La 51a riunione del comitato di monitoraggio Balcani occidentali ha dato priorità alla risoluzione dei conflitti e alla normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo* e la Serbia. Alla riunione, presieduta da Ionuţ Sibian, hanno partecipato oratori di spicco - funzionari dell'UE e esperti dei Balcani occidentali, al pari di rappresentanti della società civile delle comunità locali - tutti concordi nel ritenere che il dialogo agevolato dall'UE sia l'unico modo per andare avanti.

Nel corso della riunione Miroslav Lajčák, rappresentante speciale dell'Unione europea per il dialogo Belgrado-Pristina e le altre questioni regionali dei Balcani occidentali, ha passato in rassegna il dialogo agevolato dall'UE e le sfide correlate, dicendosi rammaricato del fatto che ancora una volta la discussione abbia dovuto privilegiare la risoluzione del conflitto invece del completamento del processo di normalizzazione.

Marko Prelec, dell'International Crisis Group (ICG), ha dichiarato che un accordo completo tra Kosovo e Serbia non costituisce, allo stato attuale, un obiettivo realistico, dal momento che un accordo di questo genere presuppone un riconoscimento reciproco.

Leon Hartwell, del Centre for European Policy Analysis (CEPA), ha espresso rammarico per la scarsa volontà politica di attuare i 30 accordi mediati dall'UE già esistenti tra Kosovo e Serbia.

Branislav Staníček, del servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), ha sottolineato l'importanza di una cooperazione transatlantica per la riuscita del dialogo di normalizzazione. Alcuni rappresentanti delle organizzazioni della società civile locale di Belgrado, Pristina e di Mitrovica Nord hanno evidenziato l'importanza di creare condizioni per colmare il divario etnico che separa le comunità.

* Tale designazione non pregiudica la posizione riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo. (at)