State cercando di cambiare il sistema di istruzione? Avete problemi con prodotti alimentari contaminati? Volete promuovere il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia? O avete difficoltà a registrare la vostra impresa in un altro Stato membro? I cittadini dell'UE hanno molti diritti ma si trovano anche di fronte a scelte difficili, per cui devono sapere dove e come possono fare la differenza e quali sono le loro opzioni.

State cercando di cambiare il sistema di istruzione? Avete problemi con prodotti alimentari contaminati? Volete promuovere il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia? O avete difficoltà a registrare la vostra impresa in un altro Stato membro? I cittadini dell'UE hanno molti diritti ma si trovano anche di fronte a scelte difficili, per cui devono sapere dove e come possono fare la differenza e quali sono le loro opzioni.

Le risposte a tutte queste domande le troverete nel nostro sempre più diffuso passaporto per la democrazia europea, che è stato da poco aggiornato. Il passaporto fornisce schede, note informative e altri ausili per orientarsi tra i vari aspetti della moderna democrazia europea, tra cui un insieme di strumenti per le risorse destinate alla partecipazione e un manuale dettagliato sull'iniziativa dei cittadini europei (ICE).

La nuova versione del passaporto è già disponibile in diverse lingue, cui se ne aggiungeranno altre nelle prossime due settimane. (cw)

Lo scorso 15 febbraio il CESE ha dato il via ufficiale all'iniziativa volta ad accogliere nelle proprie attività rappresentanti della società civile provenienti dai paesi candidati all'adesione. Sono stati infatti selezionati complessivamente 131 membri di paesi candidati all'adesione al fine di costituire un gruppo di esperti della società civile che parteciperà ai lavori del Comitato. Il CESE diventerà così la prima istituzione dell'UE ad aprire le porte ai paesi che hanno ricevuto lo status di candidato.

Lo scorso 15 febbraio il CESE ha dato il via ufficiale all'iniziativa volta ad accogliere nelle proprie attività rappresentanti della società civile provenienti dai paesi candidati all'adesione. Sono stati infatti selezionati complessivamente 131 membri di paesi candidati all'adesione al fine di costituire un gruppo di esperti della società civile che parteciperà ai lavori del Comitato. Il CESE diventerà così la prima istituzione dell'UE ad aprire le porte ai paesi che hanno ricevuto lo status di candidato.

Tale iniziativa, che costituisce una priorità politica del Presidente del CESE Oliver Röpke, stabilisce nuove regole per coinvolgere i paesi candidati nelle attività dell'UE, facilitandone in modo tangibile la graduale integrazione nell'Unione.

L'iniziativa, che ha preso il via durante la scorsa sessione plenaria del CESE, è stata accolta con vivo apprezzamento dalla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová, dal primo ministro del Montenegro Milojko Spajić e dal primo ministro dell'Albania Edi Rama. A questi si sono associati anche rappresentanti della società civile dei nove paesi candidati all'adesione (ossia Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia e Ucraina) e altri membri di paesi candidati in collegamento da remoto. Per tutti si trattava della prima partecipazione a un dibattito nel quadro di una sessione plenaria del CESE.

In questa giornata storica, il Presidente Röpke ha sottolineato che "non possiamo più lasciare i paesi candidati fuori ad attendere. È per questo motivo che il CESE ha deciso di aprir loro le porte coinvolgendo nei propri lavori i loro rappresentanti, membri di paesi candidati all'adesione".

Il primo ministro montenegrino Spajić ha dichiarato di annettere "grande importanza a queste forme di integrazione graduale che, ai nostri occhi, non prendono il posto dell'adesione, ma rappresentano un modo per preparare all'integrazione sia i paesi dei Balcani occidentali (secondo il modello "regata" basato sul merito) che l'UE".

Il primo ministro albanese Rama si è detto fermamente convinto che "ciò che si sta realizzando in questa sede dovrebbe essere attuato anche in seno al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio europeo. Questo è l'unico modo per placare gli animi di tutti e iniettare un'energia molto concreta".

Secondo Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea per il portafoglio Valori e trasparenza, "l'allargamento dell'UE è nell'interesse di tutte le parti coinvolte. È un processo che resta comunque un investimento geostrategico per l'Unione. Per questo motivo appoggiamo l'iniziativa che prende il via oggi, così come tutte le altre iniziative che aiutano i paesi nostri partner ad attuare con successo riforme che preludono a un'economia migliore e a una democrazia più forte".

L'elenco completo delle persone selezionate per fare parte del gruppo degli ECM è disponibile qui. (at)

A cura del gruppo Organizzazioni della società civile del CESE

Il 25 marzo, dalle 14:30 alle 18:00 CET, il gruppo Organizzazioni della società civile del CESE terrà a Bruxelles un convegno inteso a esaminare in che modo l'UE nel suo insieme e i singoli Stati membri possano lavorare per un dialogo civile e una democrazia partecipativa sostenibili ed efficaci.

A cura del gruppo Organizzazioni della società civile del CESE

Il 25 marzo, dalle 14:30 alle 18:00 CET, il gruppo Organizzazioni della società civile del CESE terrà a Bruxelles un convegno inteso a esaminare in che modo l'UE nel suo insieme e i singoli Stati membri possano lavorare per un dialogo civile e una democrazia partecipativa sostenibili ed efficaci.

Al convegno interverranno tra gli altri le seguenti personalità esterne:

  • Pedro Silva Pereira, vicepresidente del Parlamento europeo, supplente della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola per i contatti con le organizzazioni della società civile che rappresentano i cittadini
  • S.E. Willem van de Voorde, rappresentante permanente del Belgio presso l'Unione europea.

Nel corso del convegno saranno presentate due recenti iniziative:

  • il parere del CESE intitolato "Rafforzare il dialogo civile e la democrazia partecipativa nell'UE: la strada da seguire" (SOC/782), elaborato su richiesta della presidenza belga del Consiglio dell'UE e adottato nella sessione plenaria del CESE del 15 febbraio;
  • una lettera aperta, redatta su impulso del gruppo Organizzazioni della società civile del CESE e di Civil Society Europe e sottoscritta da 156 firmatari provenienti da 26 Stati membri dell'Unione, nella quale si invitano le principali istituzioni dell'UE ad adottare misure concrete per dare vita a un dialogo franco, trasparente e regolare con le organizzazioni della società civile in tutti gli ambiti d'intervento delle politiche europee.

Il convegno, che offrirà l'occasione di riflettere sui modi di attuare le misure proposte da queste e da altre iniziative, oltre a riunire i rappresentanti dei soggetti istituzionali pertinenti si rivolge anche a un uditorio più ampio;

sarà infatti aperto alla partecipazione del pubblico: basterà registrarsi per potervi partecipare attivamente, in loco oppure a distanza, dato che l'evento sarà trasmesso in streaming.

Per avere ulteriori informazioni, conoscere il programma indicativo del convegno, registrarsi e seguire l'evento in streaming, si prega di consultare la pagina Internet dedicata.

a cura di Antonello Pezzini, delegato della commissione consultiva per le trasformazioni industriali del CESE ed ex membro del gruppo Datori di lavoro del CESE

a cura di Antonello Pezzini, delegato della commissione consultiva per le trasformazioni industriali del CESE ed ex membro del gruppo Datori di lavoro del CESE

Lo scorso gennaio il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha ribadito la necessità di consolidare un mercato interno della difesa per garantire la nostra sicurezza. "Abbiamo iniziato fornendo munizioni all'Ucraina", ha dichiarato Breton. "Ora dobbiamo ampliare questo approccio per includere un programma industriale europeo di difesa su larga scala in grado di sostenere l'espansione della base industriale europea e sviluppare le infrastrutture necessarie per proteggere le aree contese."

Il CESE ha avuto l'opportunità di ribadire, in più occasioni, la necessità di sostenere il lancio di un Programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP), con l'obiettivo di realizzare un sistema inter-operativo integrato di difesa comune.

Questo obiettivo appare quanto mai urgente, visto l'attuale scenario geopolitico che ci induce a potenziare l'autonomia strategica di difesa dell'Europa e a sviluppare una solida base industriale e tecnologica comune.

Occorre che l'EDIDP sia inquadrato in una visione strategica industriale comune, che sappia procedere verso una integrazione effettiva di produttori e utilizzatori europei, con la partecipazione di almeno tre Stati membri.

Emerge e acquista spazio la necessità di un dialogo strutturato a livello europeo, in sinergia e coordinamento con la NATO e un consiglio dei ministri della Difesa, in grado di fornire una guida politica duratura e un forum comune per la consultazione e l'adozione di decisioni.

Nelle disposizioni normative devono essere assicurati: un equilibrio tra paesi grandi e paesi piccoli, una quota del 20 % di partecipazione delle imprese minori, azioni formative di personale qualificato e di nuovi profili professionali, la riqualificazione del personale in esubero o obsoleto.

È il momento di ampliare e rafforzare questo approccio, per includere un programma industriale di difesa europeo su larga scala in grado di sostenere l'espansione della base industriale europea, con lo sviluppo di "prodotti a duplice uso", ossia prodotti, inclusi il software e le tecnologie, che possono avere un utilizzo sia civile sia militare e comprendono i prodotti che possono essere impiegati per la progettazione, lo sviluppo, la produzione o l'uso di armi, chimiche o biologiche, e dei loro vettori.

Per la versione integrale dell'articolo di Antonello Pezzini si rimanda al notiziario del gruppo Datori di lavoro: https://europa.eu/!yKMPTk.

Nel corso di un dibattito con Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per la Democrazia e la demografia, il CESE ha chiesto la definizione di una strategia per il dialogo civile quale primo passo verso il rafforzamento del ruolo della società civile e della partecipazione dei cittadini al processo di elaborazione delle politiche dell'UE.

Nel corso di un dibattito con Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per la Democrazia e la demografia, il CESE ha chiesto la definizione di una strategia per il dialogo civile quale primo passo verso il rafforzamento del ruolo della società civile e della partecipazione dei cittadini al processo di elaborazione delle politiche dell'UE.

Le richieste in merito sono state formulate dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) nel parere sul tema Rafforzare il dialogo civile e la democrazia partecipativa nell'UE: la strada da seguire, adottato poco dopo il dibattito svoltosi nella seduta della plenaria del CESE del 15 febbraio.

Nel parere si sottolinea che è necessario rafforzare quanto prima l'attuazione dell'articolo 11 del Trattato sull'Unione europea (TUE), in virtù del quale le istituzioni condividono la responsabilità di assicurare che la società civile organizzata partecipi attivamente all'elaborazione della legislazione dell'UE.

Questa attuazione rafforzata darebbe seguito alle conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa, un'iniziativa di portata storica e un importante esercizio democratico nel cui ambito si è svolta una serie di dibattiti guidati dai cittadini su questioni di diretto interesse per la loro vita quotidiana.

"Possiamo trovarci tutti d'accordo sulla necessità che si presti ascolto alla voce dei cittadini anche al di là dei periodi di consultazioni elettorali. Tutti noi, al lavoro nelle istituzioni e negli altri organi dell'UE, dobbiamo riuscire a coinvolgere meglio la società civile in un dialogo denso di contenuti che non si limiti alla semplice informazione e consultazione", ha sottolineato il Presidente del CESE Oliver Röpke.

Costruire un'Unione più trasparente, più inclusiva e più democratica richiede un impegno civico più forte e un solido partenariato tra le istituzioni dell'UE e gli organi di governo a livello nazionale. "I nostri sforzi congiunti faranno sì che l'UE rimanga un faro che irradia speranza e un modello di democrazia partecipativa per il mondo intero", è il messaggio della commissaria europea Šuica.

Il relatore Pietro Barbieri ha evidenziato come "con questo parere il CESE inviti le istituzioni europee a compiere un passo avanti concreto, e cioè ad adottare una strategia per il dialogo civile che dia attuazione a un piano d'azione e a un accordo interistituzionale che coinvolga tutti i livelli dell'UE. L'impegno del CESE è il segnale di una necessità urgente che non tollera rinunce né rinvii".

La correlatrice del parere Miranda Ulens ha aggiunto: "Abbiamo già adottato buone pratiche in materia di dialogo sociale. Le proposte che abbiamo presentato garantiranno che si possa dare ascolto anche ai punti di vista di altre organizzazioni legittime e rappresentative. Costruiamo un'Europa autentica e democratica per i suoi cittadini! #TogetherStrong! [#FortiInsieme!]" (ll)

Promuovere una crescita inclusiva a lungo termine attraverso riforme e investimenti

Document Type
AS

Revisione del quadro normativo in materia di diritti dei passeggeri

Document Type
AS
  • Settimana della società civile: la società civile europea fissa un'agenda per i prossimi leader dell'UE
  • La fondazione irlandese Third Age Foundation vince il Premio CESE per la società civile dedicato alla salute mentale
  • Christian Moos: Pacchetto per la difesa della democrazia: la Commissione dovrebbe ritirare la sua attuale proposta di direttiva
  • Bruno Kaufmann: Perché l'iniziativa dei cittadini europei è molto più decisiva di quanto potremmo pensare

Equivalenza delle sementi provenienti dalla Repubblica di Moldova e dall'Ucraina

Document Type
PAC

Foreste dell'UE - nuovo quadro dell'UE per il monitoraggio delle foreste e i piani strategici

Document Type
AS