Nuova strategia dell'UE per i diritti delle persone con disabilità: il CESE la accoglie con favore, ma ne indica anche le criticità da risolvere

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) saluta la nuova strategia dell'UE per i diritti delle persone con disabilità come un passo avanti verso l'attuazione della convenzione ONU sui diritti di queste persone (UNCRPD). Il CESE si compiace del fatto che tale strategia abbia recepito molte delle proposte avanzate dal CESE stesso, dal movimento europeo delle persone con disabilità e dalla società civile, ad esempio per quanto attiene alla piena armonizzazione della nuova agenda e a un migliore monitoraggio a livello UE della sua applicazione, ma esprime preoccupazione per l'attenuarsi delle misure obbligatorie e della normativa vincolante ai fini della fase attuativa.

Nella sessione plenaria del 7 luglio, il CESE ha adottato un parere sulla strategia dell'UE per i diritti delle persone con disabilità, nel quale esprime la sua posizione in merito a questa nuova strategia, che per il prossimo decennio si propone di migliorare la vita dei circa 100 milioni di europei con disabilità.

Pur apprezzando il fatto che la nuova strategia sia più ambiziosa di quella precedente, il CESE manifesta preoccupazione per la possibilità che non venga attuata correttamente. Inoltre, deplora l'assenza di misure concrete e specifiche per porre fine alle discriminazioni nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità.

La nuova strategia è certamente idonea a promuovere i diritti delle persone con disabilità, e ha il potenziale per conseguire un cambiamento reale; tutto, però, dipenderà dal modo in cui essa sarà attuata, nonché dal livello di ambizione delle singole azioni. È positivo che la strategia abbia recepito le proposte del CESE e del movimento delle persone con disabilità; tuttavia, essa manca di ambizione per quanto riguarda le norme vincolanti, ha dichiarato il relatore del parere del CESE Ioannis Vardakastanis, aggiungendo che adesso si tratta di passare dalle parole ai fatti. Se la Commissione europea e gli Stati membri non daranno prova di ambizione nel sollecitare azioni che mettano in discussione lo status quo, la strategia potrebbe facilmente deludere le aspettative dei circa 100 milioni di persone con disabilità che vivono nell'UE.

Il dispositivo dell'UE per la ripresa e la resilienza dovrebbe essere saldamente e strettamente legato alla nuova strategia e aiutare le persone con disabilità a riprendersi dagli effetti della pandemia, dato che sono state fra le persone più colpite. E andrebbe garantito e ottimizzato anche il legame con l'attuazione e il monitoraggio del piano d'azione per il pilastro europeo dei diritti sociali.

Inoltre, per quanto riguarda l'attuazione dell'UNCRPD, occorrerebbe dotare di risorse umane e finanziarie sufficienti l'attuale sistema di monitoraggio delle azioni intraprese in tal senso dall'Unione europea. Il CESE raccomanda vivamente alla Commissione di esplorare i modi in cui le istituzioni europee e gli Stati membri possono lavorare insieme per una migliore inclusione delle persone con disabilità, riesaminando l'attuale dichiarazione dell'UE sulla competenza dell'Unione riguardo alle questioni disciplinate dall'UNCRPD e ratificando il protocollo opzionale di tale convenzione. Queste misure consentiranno all'UE di avere una voce in capitolo più incisiva per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni dell'UNCRPD da parte degli Stati membri. La Commissione deve inoltre essere risoluta nell'opporsi ai piani di investimento contrari all'UNCRPD, come ad esempio gli investimenti in contesti di assistenza istituzionale.

Il CESE invoca poi misure specifiche che affrontino i bisogni delle donne e delle ragazze con disabilità nel quadro di un'iniziativa faro nella seconda metà del periodo coperto dalla strategia, in modo da assicurarsi di integrarvi la dimensione di genere. Questa particolare attenzione per le donne dovrebbe riguardare anche la questione della violenza di genere e l'assistenza informale prestata dalle donne ai familiari con disabilità.

Il CESE è lieto di constatare che una delle iniziative faro della nuova strategia riguarda la creazione di un centro europeo di risorse denominato AccessibleEU, anche se non viene accolta la sua proposta di istituire un organo dotato di competenze più ampie, ossia una commissione UE per l'accesso. L'obiettivo di AccessibleEU sarà quello di riunire le autorità nazionali responsabili dell'attuazione e dell'applicazione delle norme sull'accessibilità ed esperti e professionisti di tutti i settori che interessano l'accessibilità, e di monitorare l'attuazione delle normative europee in materia. Il CESE sottolinea però che la Commissione deve indicare in modo chiaro e trasparente come prevede di finanziare tale agenzia e di reclutarne il personale, nonché come intende garantire la rappresentanza delle persone con disabilità.

Il CESE sostiene con convinzione l'iniziativa faro relativa alla tessera europea di disabilità e ritiene che essa abbia il potenziale per promuovere un grande cambiamento, anche se si rammarica del fatto che non sia stato ancora definito alcun impegno su come garantirne il riconoscimento da parte degli Stati membri; e sottolinea la necessità che tale iniziativa sia realizzata mediante un regolamento che la renda direttamente applicabile e attuabile nell'intera UE.

Le persone con disabilità dovrebbero avere la possibilità di partecipare a pieno titolo alla vita politica delle loro comunità. Il CESE sostiene il progetto di una guida di buone pratiche elettorali che affronti il tema della partecipazione delle persone con disabilità al processo elettorale al fine di garantire loro l'esercizio dei diritti politici.

Specie alla luce della pandemia di COVID-19, è cruciale puntare a occupazioni di qualità per le persone con disabilità: il CESE sottolinea infatti come l'obiettivo principale sia non solo aumentare i tassi di occupazione di queste persone, ma anche offrire loro posti di lavoro di qualità che consentano loro di migliorare la propria condizione sociale attraverso il lavoro; e suggerisce pertanto di utilizzare anche indicatori della qualità dell'impiego delle persone con disabilità.

Il CESE invita inoltre il movimento delle persone con disabilità ad essere proattivo e a esercitare la pressione necessaria affinché ogni singola azione della strategia consegua i risultati annunciati. Le parti sociali e le organizzazioni della società civile dovrebbero sostenere pienamente l'attuazione della nuova strategia. Il CESE, infatti, conclude che a portare un vero cambiamento per le persone con disabilità non sarà la strategia di per sé, bensì la forza di ciascuna delle sue componenti nell'arco dei prossimi dieci anni.