minori.

Questi temi sono strettamente collegati alle priorità della presidenza portoghese (un'Europa resiliente, un'Europa sociale, un'Europa verde, un'Europa digitale e un'Europa globale), che inizia il 1° gennaio 2021.

A causa della pandemia di COVID-19 la mostra è allestita in forma digitale – una prima culturale – e sarà fruibile dal 15 gennaio al 15 febbraio 2021 sul sito https://www.eesc.europa.eu/en/agenda/our-events/events/hand-hand. (ck)

Il CESE unisce i giovani di tutta Europa per riflettere su una via d'uscita dalla crisi climatica

L'edizione 2021 di "La vostra Europa, la vostra opinione", l'evento del CESE dedicato ai giovani, prenderà a modello la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP), consentendo agli studenti di dire la loro su come affrontare la crisi climatica e avvicinarsi all'ambizioso traguardo della neutralità climatica entro il 2050.

Read more in all languages

L'edizione 2021 di "La vostra Europa, la vostra opinione", l'evento del CESE dedicato ai giovani, prenderà a modello la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP), consentendo agli studenti di dire la loro su come affrontare la crisi climatica e avvicinarsi all'ambizioso traguardo della neutralità climatica entro il 2050.

Dal 2010 "La vostra Europa, la vostra opinione" (Your Europe, Your Say! - YEYS) riunisce ogni anno a Bruxelles oltre cento studenti e più di trenta insegnanti provenienti da tutta Europa affinché discutano dei temi di più scottante attualità. L'edizione 2021, che si terrà il 18 e 19 marzo e - a causa dell'emergenza sanitaria - si svolgerà in forma totalmente virtuale, avrà per titolo "Il nostro clima, il nostro futuro!".

Al dibattito parteciperanno i giovani di 33 istituti scolastici, uno per ciascuno dei 27 Stati membri dell'UE e dei cinque paesi candidati all'adesione (Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia) ed uno del Regno Unito, prova tangibile della determinazione del CESE a restare in stretto contatto con la società civile britannica.

Scopo di questa dodicesima edizione è ascoltare i nuovi e stimolanti punti di vista degli studenti sui modi per affrontare la crisi climatica e avvicinarsi all'ambizioso traguardo della neutralità climatica entro il 2050.

I risultati di YEYS 2021 saranno trasmessi ai responsabili politici in materia di ambiente di vari paesi e promossi in convegni in varie parti d'Europa, tra i quali l'Evento europeo per i giovani (EYE) organizzato dal Parlamento europeo, che si terrà alla fine del maggio 2021.

Mentre gli studenti saranno occupati nella loro COP, gli insegnanti parteciperanno a sessioni di informazione online organizzate dal CESE in cooperazione con le tre principali istituzioni dell'UE (Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio dell'UE), al fine di ampliare le conoscenze dei docenti sulle attività e risorse dell'Unione europea dedicate ai giovani e all'istruzione.

Parallelamente a YEYS, il CESE condurrà una campagna sui social media Instagram e Facebook per sensibilizzare i giovani in merito ai cambiamenti climatici e incoraggiarli a seguire uno stile di vita sostenibile. (cl)
 

Redazione

Ewa Haczyk-Plumley (editor-in-chief)
Daniela Marangoni (dm)

Hanno collaborato a questo numero

Amalia Tsoumani (at)
Chloé Lahousse (cl)
Chrysanthi Kokkini (ck)
Daniela Marangoni (dm)
David Gippini Fournier (dgf)
Ewa Haczyk-Plumley (ehp)
Jasmin Kloetzing  (jk)
Katharina Radler (kr)
Laura Lui (ll)
Marco Pezzani (mp)
Margarita Gavanas (mg)
Nicola Accardo (na)
Pablo Ribera Paya (prp)

Coordinamento

Agata Berdys (ab)
Katerina Serifi (ks)

Technical support
Bernhard Knoblach (bk)

Indirizzo

Comitato economico e sociale europeo
Edificio Jacques Delors, 99 Rue Belliard, B-1040
Bruxelles, Belgio
Tel. +32 25469476
E-mail: eescinfo@eesc.europa.eu

CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. CESE info è disponibile in 23 lingue.
CESE info non può essere considerato un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE.
La riproduzione - con citazione della fonte - è autorizzata (a condizione di inviare una copia alla redazione).
 

Gennaio 2021
01/2021

Follow us

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Instagram