Il convegno del CESE sul tema della precarietà energetica (#EnergyPoverty) chiede che si agisca concretamente per salvaguardare il diritto delle persone vulnerabili ad avere accesso all'energia

Per fare il punto della situazione in rapporto alla precarietà energetica negli Stati membri dell'UE, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha organizzato per il secondo anno consecutivo un convegno di spicco nel cui quadro sono state formulate proposte concrete per affrontare questo problema sociale rilevante.

Proteggere i più vulnerabili, ma al tempo stesso responsabilizzare i cittadini dell'UE coinvolgendoli attivamente nella transizione energetica. Sono queste le parole che la commissaria europea all'Energia Kadri Simson e la Presidente del CESE Christa Schweng hanno usato per chiedere maggiori interventi, a ogni livello, in occasione del convegno in modalità ibrida sul tema "La lotta alla precarietà energetica al centro della transizione ecologica ed energetica", che si è svolto presso la sede del CESE a Bruxelles lo scorso 21 aprile.

La precarietà energetica è una triste realtà con cui milioni di cittadini dell'UE sono alle prese e che è stata aggravata dagli ultimi avvenimenti. È più che mai evidente che dobbiamo non solo proteggere le persone in difficoltà, ma anche responsabilizzare tutti i cittadini degli Stati membri attraverso la politica energetica dell'UE. Questa è anche la via per una transizione equa, ha affermato Kadri Simson.

Ricordando che la transizione energetica rappresenta un'occasione unica per intraprendere un'azione coordinata, anche alla luce dell'attuale moto di solidarietà e della spinta all'integrazione in Europa in risposta alla guerra in Ucraina, Christa Schweng ha aggiunto: Dobbiamo dare prova di una reale lungimiranza. Le misure vanno attuate tenendo presente che la solidarietà nei confronti dei più vulnerabili deve rimanere una priorità! La riduzione della precarietà energetica non può essere raggiunta senza il coinvolgimento attivo della società civile organizzata. Dobbiamo cogliere le opportunità per agire, reagire e influire.

La questione della precarietà energetica ci riguarda tuttora

La precarietà energetica è ancora un grave problema sociale in ogni Stato membro dell'UE e in tutto il mondo. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata e, secondo gli ultimi dati, nel mondo oltre 700 milioni di persone - ossia, circa il 10 % della popolazione mondiale - vivono in condizioni di estrema povertà e non hanno accesso all'elettricità. In tutta Europa le persone che versano in questa situazione oscillano tra i 50 e i 125 milioni.

L'UE deve attuare una transizione socialmente equa e giusta verso un'Unione europea climaticamente neutra entro il 2050, dimostrando che è possibile conseguire gli obiettivi in materia di energia e clima garantendo al contempo che nessuno sia lasciato indietro.

Per combattere la precarietà energetica, la presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione (TEN) Baiba Miltoviča ha posto l'accento sulla necessità di una volontà politica salda volta a creare una coalizione, a livello sia nazionale che europeo, tra tutti gli attori sul campo e ha sottolineato che il CESE è pronto a svolgere un ruolo attivo e a riunire tutte le parti interessate.

La via da seguire: più fondi, misure a livello locale ed estesa ristrutturazione degli edifici

L'evento, che è stato organizzato con il sostegno della presidenza francese del Consiglio dell'Unione europea, rappresentava il seguito del convegno del CESE tenutosi nel 2021 che aveva per tema La precarietà energetica al bivio tra pilastro europeo dei diritti sociali e Green Deal europeo.

Tra i partecipanti figuravano gli attivisti della lotta alla precarietà energetica Martha Myers, in rappresentanza della rete Friends of the Earth Europe e della coalizione Right to Energy, Miguel Morcillo del Patto dei sindaci, Clotilde Clark-Foulquier della Federazione europea delle organizzazioni nazionali che si occupano delle persone senza dimora (FEANTSA), nonché studenti universitari dell'Istituto di studi politici di Strasburgo.

Sono stati concordati i seguenti messaggi di fondo:

1) sono necessari più fondi e un accesso semplificato ai finanziamenti dell'UE;

2) l'accesso decentrato all'energia e le misure a livello locale sono il mezzo migliore per conseguire risultati mirati, in particolare per le famiglie in condizioni di precarietà energetica;

3) la ristrutturazione su larga scala degli edifici è ormai una necessità assoluta, per sostenere le persone con i redditi più bassi;

4) le organizzazioni della società civile dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella definizione e attuazione delle politiche energetiche;

5) il CESE intende fare pressioni a favore della creazione di una forte coalizione tra gli attori sul campo e i livelli politici nazionali ed europei.

La presentazione dettagliata delle conclusioni sarà presto disponibile sul sito web del convegno.

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