European Economic
and Social Committee
Il mercato unico del futuro
A cura del gruppo Datori di lavoro del CESE
Da quando il mercato interno è stato creato, l'armonizzazione e il riconoscimento reciproco delle norme hanno consentito alle aziende di vendere i loro prodotti in un mercato che serve oltre 450 milioni di persone. Il mercato unico, a cui è riconducibile il 61 % degli scambi commerciali tra imprese all'interno dell'UE, è alla base della prosperità economica dell'Europa, andando quindi a vantaggio dei cittadini, dei consumatori, dei lavoratori e delle imprese. Secondo le stime della Commissione europea, il 25 % del prodotto interno lordo dell'UE è generato dal mercato interno.
Nuovi sviluppi, come la trasformazione digitale e la transizione verso un'economia a minore intensità di carbonio e più sostenibile, impongono tuttavia nuovi aggiustamenti, similmente a quanto richiesto dall'evolversi dei bisogni dei consumatori, dei lavoratori e delle imprese e dalle nuove congiunture geopolitiche.
Affinché il mercato unico possa continuare ad avere successo, occorre apportare miglioramenti in vari settori, tra cui la politica energetica e industriale europea, l'Unione dell'energia e l'unione bancaria. Bisogna altresì prevedere un quadro più favorevole per le imprese - siano esse grandi o piccole - e un sostegno pubblico maggiore al progetto europeo, oltre a servizi pubblici più efficienti e a infrastrutture migliori per l'informatica, l'energia e i trasporti.
Poiché nella prima metà del 2024 due ex Presidenti del Consiglio dei ministri italiani pubblicheranno due relazioni d'importanza capitale (la prima relazione sarà redatta da Enrico Letta e verterà sul futuro del mercato unico, mentre la seconda sarà preparata da Mario Draghi e sarà incentrata sul futuro della competitività europea), il gruppo Datori di lavoro del CESE ha riassunto le proprie idee su come assicurare un futuro di successo al mercato interno nel documento di una pagina intitolato "Il mercato unico del futuro".
Per leggere il documento, cliccare qui: europa.eu/!TVmdYg