Nel corso del dibattito organizzato a Bruxelles dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), i partecipanti hanno messo l'accento sull'importanza di infrastrutture e norme armonizzate per collegare l'UE e i paesi vicini, in particolare alla luce del nuovo panorama geopolitico ridisegnato dalla guerra in Ucraina.
Interoperabilità, solidarietà e sostenibilità: sono queste le parole d'ordine di una politica europea dei trasporti coronata da successo e che tenga conto dei più recenti sviluppi nel campo della politica internazionale.
Il dibattito sui corridoi della rete transeuropea dei trasporti e sui corridoi di solidarietà UE-Ucraina, tenutosi a Bruxelles nel febbraio 2023 a cura della sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione (TEN), ha messo in luce un elemento cruciale: la politica europea dei trasporti va definita nel quadro delle relazioni esterne dell'UE.
Per quanto riguarda il processo decisionale, non è possibile considerare separatamente il mercato interno dell'UE e la sua rete di trasporti, poiché oggi eventi dirompenti imprevisti che si verificano al di là dei confini dell'Unione hanno ripercussioni sulle infrastrutture sia interne che transfrontaliere.
Negli ultimi mesi la guerra sul territorio ucraino ha completamente ridefinito il panorama geopolitico dell'UE, e il risultato è una proposta modificata della Commissione europea sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) che, anziché la Russia e la Bielorussia, include ora quali paesi partner del progetto l'Ucraina e la Moldova.
La presidente della sezione TEN Baiba Miltoviča ha osservato a proposito di questo importante tema che la necessità di una reazione immediata alla guerra in Ucraina a tutti i livelli, e in particolare sul piano umanitario, ha reso ancora più urgente la questione dell'interoperabilità con i paesi nostri vicini. Si tratta di un elemento chiave, come pure lo è la necessità di interconnessioni, di multimodalità, di infrastrutture, di norme armonizzate e di finanziamenti
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Nel corso del dibattito si è discusso del modo migliore per realizzare una politica dei trasporti coerente e integrata, eliminare le strozzature ai valichi di frontiera e gettare le basi per creare flussi di trasporto fluidi e senza soluzione di continuità tra l'UE e paesi vicini come l'Ucraina e la Moldova.
L'interoperabilità e la sostenibilità sono e rimarranno il fulcro della politica sulla rete TEN-T. È questo il messaggio di fondo su cui ha insistito Stefan Back, presidente del gruppo di studio permanente Trasporti della sezione TEN e relatore del parere del CESE sul tema Revisione del regolamento TEN-T e sui corridoi merci ferroviari, aggiungendo poi che, per mantenersi resiliente, la rete di corridoi TEN‑T dovrebbe comprendere anche i cosiddetti "ponti marittimi" e collegamenti ferroviari per mezzo di traghetti.
Nell'estendere all'Ucraina i collegamenti ferroviari della rete TEN-T, l'interoperabilità è un fattore essenziale: il diverso scartamento ferroviario è infatti uno dei problemi principali affrontati dai "corridoi di solidarietà", il cui obiettivo è fornire soluzioni immediate per l'import/export e in materia di mobilità con una capacità adeguata per i cereali e altri prodotti, ma anche per il trasporto passeggeri, tra l'Ucraina e l'UE.
L'interoperabilità implica lo sviluppo delle infrastrutture: secondo Marcin Nowacki, moderatore del dibattito e relatore del parere del CESE sul tema Corridoi di solidarietà UE-Ucraina, questo è un punto fondamentale per compiere progressi nell'attraversamento ai valichi di frontiera tra l'UE e l'Ucraina, ma richiede investimenti significativi a tutti i livelli. Il problema della scarsità di garanzie e assicurazioni per le imprese europee che operano nel trasporto di merci da e verso l'Ucraina andrebbe affrontato a livello nazionale, con la possibilità di attingere anche ai fondi dell'UE.
Philippe Chantraine, della DG MOVE della Commissione europea, ha precisato che i corridoi di solidarietà contribuiranno anche alla futura integrazione dell'Ucraina nell'UE nel lungo periodo. Lo status di paese candidato all'adesione accordato all'Ucraina ha trasformato un'emergenza in una prospettiva di integrazione a lungo termine nel mercato interno dell'UE, e ha fatto sì che i futuri investimenti nelle strutture e nei collegamenti ai valichi di frontiera beneficeranno probabilmente di risorse da strumenti di finanziamento europei quali i fondi strutturali e il meccanismo per collegare l'Europa (CEF).
A queste considerazioni ha fatto eco Anna Carin Krokstäde, del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), sottolineando il ruolo fondamentale svolto dall'interconnettività e dai corridoi di solidarietà per l'UE e l'Ucraina, che per il paese invaso hanno rappresentato una vera e propria ancora di salvezza economica. Ha ricordato che l'Unione europea ha fornito aiuti all'Ucraina sul piano militare, finanziario, umanitario e politico, coinvolgendo anche le altre regioni del mondo che hanno bisogno dei prodotti agricoli ucraini, mobilitando finora oltre 37 miliardi di EUR per il sostegno civile.
Alberto Mazzola, rappresentante della Comunità delle ferrovie d'Europa (CER), ha osservato che i corridoi di solidarietà sono un importante passo avanti compiuto dall'UE a sostegno sia del trasporto merci che delle persone, pur ritenendolo comunque insufficiente e auspicando ulteriori progressi in questa direzione. Le aziende ferroviarie europee hanno avuto un ruolo importante nei primi mesi del conflitto, quando hanno trasportato circa sei milioni di persone da e verso l'Ucraina, ma hanno ormai raggiunto la loro capacità massima a causa della mancanza di infrastrutture, di treni, di macchinisti e di copertura assicurativa. Sarà possibile realizzare progetti di investimento a lungo termine solo con la fine dell'aggressione militare.
Nell'esprimere compiacimento per l'inclusione del suo paese nelle reti della TEN-T, Daria Derevianchuk, rappresentante del ministero delle Infrastrutture e dello sviluppo dell'Ucraina, ha sottolineato quanto sia importante sviluppare infrastrutture sostenibili ed efficienti in linea con gli standard europei. Ha aggiunto che, grazie al coordinamento dei trasporti, è possibile incrementare del 20 % il trasporto merci su rotaia, anche se bisogna ancora accelerare i controlli sui prodotti.