European Economic
and Social Committee
Nelle relazioni Letta e Draghi non possiamo scegliere solo le raccomandazioni che ci fanno comodo
a cura di Matteo Carlo Borsani
gruppo Datori di lavoro del CESE
Come prima cosa, nel suo parere il CESE chiede di intervenire con urgenza per attuare le raccomandazioni contenute nelle relazioni Letta e Draghi. Personalmente ritengo che le due relazioni vadano attuate nella loro totalità: non possiamo scegliere soltanto le raccomandazioni che ci fanno comodo, limitando le proposte e l'attenzione agli aspetti che ci appaiono meno impegnativi ed evitando le tematiche più critiche e controverse, come gli investimenti.
Per quanto riguarda la relazione Draghi, data l'evidente importanza che essa riserva al tema della competitività dell'UE nel suo complesso, considero fondamentali le raccomandazioni sulla politica industriale dell'UE e in particolare il suo insistere sulla necessità di adottare una politica industriale in grado di superare l'attuale approccio frammentato. Oggi abbiamo 27 politiche industriali nazionali, che non sempre sono coordinate. È soltanto attraverso un organico sforzo europeo che potremo garantire la combinazione dinamica di misure fiscali, regolatorie, commerciali/doganali e di incentivo finanziario che caratterizza le più recenti politiche industriali di USA e Cina e che porterà enormi vantaggi per il mercato unico.
Tuttavia, tale impegno dovrebbe andare di pari passo con una drastica riduzione degli oneri burocratici per le imprese; ed è per questo che apprezzo in modo particolare la richiesta di Letta di "un mercato unico per andare veloce e lontano". Tra le sue principali raccomandazioni, Letta invita a razionalizzare gli oneri burocratici, a semplificare le procedure amministrative e ad adottare ulteriori misure per "ridurre la burocrazia", in particolare per le piccole e medie imprese (PMI). In quest'ottica, nel suo parere il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di ridurre del 25 % gli oneri di comunicazione per tutte le imprese, fissando un obiettivo di almeno il 50 % per le PMI. Inoltre, sviluppando e approfondendo la raccomandazione di Letta di considerare la possibilità di un meccanismo che assista i colegislatori con una valutazione d'impatto dinamica, il CESE sostiene fermamente l'idea di una "verifica della competitività" da effettuare nel corso dell'iter legislativo.