Grazie alle competenze digitali i cittadini europei possono contribuire alla concezione di servizi pubblici

La digitalizzazione è fondamentale per consentire ai cittadini dell'UE di contribuire, con le loro conoscenze e competenze, ai servizi di interesse generale, ma questo processo deve essere inclusivo, come emerge da un seminario online organizzato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE).

I cittadini e le organizzazioni possono svolgere un ruolo importante nella co-creazione di servizi di interesse pubblico davvero efficienti ma, per farlo, devono assolutamente padroneggiare uno strumento: le competenze digitali. Dal seminario online, organizzato dal CESE e dal consorzio di progetto Co-creation of Service Innovation in Europe (CoSIE) [Co-creazione di servizi all'insegna dell'innovazione in Europa] il 15 aprile 2021, è emerso un messaggio chiaro. Tutti devono poter svolgere un ruolo attivo nella società, ma il coinvolgimento di cittadini e organizzazioni nel processo decisionale non è più possibile senza la digitalizzazione. Con la crisi COVID-19, questa considerazione è diventata ancora più lampante negli ultimi mesi.

Trovare un modo per coinvolgere i cittadini nella co-creazione di servizi pubblici è molto impegnativo, ma anche necessario e gratificante. L'inclusione sociale e la partecipazione possono diventare realtà solo una volta colmato il divario digitale. Attualmente oltre il 40 % dei cittadini europei non possiede ancora le competenze digitali di base. Dobbiamo adoperarci per far fronte a questo problema, considerandone con attenzione la dimensione locale, nazionale ed europea, ha dichiarato Henna Virkkunen, membro finlandese del Parlamento europeo.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Baiba Miltoviča, presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione (TEN) del CESE, che ha ospitato il dibattito online: Abbiamo bisogno di un approccio onnicomprensivo che colleghi tutte le diverse questioni riguardanti la digitalizzazione, l'energia e il trasporto con gli aspetti sociali. Dobbiamo tener conto dei gruppi vulnerabili della società.

A questa posizione ha fatto eco Krzysztof Balon, presidente del gruppo di studio tematico Servizi di interesse generale del CESE, il quale ha aggiunto che il livello di digitalizzazione è elevato nelle attività del tempo libero, ma non altrettanto sul piano amministrativo, e questi problemi sono diventati tanto più evidenti nel corso della crisi attuale. La co-creazione è importante per la democrazia partecipativa e l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, e la cooperazione tra città, mondo accademico e organizzazioni della società civile è fondamentale e tale deve restare.

Cos'è la co-creazione?

La co-creazione si attua quando alle persone con un bagaglio di esperienza vissuta è consentito di collaborare con professionisti alla concezione e alla realizzazione di servizi. Le competenze acquisite grazie all'esperienza sono considerate tanto preziose quanto quelle ottenute tramite le qualifiche professionali.

Questa à la spiegazione fornita da Chris Fox dell'università di Manchester, in rappresentanza del consorzio CoSIE, il quale ha parlato dell'approccio, basato su punti di forza, da adottare nella co-creazione di servizi pubblici: i cittadini possiedono capacità che permettono di calare l'innovazione sociale nella realtà.

Guardare al futuro significa guardare alla trasformazione digitale dell'Europa entro il 2030. Al riguardo Alma Joy Ridderhof, in rappresentanza della DG CNECT della Commissione europea, ha sottolineato la necessità di servizi digitali più partecipativi, nonché di un'amministrazione pubblica pronta per il futuro e incentrata sull'essere umano, accessibile, inclusiva, trasparente, aperta e interoperabile.

Tre progetti CoSIE: Ridurre l'obesità infantile, Economia domestica nelle zone rurali e Competenze imprenditoriali per i disoccupati a lungo termine

Nel corso dell'evento sono stati analizzati tre esempi di progetti CoSIE nel quadro di Orizzonte 2020, tutti legati ad aspetti specifici del pilastro europeo dei diritti sociali. L'obiettivo era quello di mettere in risalto esempi concreti, esperienze e conoscenze che servissero da spunti di riflessione per lo sviluppo di una politica europea al servizio del cittadino.

Il primo progetto, Ridurre l'obesità infantile, è stato sviluppato in Italia. Laura Bonvicini, dell'Azienda Sanitaria Locale (AUSL) di Reggio Emilia, ha illustrato l'operato di un comitato consultivo che raccoglie tutte le parti potenzialmente interessate, dei settori sia pubblico sia privato, il quale si è convertito da organo puramente consultivo a uno dotato di autentici poteri decisionali. Le barriere tra i membri del comitato sono venute meno ed è nata così una comunità attiva, che utilizza un'applicazione mobile per l'assistenza all'infanzia e quella sanitaria.

Florian Sipos, dell'università di Debrecen, ha illustrato il secondo esempio, proveniente dall'Ungheria: Economia domestica nelle zone rurali. Le amministrazioni locali, sotto pressione per la necessità di fornire un numero sempre crescente di servizi per i cittadini disponendo di risorse limitate, sono passate da un approccio orientato ai servizi a un approccio più imprenditoriale. Il coinvolgimento dei cittadini si è rivelato efficace e riuscito, contribuendo a modernizzare l'amministrazione.

Il terzo esempio, che consisteva in un progetto realizzato in Spagna, si intitolava Competenze imprenditoriali per i disoccupati a lungo termine. Michael Willoughby del Politecnico di Valencia ha creato lo spazio Co-Crea-te, un'iniziativa che promuove nuove imprese, dalla fase della co-creazione sino alla cogestione vera e propria. In questo progetto la gestione dei servizi finisce per essere quasi interamente affidata agli utenti finali, smantellando così qualsiasi gerarchia.

Verso servizi pubblici più partecipativi

Riferendosi alla necessità di maggiori risorse per la digitalizzazione, il membro del CESE Dana Sakařová ha avvertito che la Cechia è in ritardo, che il pubblico non è molto ben informato e che i cittadini europei non in grado di utilizzare i servizi digitali non dovrebbero ritrovarsi esclusi.

Il membro del CESE Mateusz Szymański ha presentato un felice esempio di come i sindacati potrebbero integrare il lavoro condotto dal governo, sottolineando che in Polonia la co-creazione funziona nelle piccole imprese, dove gli "ispettori sociali" hanno assunto il ruolo di mediatori tra i datori di lavoro e lo Stato.

La co-creazione avviene alla base quando i cittadini sono responsabilizzati e si rappresentano da soli. La trasformazione in una società digitale deve essere inclusiva e ciò richiede una maggiore creatività nella definizione dei ruoli, ha concluso Eva Hijmans, dell'università di Scienze applicate di Utrecht, che ha anche moderato il seminario.