Alla sessione plenaria di febbraio del Comitato economico e sociale europeo (CESE) si è tenuto un dibattito condotto dalla Presidente del CESE Christa Schweng e dalla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová. Punti salienti emersi dal dibattito: le misure straordinarie messe in campo per contrastare la pandemia non dovrebbero mettere a repentaglio i principi fondanti dell'UE che sono la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.
Le misure di emergenza adottate dalle autorità pubbliche in circostanze eccezionali dovrebbero sempre essere rigorosamente proporzionate, chiaramente limitate nel tempo e monitorate con grande attenzione. Nei loro interventi alla seduta del 23 febbraio 2022 della plenaria del Comitato, sia la Presidente del CESE Christa Schweng che la vicepresidente della Commissione per i Valori e la trasparenza Věra Jourová hanno preso una posizione ferma e risoluta al riguardo.
Ricordando la pandemia di coronavirus e lo stato di emergenza proclamato da un gran numero di Stati membri per tutelare la salute dei cittadini, e le limitazioni di una serie di diritti e libertà fondamentali che ne sono conseguite, Schweng ha dichiarato che la pandemia è un banco di prova per le nostre società e le nostre democrazie. Il CESE ritiene essenziale monitorare attentamente la situazione sul piano dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto e della democrazia. Abbiamo in particolare prestato ascolto a quanto avevano da dirci gli attori della società civile sulle conseguenze e le sfide legate alla crisi e sulle strategie per uscirne. L'UE deve superare la crisi della COVID-19 rafforzando i suoi valori comuni
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Per parte sua, la vicepresidente Jourová ha sottolineato che la pandemia ci ha fornito un'inequivocabile dimostrazione di quanto i nostri diritti fondamentali e i nostri valori democratici siano essenziali per la nostra vita quotidiana e di come non possano essere dati per scontati: Un insegnamento importante della crisi sanitaria è che le necessarie misure messe in campo per il contrasto alla pandemia non dovrebbero compromettere la difesa dei valori democratici e dei diritti fondamentali. Dobbiamo rimanere vigili e continuare a difendere i nostri diritti fondamentali e i nostri valori comuni, che dovrebbero essere la chiave di volta della nostra risposta alla COVID-19
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Ha poi affermato che le misure di emergenza hanno alterato il normale equilibrio dei poteri negli Stati membri, e che sono sorti problemi soprattutto per quanto riguarda il rispetto dello Stato di diritto. È questo il motivo per cui la Commissione europea si è adoperata per tenere sotto controllo la situazione e continuerà a monitorare attentamente l'impatto di questi provvedimenti: Fin dall'insorgere della pandemia, la Commissione ha insistito affinché le misure di emergenza fossero limitate allo stretto necessario, rigorosamente proporzionate e avessero una durata ben definita. Non solo, ma devono anche rispettare le garanzie costituzionali previste a livello nazionale e le pertinenti norme europee e internazionali
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Le misure di emergenza per fronteggiare la crisi della COVID-19 devono rimanere limitate nel tempo
La posizione del Comitato in merito all'impatto della COVID-19 sui diritti fondamentali e lo Stato di diritto in tutta l'UE e il futuro della democrazia è illustrata nel parere a cura dei relatori José Antonio Moreno Díaz e Cristian Pîrvulescu che è stato presentato dal gruppo Diritti fondamentali e Stato di diritto del CESE.
Nel documento, adottato in sessione plenaria, il CESE esprime profonda preoccupazione per le conseguenze della COVID-19 sulla vita, la sicurezza, il benessere e la dignità delle persone. Ponendo l'accento sul fatto che l'UE si basa su valori europei comuni che non sono negoziabili in nessuna circostanza, il Comitato sottolinea che le misure speciali adottate per fronteggiare la crisi della COVID-19 devono rimanere eccezionali e limitate nel tempo e non devono essere contrarie allo Stato di diritto né mettere a repentaglio la democrazia, il principio della separazione dei poteri e i diritti fondamentali degli abitanti dell'Europa.
Moreno Díaz è intervenuto nel dibattito precisando che questi principi sono sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea e che, oltre ad essere non negoziabili, sono indissociabili e complementari, si rafforzano a vicenda e sono assolutamente inderogabili.
Sulla stessa lunghezza d'onda, Pîrvulescu ha invocato un processo di ripresa inclusivo che non lasci indietro nessuno e che dia sostegno in particolare alle categorie sociali vulnerabili, promuovendo al tempo stesso la partecipazione, la democrazia e l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali.
Preoccupazioni espresse dalla società civile per le misure straordinarie di lotta alla pandemia
A nome del gruppo Datori di lavoro del CESE, Martin Hošták ha osservato che l'UE si fonda su valori che nell'ultimo periodo sono stati messi a rischio, il che significa che ora dobbiamo concentrarci sulla stabilità e su norme chiare per difendere lo Stato di diritto tanto per le imprese come per i cittadini.
Oliver Röpke, presidente del gruppo Lavoratori del CESE, ha fatto notare che, sebbene per contrastare la pandemia sia stato necessario ricorrere a misure senza precedenti, queste non possono essere in contrasto con lo Stato di diritto né rappresentare una minaccia per la democrazia: bisogna anzi difendere e persino rafforzare i diritti umani, compresi i diritti dei lavoratori.
Infine, il presidente del gruppo Diversità Europa del CESE Séamus Boland ha sottolineato che durante la pandemia molte organizzazioni della società civile hanno lamentato un peggioramento del contesto in cui operano, e che occorre quindi aiutarle offrendo loro un accesso sostenibile e semplificato ai finanziamenti: le autorità pubbliche dovrebbero essere sistematicamente incoraggiate a dialogare con tali organizzazioni e a coinvolgerle.