Il CESE ha adottato una relazione di valutazione sul dispositivo per la ripresa e la resilienza dell'UE, uno strumento cruciale con una dotazione di 723,8 miliardi di EUR che è stato varato nel febbraio del 2021 per aiutare gli Stati membri a superare le conseguenze della pandemia di COVID-19. La relazione presenta le principali raccomandazioni delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile di Germania, Italia, Lettonia, Portogallo e Romania per quanto riguarda il coinvolgimento della società civile nell'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

La valutazione del CESE individua alcuni punti deboli in relazione all'efficacia del dispositivo per la ripresa e la resilienza, menzionando ritardi e timori per la sua attuazione nel lungo termine a causa dell'assorbimento dei fondi, della durata limitata dei piani e della carente capacità amministrativa. Obblighi eccessivi ostacolano l'accesso delle PMI. Sebbene la società civile consideri pertinenti gli obiettivi del dispositivo per la ripresa e la resilienza, l'allineamento con le strategie nazionali richiede un coordinamento migliore.

"La società civile organizzata deplora la mancanza di trasparenza nel processo di definizione e attuazione del dispositivo, e chiede un dialogo strutturato e trasparente, periodici riscontri e una partecipazione proattiva tramite un comitato di monitoraggio dinamico", spiega la relatrice del CESE Elena Calistru.

La relazione raccomanda di migliorare l'accesso a informazioni tempestive e dettagliate sui piani di ripresa e resilienza, di razionalizzare l'attuazione dei progetti, di migliorare anche la flessibilità nella selezione dei progetti e nell'assegnazione dei finanziamenti, nonché di istituire meccanismi obbligatori di monitoraggio e valutazione più efficaci per valutare l'impatto a lungo termine del dispositivo per la ripresa e la resilienza, meccanismi che devono prevedere una partecipazione attiva della società civile.