La rete per lo sviluppo sostenibile mette in guardia contro il rischio di un "decennio perduto per l'Agenda 2030"

Da un dibattito svoltosi al CESE il 24 gennaio scorso è emerso che l'UE non è in grado di raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ciononostante vi è ancora speranza. L'Unione ha l'opportunità di assumere un ruolo guida, in particolare fornendo sostegno finanziario. Il CESE svolge un ruolo importante nel monitoraggio dei progressi compiuti.

La sessione plenaria di gennaio del CESE è stata la cornice in cui si è tenuto un dibattito con Guillaume Lafortune, vicepresidente della Rete delle Nazioni Unite per le soluzioni di sviluppo sostenibile (UN SDSN), sul tema dell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell'ONU.

Lafortune ha presentato la relazione sullo sviluppo sostenibile in Europa 2022, elaborata con il sostegno del CESE, sottolineando che, a suo giudizio, l'Unione europea non rispetta gli obiettivi stabiliti. Del resto i progressi stanno rallentando in tutto il mondo e i paesi in via di sviluppo, che devono far fronte a gravi vincoli finanziari, accusano un ritardo particolarmente rilevante.

La relazione raccomanda che l'UE sostenga, nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite, un piano globale inteso ad aumentare i finanziamenti internazionali per gli OSS. La Presidente del CESE Christa Schweng ha ribadito quest'idea sottolineando l'importanza della leadership dell'Unione per la realizzazione di trasformazioni globali.

Il CESE svolgerà anch'esso un ruolo chiave nella prima revisione volontaria della Commissione europea, prevista per luglio 2023, raccogliendo i punti di vista delle parti interessate sui progressi compiuti nel conseguimento degli OSS. Il CESE ha raccomandato di adottare un approccio trasversale agli obiettivi, tenuto conto della loro natura interconnessa e dei rispettivi traguardi, e ha proposto di lanciare una nuova piattaforma per promuovere una partecipazione strutturata della società civile alle politiche in materia di OSS. (gb)