European Economic
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Nella colonna "Immaginiamo l'Ucraina" pubblichiamo fotografie che illustrano la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Spesso sono i giornalisti a portarci queste testimonianze, poiché sono loro ad andare là dove noi non possiamo, per conservare le tracce e salvarle dall'oblio.
Questa foto è stata scattata, scelta e commentata dalla giornalista polacca Jowita Kiwnik Pargana, corrispondente dalle istituzioni dell'UE e autrice di vari servizi dall'Ucraina.
Mentre sto scegliendo questa foto, i missili russi colpiscono Kiev, Leopoli, Dnipro, Kharkiv e Zaporizhzhia. Putin si vendica dell'attacco al ponte della Crimea, e questa foto diventa tristemente di attualità. Quella notte le sirene hanno iniziato a suonare alle due. Oleksiy Kolomyets, olimpionico di biathlon ai tempi dell'URSS, tedoforo alle Olimpiadi di Mosca del 1980, sveglia la sua famiglia. Insieme si precipitano nel rifugio che Oleksiy ha predisposto nel piano interrato della casa, portandovi tappeti, coperte, piumini, sacchi a pelo, riserve di cibo, e armi nascoste sotto un materasso. La moglie di Oleksiy, Lyudmila, e suo nipote si addormentano su un divano. Oleksiy rimane vigile sul pavimento. L'allarme cessa dopo un'ora, ma riprende la mattina seguente. Così, come già troppe altre altre volte negli ultimi tempi, fanno colazione al piano interrato. Dopo il 24 febbraio i rifugi antiaerei sono diventati una realtà quotidiana per gli ucraini. Molte stazioni della metropolitana e sotterranei di ospedali, teatri e scuole sono stati trasformati in rifugi. Alcuni ucraini, come Oleksiy, ne hanno allestito uno al piano interrato della loro casa.
Jowita Kiwnik Pargana, giornalista polacca, corrispondente da Bruxelles di Deutsche Welle, autrice di numerosi servizi dall'Ucraina occupata.