L'ospedale Lapinlahti a Helsinki, primo istituto psichiatrico finlandese e simbolo, con i suoi 170 anni di storia, della cura della salute mentale nel paese, nel 2013 era vuoto e in abbandono. Poi è entrato in azione un gruppo di attivisti del settore della salute mentale, con l'idea di trasformare lo storico sito, ormai in rovina, in un centro aperto per la salute mentale, la cultura e le arti. Siru Valleala, rappresentante dell'associazione Pro Lapinlahti, che gestisce il centro Lapinlahden Lähde, sorto nella sede dell'antico ospedale, ci ha detto che il centro è adesso anzitutto un luogo inclusivo, in cui la stigmatizzazione e i pregiudizi vengono lasciati fuori e tutti si sentono ben accetti.

L'ospedale Lapinlahti a Helsinki, primo istituto psichiatrico finlandese e simbolo, con i suoi 170 anni di storia, della cura della salute mentale nel paese, nel 2013 era vuoto e in abbandono. Poi è entrato in azione un gruppo di attivisti del settore della salute mentale, con l'idea di trasformare lo storico sito, ormai in rovina, in un centro aperto per la salute mentale, la cultura e le arti. Siru Valleala, rappresentante dell'associazione Pro Lapinlahti, che gestisce il centro Lapinlahden Lähde, sorto nella sede dell'antico ospedale, ci ha detto che il centro è adesso anzitutto un luogo inclusivo, in cui la stigmatizzazione e i pregiudizi vengono lasciati fuori e tutti si sentono ben accetti.

Che cosa vi ha indotto ad avviare questo progetto?

Nel 2013 l'ospedale Lapinlahti, il primo centro psichiatrico finlandese, costruito nel 1841, era vuoto. La città di Helsinki non aveva progetti per il suo futuro. Lo storico sito, con il suo ricco patrimonio e il bellissimo parco che lo circonda, era dimenticato e in rovina. Alla luce di questa situazione, un gruppo di attivisti del settore della salute mentale ha iniziato a proporre idee e progetti per trasformare l'ospedale e il suo parco in un centro aperto di salute mentale, cultura e arte.

È iniziato così il progetto noto oggi come Lapinlahden Lähde (la sorgente di Lapinlahti).  Le attività prendono spunto dalla rilevanza storica e architettonica dell'area, situata nel cuore della baia di Lapinlahti, e traggono ispirazione da 170 anni di lavoro nel campo della salute mentale. L'attenzione si è andata spostando dal trattamento delle malattie alla promozione del benessere di persone di ogni condizione. Lapinlahden Lähde è ora un esempio pulsante del lavoro diretto a contrastare la stigmatizzazione, e rappresenta una drastica svolta verso la promozione di ciò che è positivo.

In passato Lapinlahti era stato un centro di eccellenza della psichiatria, un luogo in cui si sviluppava costantemente la cura della salute mentale. Adesso invece gli attivisti che avevano lavorato per l'associazione Pro Lapinlahti, fondata nel 1988, quando l'istituto era ancora in attività come ospedale, hanno voluto creare un centro innovativo per la promozione della salute mentale, che usa tutte le conoscenze disponibili nel XXI secolo. Un luogo che incarna la svolta radicale dalla cura della malattia mentale alla promozione del benessere mentale.

Che accoglienza ha ricevuto il vostro progetto? Avete ottenuto un riscontro dai vostri assistiti?  Può fare un esempio?

All'inizio abbiamo faticato a incoraggiare il pubblico a varcare i cancelli del centro. L'area era stata chiusa al pubblico per i 170 anni in cui è servita da ospedale psichiatrico, e nonostante l'interesse e la curiosità, è stato difficile convincere le persone a venire a dare un'occhiata. Ma le attività e gli eventi hanno pian piano richiamato dei partecipanti, che hanno contribuito con entusiasmo a svilupparli ulteriormente, prestando servizio volontario e apportando nuove idee. Artisti e interpreti hanno portato le loro mostre d'arte e i loro eventi culturali a Lapinlahden Lähde, e adesso ogni anno ospitiamo più di 400 eventi e tra 50 e 60 mostre d'arte. Lapinlahti è diventato un ambiente aperto per tutti a Helsinki, promuovendo il benessere mentale e riducendo la solitudine e l'esclusione sociale ogni giorno.

"Quando ho aderito all'iniziativa ho sentito la soddisfazione di essere qui e di contribuire a dare nuova vita a questo luogo ... l'atmosfera dissolve tutto ciò che è pesante." (Cresswell-Smith et al, 2022)

Oggi l'ospedale Lapinlahti è considerato un luogo molto sicuro e inclusivo, dove ognuno si sente ben accetto, a prescindere dallo stato d'animo in cui si trova e dalla sua situazione personale. Il passato del centro come ospedale psichiatrico non è esente da effetti, perché consente di sentirsi vulnerabili e offre un'apertura assolutamente unica nei confronti del disagio mentale. Ci basiamo su un forte senso di comunità e tutti possono esplorare con fiducia i propri punti di forza. La stigmatizzazione e la discriminazione rimangono fuori dalla porta, e noi di Lapinlahden Lähde siamo orgogliosi di includere tutti.

Le attività del centro sono state sviluppate in collaborazione con il proprietario, la città di Helsinki, e questo lavoro di sviluppo è stato una condizione preliminare dell'intero progetto. In questo momento vengono prese decisioni politiche di ampia portata riguardo la futura proprietà del sito, e ci auguriamo che si tenga pienamente conto del successo delle operazioni in corso.

Come userete questo specifico finanziamento per proseguire la vostra opera al servizio della collettività? Avete già in programma nuovi progetti?

Continueremo a sviluppare le nostre attività per fare in modo che un numero ancora maggiore di persone possa parteciparvi e trarne vantaggio. Abbiamo recentemente lanciato un interessante progetto per le persone in fase di recupero da disturbi mentali, che mira ad aumentare l'accesso, e persino il diritto, alle attività culturali. Più specificamente, il progetto aiuta i partecipanti a trovare il proprio modo di pervenire all'espressione culturale, a individuare ciò che è efficace per loro in termini di benessere mentale, di cultura e di arte. Sarà questa la destinazione del generoso premio in denaro che ci è stato assegnato.

Che tipo di azione collettiva è necessaria per ridurre la stigmatizzazione che spesso accompagna i problemi di salute mentale? L'arte può svolgere un ruolo nel contribuire all'autonomia delle persone con problemi di salute mentale?      

Dobbiamo offrire attività che permettano a persone con esperienze e storie individuali diverse di incontrarsi. La partecipazione ad attività non basate sullo stato di salute o sulle circostanze personali crea incontri umani unici e legami significativi tra persone provenienti da contesti diversi. L'esplorazione della salute mentale attraverso diversi mezzi, come le arti, ha aumentato la consapevolezza e la comprensione. L'arte ha una speciale capacità di riunire le persone, e offre nuovi modi per affrontare questioni anche dolorose. Funge da tramite per l'espressione e crea l'opportunità di essere visti e ascoltati. La capacità di farsi ascoltare può cambiare la vita di una persona e la sua autopercezione.

Iniziativa EuroHPC

Document Type
PAC

Dispositivi medici/Eudamed

Document Type
PAC
Reference number
14/2024

Animenta ha condiviso il Premio con altri tre candidati, mentre la fondazione caritativa irlandese Third Age è stata proclamata prima vincitrice del Premio per la società civile conferito dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) a progetti che promuovono la salute mentale.

Ritenendo che vi fosse ancora spazio per l'innovazione e nuovi approcci alla salute mentale, la Fondazione finlandese Lilinkoti ha sviluppato due giochi denominati The World of Recovery ["Il mondo della guarigione"]: uno online e l'altro da tavolo. Sono entrambi giochi di ruolo nei quali i giocatori devono mettersi nei panni di un determinato personaggio. Ambientati in un mondo futuristico di speranza, questi giochi promuovono il percorso del giocatore verso la guarigione. I destinatari sono le persone che seguono un percorso di recupero da disturbi mentali e da tossicodipendenze ma anche i professionisti. Due rappresentanti di Lilinkoti, Reetta Sedergren e Venla Leimu, ci hanno spiegato che i giochi hanno un potenziale enorme in termini di miglioramento della salute mentale, che rimane però in gran parte inutilizzato. 

Ritenendo che vi fosse ancora spazio per l'innovazione e nuovi approcci alla salute mentale, la Fondazione finlandese Lilinkoti ha sviluppato due giochi denominati The World of Recovery ["Il mondo della guarigione"]: uno online e l'altro da tavolo. Sono entrambi giochi di ruolo nei quali i giocatori devono mettersi nei panni di un determinato personaggio. Ambientati in un mondo futuristico di speranza, questi giochi promuovono il percorso del giocatore verso la guarigione. I destinatari sono le persone che seguono un percorso di recupero da disturbi mentali e da tossicodipendenze ma anche i professionisti. Due rappresentanti di Lilinkoti, Reetta Sedergren e Venla Leimu, ci hanno spiegato che i giochi hanno un potenziale enorme in termini di miglioramento della salute mentale, che rimane però in gran parte inutilizzato. 

Che cosa vi ha indotto ad avviare questo progetto? 

Alcuni anni fa, alla fondazione Lilinkoti, abbiamo pensato che vi fossero ampie possibilità di fare innovazione e sviluppare nuovi approcci in materia di recupero della salute mentale. La diffusione dell'orientamento alla guarigione ha rappresentato un enorme passo avanti in questo ambito, anche se mancano strumenti moderni e innovativi per la sua applicazione. La nostra organizzazione, che opera da alcuni decenni con persone che seguono un percorso di recupero da disturbi mentali, ha avuto un'idea: creare uno strumento moderno per promuovere la salute mentale, sotto forma di gioco digitale al quale partecipare come protagonista. 

Che accoglienza ha ricevuto il vostro progetto? Avete ottenuto un riscontro dalle persone che avete aiutato?   

I giochi sono stati sviluppati con la collaborazione di soggetti impegnati in un percorso di recupero da disturbi mentali e di professionisti, pertanto il feedback ricevuto è stato costante durante tutto il processo di sviluppo del gioco e ha permesso di orientare tale processo verso il risultato finale. 

Abbiamo ricevuto commenti, anonimi e personali, estremamente positivi da utilizzatori di entrambi i giochi. Ad esempio, in oltre il 90 % dei commenti si affermava che il gioco per dispositivi mobili aveva rafforzato il benessere dei giocatori e li aveva aiutati a diventare attivi, mentre il gioco di ruolo li aveva aiutati a sviluppare le loro competenze sociali.  

Forse alcune delle informazioni più interessanti ricevute riguardano le reazioni dei partecipanti, che ridevano durante il gioco, e le conversazioni sui loro stati d'animo, le difficoltà incontrate e i punti di forza, nonché la capacità di aggregazione di questi giochi, che hanno riunito i giocatori, indipendentemente dal loro ruolo e dal contesto. 

Quale consiglio darebbe ad altre organizzazioni che vogliano impegnarsi con successo in attività e programmi di questo tipo? 

Essere in prima linea nell'innovazione e sfruttare i numerosi vantaggi conseguenti. Trarre ispirazione da questa situazione stimolante che permette di fare qualcosa di nuovo. Approfittare di questa opportunità senza cercare di trovare delle spiegazioni a tutti i costi. Seguire il proprio istinto, essere curiosi di ascoltare le opinioni di tutti. Più di ogni altra cosa, coinvolgere nel processo di progettazione soggetti impegnati in un percorso di recupero e persone che hanno acquisito un'esperienza concreta. Quando si inventano dei giochi, prepararsi ad affrontare numerosi pregiudizi da parte dei professionisti. Nel settore della salute mentale si ritiene comunemente che i giochi in generale siano dannosi o creino dipendenza. Non farsi scoraggiare! Essere ambiziosi, creativi e osare sognare. 

Quali sono le potenzialità dei giochi per computer e dei videogiochi per il miglioramento della salute mentale? Ritiene che i giochi dovrebbero essere utilizzati maggiormente nel trattamento dei problemi di salute mentale? 

Le potenzialità dei giochi per computer e dei videogiochi (e in particolare dei giochi di ruolo) per il miglioramento della salute mentale sono enormi. Poiché un numero allarmante di persone soffre di problemi di salute mentale, abbiamo bisogno di nuovi metodi versatili per migliorare la salute mentale. È un vero peccato che le potenzialità dei giochi non siano state esplorate a fondo: non per mancanza di interesse ma per carenza di finanziamenti. Non esiste un modo rapido e semplice per sviluppare giochi di qualità per migliorare la salute mentale. Abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti, di più progetti co-sviluppati e di un maggior numero di professionisti del settore della salute mentale e dei giochi che lavorino per conseguire questo obiettivo. E, ultimo ma non meno importante, abbiamo bisogno di molta, moltissima ricerca. 

Pacchetto per l'energia eolica

Document Type
AS

Nel mondo sono più di 55 milioni le persone, per la maggior parte adolescenti, affette da disturbi alimentari che hanno un impatto sulla loro salute mentale e fisica. Lo stigma che circonda questi disturbi impedisce a molti di chiedere aiuto. Il progetto Telling Stories for Good [Raccontare per sensibilizzare], condotto dall'associazione italiana Animenta, punta a smantellare gli stereotipi, a promuovere il riconoscimento precoce e a fornire assistenza. Dal 2021 l'associazione ha incontrato più di 10 000 ragazze e ragazzi nelle scuole di tutta Italia. Abbiamo parlato con la presidente e fondatrice di Animenta, Aurora Caporossi.

Nel mondo sono più di 55 milioni le persone, per la maggior parte adolescenti, affette da disturbi alimentari che hanno un impatto sulla loro salute mentale e fisica. Lo stigma che circonda questi disturbi impedisce a molti di chiedere aiuto. Il progetto Telling Stories for Good [Raccontare per sensibilizzare], condotto dall'associazione italiana Animenta, punta a smantellare gli stereotipi, a promuovere il riconoscimento precoce e a fornire assistenza. Dal 2021 l'associazione ha incontrato più di 10 000 ragazze e ragazzi nelle scuole di tutta Italia. Abbiamo parlato con la presidente e fondatrice di Animenta, Aurora Caporossi.

Che cosa vi ha indotto ad avviare questa iniziativa?

Animenta nasce dalla necessità di dare voce a tutti coloro che soffrono di un disturbo alimentare, ma anche alle persone che li circondano. L'associazione mira a garantire un accesso adeguato alle cure per i disturbi alimentari, in quanto è possibile guarire se si ha l'opportunità di intraprendere un percorso di "autoguarigione".

Come è stato accolto questo vostro progetto? Avete ottenuto un riscontro dalle persone che avete aiutato?  Ci può fornire un esempio?

"Animenta è un luogo in cui ci si sente bene accolti e dove ho capito che anch'io, pur non essendo sottopeso, soffrivo di un disturbo alimentare". Questo è un messaggio arrivato diversi mesi fa dalla nostra community, grazie al quale abbiamo compreso l'importanza e l'impatto del nostro lavoro. Animenta è stata accolta con curiosità, ma anche perché ha dato speranza nel cambiamento.

Come userete questi finanziamenti specifici per continuare ad aiutare la collettività? Avete già in programma nuovi progetti?

Vorremmo investire sempre di più nei progetti che portiamo avanti nelle scuole per ampliare il nostro impatto. Allo stesso modo, i finanziamenti saranno utilizzati per creare gruppi di autosostegno destinati alle persone affette da un disturbo alimentare. Tra i nostri progetti ci sono anche i campi Animenta: un'esperienza di sei giorni nella natura che consente ai partecipanti di riscoprire il rapporto con se stessi, con il loro corpo e con il cibo.

Quale consiglio darebbe ad altre organizzazioni che vogliano impegnarsi con successo in attività e programmi di questo tipo?

Cominciate dalle storie, per capire quali sono le preoccupazioni della comunità cui vi rivolgete. Chiedete un riscontro e distribuite dei questionari per capire di che cosa hanno bisogno. Ma, più di tutto, metteteci la faccia, per raccontare la vostra lotta e il cambiamento che volete realizzare. Allo stesso tempo, è fondamentale creare una rete con altri per dare vita a un sistema di sostegno efficiente ed efficace.

A Suo parere, oggi i disturbi alimentari sono adeguatamente riconosciuti come un grave problema di salute mentale? Le persone affette da questi disturbi ricevono un sostegno adeguato, e che cosa si dovrebbe fare per migliorarlo?

Oggi si parla di più di disturbi alimentari, per cui possiamo dire che vi è più informazione. Si tratta tuttavia di malattie su cui pesa un profondo stigma sociale e che sono oggetto di una rappresentazione molto stereotipata. Alcuni, ancora oggi, liquidano i disturbi alimentari come un segno di mancanza di volontà se non addirittura come un capriccio. In realtà, i disturbi alimentari sono una malattia psichiatrica complessa che necessita di un trattamento adeguato, trattamento che al momento non sempre è disponibile perché non vi sono sufficienti centri di cura e molti malati non riescono ad accedere al percorso terapeutico.

La fondazione irlandese Third Age (terza età), attraverso la sua rete di azione sociale Age Well (invecchiare bene), è impegnata ad alleviare la solitudine degli anziani. Gli accompagnatori della fondazione, persone di età superiore ai 50 anni, visitano a casa gli anziani una volta alla settimana, offrendo loro compagnia ma anche monitorando la loro salute e il loro benessere mediante un questionario basato su un'applicazione per dispositivo mobile. Alison Branigan, dirigente della fondazione, ci ha detto che finora più di 500 persone, nella contea irlandese di Meath, hanno beneficiato di questo servizio, che descrivono come "un'ancora di salvezza" o addirittura come "la luce alla fine di un lungo e oscuro tunnel".

La fondazione irlandese Third Age (terza età), attraverso la sua rete di azione sociale Age Well (invecchiare bene), è impegnata ad alleviare la solitudine degli anziani. Gli accompagnatori della fondazione, persone di età superiore ai 50 anni, visitano a casa gli anziani una volta alla settimana, offrendo loro compagnia ma anche monitorando la loro salute e il loro benessere mediante un questionario basato su un'applicazione per dispositivo mobile. Alison Branigan, dirigente della fondazione, ci ha detto che finora più di 500 persone, nella contea irlandese di Meath, hanno beneficiato di questo servizio, che descrivono come "un'ancora di salvezza" o addirittura come "la luce alla fine di un lungo e oscuro tunnel".

Che cosa vi ha indotto ad avviare questo progetto?

Abbiamo avviato l'iniziativa AgeWell nella contea di Meath per sostenere la crescente popolazione anziana, che aveva esigenze specifiche di sostegno sociale, emotivo e psicologico e di cure fisiche. Il servizio sanitario pubblico è soggetto a un'enorme pressione, la nostra popolazione è in crescita e sta invecchiando, e ci sono lunghe liste di attesa per i servizi, compresa l'assistenza a domicilio. La nostra iniziativa fornisce una risposta pratica e tempestiva, che integra e rafforza quella offerta dal servizio pubblico, sostenendo anziani isolati, soli, fragili, costretti in casa e a rischio, per aiutarli a vivere meglio e più a lungo nel luogo di loro scelta, fornendo loro contatti sociali e un monitoraggio costante della loro salute e del loro benessere, ma anche individuando e affrontando eventuali problemi prima che si aggravino. La rete AgeWell è inoltre in sintonia con l'etica della nostra organizzazione, Third Age, che sostiene direttamente gli anziani attraverso servizi e programmi innovativi e crea opportunità di volontariato uniche, grazie alle quali persone non più giovani possono assistere altre persone loro coetanee e altri gruppi della comunità. 

Che accoglienza ha ricevuto il vostro progetto? Avete ottenuto un riscontro dai vostri assistiti?  (Può farci un esempio?)

A tutt'oggi AgeWell ha assistito oltre 500 anziani della contea di Meath. Molti apprezzano la compagnia che viene loro offerta nell'ambito del programma: hanno sviluppato una particolare fiducia negli accompagnatori inviati da Age Well, cosa che ci rende più facile comprendere le loro esigenze e i loro timori, e ci permette quindi di assisterli meglio.

Ecco alcuni commenti degli assistiti: "il servizio è un'ancora di salvezza", "non sapevo di avere bisogno di sostegno finché non l'ho ricevuto", "sono così grata al servizio e alla mia accompagnatrice, che rallegra la mia settimana", "ero molto solo, non vedevo nessuno per giorni di fila. Adesso aspetto con impazienza le visite". Un assistito che attraversava un periodo molto difficile e ha ammesso di avere pensato più volte al suicidio ha detto: "Age Well è arrivata al momento giusto, mi ha aiutato a vedere la luce alla fine di un lungo e oscuro tunnel. Tutti dovrebbero avere accesso a questo servizio".

Ecco alcuni commenti dei nostri accompagnatori volontari, anch'essi non più giovani: "Mi piace essere un volontario", "È bello sapere di stare producendo effetti concreti", "In quest'attività ho imparato molto sugli altri e su me stesso".

Possiamo dimostrare, dati alla mano, che AgeWell contribuisce al benessere, fornisce sostegno sociale, emotivo e informativo, riduce l'isolamento e la solitudine, migliora la salute degli assistiti secondo la loro stessa valutazione, e aumenta i loro livelli di attività fisica.

Altri riscontri riguardano il sollievo espresso dai familiari dei nostri assistiti e il riconoscimento del nostro lavoro da parte di servizi di assistenza sanitaria che indirizzano continuamente gli assistiti alla nostra organizzazione.

Cosa consiglierebbe ad altre organizzazioni per avere risultati in attività e programmi di questo tipo?

Bisogna conoscere il proprio gruppo di destinatari, coinvolgere nel processo i propri partecipanti e prestare ascolto ai loro suggerimenti e alle loro esigenze. Si deve confidare in ciò che si sa e in ciò che si è in grado di fare, avere coraggio, essere creativi, perseverare: se l'idea è all'altezza della situazione, si troverà il modo di agire. Occorre essere disponibili a lavorare con altri, e se possibile ottenere finanziamenti, sostegno, promozione da parte dello Stato o del servizio sanitario, il che può contribuire notevolmente alla credibilità del programma, al suo impatto e al suo successo.

Qual è, secondo Lei, la principale causa del peggioramento della salute mentale in età avanzata, a parte i fattori fisiologici? Possiamo, come società, migliorare la salute mentale degli anziani?

La solitudine e l'isolamento hanno sempre contribuito a peggiorare la salute mentale in età avanzata; questo problema, che colpisce l'Irlanda rurale, è altrettanto diffuso nelle nostre dinamiche città. Negli ultimi anni gli effetti della pandemia, l'isolamento forzato, la tendenza a rifugiarsi tra le mura domestiche, anche per proteggersi dalle malattie, la perdita di contatti sociali, di accesso alle attività e di libertà hanno creato un'epidemia di paura, ansia, depressione e problemi di salute mentale. Anche gli eventi nazionali e mondiali, tra cui l'aumento del costo della vita, la guerra e i conflitti, hanno contribuito a questa situazione. Con l'avanzare dell'età può verificarsi una riduzione della cerchia sociale, le malattie possono incidere sulla capacità di svolgere le proprie consuete attività, si può rimanere confinati in casa o perdere in parte la propria indipendenza. Tutto questo può incidere sulla considerazione, sull'autostima, sull'umore e in generale sull'atteggiamento nei confronti della vita. È importante che gli anziani non siano dimenticati a causa della loro eventuale invisibilità: dobbiamo ricordare l'importanza della comunità e dei suoi interventi, nonché il potere dei contatti sociali e dei trattamenti basati su attività sociali. 

Non potrà esserci alcun Green Deal senza un "Social Deal"

a cura del gruppo Lavoratori del CESE

Non potrà esserci alcun Green Deal senza un "Social Deal"

a cura del gruppo Lavoratori del CESE

Il 26 febbraio, per la seconda volta in poche settimane, gli agricoltori hanno bloccato le strade di Bruxelles per protestare con i loro trattori. In netto contrasto con il consueto viavai di abiti formali e acconciature alla moda, le strade del quartiere europeo sono state invase da camion, trattori, balle di fieno e pile di pneumatici in fiamme. Le complesse ragioni alla base delle proteste degli agricoltori spaziano dalla PAC e dalle politiche ambientali a questioni del tutto diverse.

La verità è che le campagne europee si trovano in una situazione difficile, e non da oggi. Il gruppo Lavoratori e il CESE nel suo complesso hanno ripetutamente sottolineato che non ci potrà essere un Green Deal senza un "Social Deal". E sebbene si possa essere tentati di considerare questa idea come un altro sottoprodotto del gergo di Bruxelles, a pensare così si commetterebbe un grave errore. Le campagne si trovano ad affrontare problemi reali, tra i quali intermediari che pagano cifre irrisorie ai produttori ma praticano prezzi al consumo esorbitanti, aiuti insufficienti per intraprendere le riforme ambientali, un sistema di libero scambio (non equo), condizioni di lavoro ardue e il cambiamento climatico.

La risposta della Commissione europea, che si è affrettata ad abbandonare i requisiti in materia di pesticidi, è ancora più preoccupante della mancanza di una consultazione e di un dialogo adeguati con le parti sociali e dell'inazione in materia di politica sociale. Come per le misure ambientali, l'abbandono di tali requisiti può forse consentire ai nostri politici di guadagnare un po' di tempo, ma ci spingerà anche oltre il punto di non ritorno sul piano dei danni all'ambiente.

Inoltre, con l'avvicinarsi delle elezioni, l'estrema destra sta cercando di sfruttare il malcontento e, in una certa misura, sta riuscendo a indirizzare la protesta contro gli OSS, il Green Deal e l'Agenda 2030.

Lo scorso 23 febbraio il CESE e la Commissione europea hanno tenuto un evento vetrina per l'Anno europeo delle competenze, che ha attratto oltre 400 giovani provenienti da tutti gli Stati membri dell'UE, con l'intento di mettere in luce le competenze necessarie per le professioni di oggi e di domani.

Lo scorso 23 febbraio il CESE e la Commissione europea hanno tenuto un evento vetrina per l'Anno europeo delle competenze, che ha attratto oltre 400 giovani provenienti da tutti gli Stati membri dell'UE, con l'intento di mettere in luce le competenze necessarie per le professioni di oggi e di domani.

In questo evento, incentrato sull'incontro con i "campioni di eccellenza" (Meet the Champions of Excellence), 35 giovani europei vincitori delle recenti edizioni dei concorsi WorldSkills, EuroSkills e Abylimpics (una Olimpiade delle competenze per persone con disabilità) hanno messo alla prova le loro competenze in oltre 20 discipline diverse, tra cui la robotica mobile, le TIC, la meccanica, la progettazione grafica, le tecnologie automobilistiche e l'edilizia.

I campioni hanno raccontato le esperienze stimolanti maturate lungo i loro percorsi di apprendimento e le loro carriere professionali. Il pubblico di giovani ha potuto osservare e apprendere i rudimenti di competenze di tipo tradizionale o di nuova concezione nel corso di apposite dimostrazioni, in campi quali la floricoltura, la verniciatura di auto, la robotica e la realtà virtuale, che hanno compreso anche presentazioni sull'integrazione dei sistemi robotici, su un robot destinato alle attività di sminamento in Ucraina e sull'utilizzo della progettazione assistita da computer (CAD) nell'ingegneria meccanica.

L'intento era quello di evidenziare i vantaggi e le opportunità offerti dall'istruzione e dalla formazione professionale (IFP), soprattutto nel contesto della duplice transizione verde e digitale e in vista del mondo del lavoro di domani. L'IFP ha una sua rilevanza anche nella situazione lavorativa attuale - caratterizzata da carenza di manodopera e di competenze e da squilibri tra domanda e offerta di competenze nell'UE - in cui oltre tre quarti delle imprese segnalano difficoltà a trovare manodopera dotata delle competenze necessarie.

Il Presidente del CESE Oliver Röpke ha dichiarato che "le competenze sono un elemento essenziale per permettere ai giovani di condurre una vita sia personale che professionale appagante. Di fronte alla duplice transizione verde e digitale in corso, abbiamo la capacità, grazie alle competenze, non solo di adattarci, ma anche di modellare i posti di lavoro di domani".

Il commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali Nicolas Schmit ha dichiarato, a sua volta, che "la formazione professionale offre tantissime opportunità nel mercato del lavoro attuale. Sono convinto che l'IFP abbia il potenziale per aiutarci ad affrontare gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e le carenze di manodopera che frenano, al momento attuale, le industrie europee".

L'evento ha mostrato che l'IFP è una scelta eccellente, in quanto offre solide prospettive di carriera e opportunità di lavoro più rapide per i giovani, oltre che per gli adulti che vogliono cambiare lavoro o semplicemente migliorare le loro competenze attuali. Eppure, per molti potenziali studenti l'IFP rimane spesso una scelta di ripiego. Nel 2021 poco più della metà degli studenti iscritti a un ciclo di istruzione di livello medio nell'UE frequentava programmi di orientamento professionale.

Nel 2022 quasi l'80 % dei diplomati che avevano completato di recente corsi di istruzione e formazione professionale era riuscito a trovare un lavoro, e ora l'UE punta a raggiungere l'obiettivo dell'82 % entro il 2025. (ll)