IPremio CESE per la società civile all'associazione italiana Animenta per il suo aiuto alle persone che soffrono di disturbi alimentari

Animenta ha condiviso il Premio con altri tre candidati, mentre la fondazione caritativa irlandese Third Age è stata proclamata prima vincitrice del Premio per la società civile conferito dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) a progetti che promuovono la salute mentale.

Il 7 marzo l'associazione italiana non-profit Animenta ha ricevuto il Premio CESE per la società civile per il suo progetto Telling Stories for Good [Raccontare storie che fanno bene], volto a rimuovere la stigmatizzazione sociale dei disturbi alimentari, che oggi colpiscono più di 55 milioni di persone in tutto il mondo, molte delle quali in età adolescenziale.

Grazie a questo progetto, Animenta si è classificata al quinto posto aggiudicandosi un premio di 9 000 EUR; lo stesso importo è stato assegnato ad altri tre progetti vincitori: due finlandesi e uno slovacco. Al primo vincitore del Premio, la fondazione irlandese Third Age, sono andati 14 000 EUR.

Aprendo la cerimonia di premiazione, svoltasi durante la prima edizione della Settimana della società civile del CESE, il Presidente del CESE Oliver Röpke ha dichiarato: Mi congratulo vivamente con i vincitori e con tutti i candidati che hanno partecipato all'edizione di quest'anno del Premio per la società civile. Le loro attività a favore della salute mentale sono una vera fonte di ispirazione e dovrebbero trovare riconoscimento anche a livello di Unione europea. In ogni parte dell'UE, persone giovani e anziane soffrono sempre più spesso di problemi di salute mentale. Ansia e depressione sono in forte aumento in tutta Europa. La società civile svolge un ruolo centrale nel fornire servizi che oggi non vengono adeguatamente erogati dal sistema sanitario pubblico, e dedica particolare attenzione alle esigenze specifiche delle categorie vulnerabili. Con la cerimonia di oggi rendiamo omaggio alla società civile in azione.

Nell'assegnare i premi, Laurențiu Plosceanu, vicepresidente del CESE responsabile per la Comunicazione, ha a sua volta dichiarato: Problemi di salute mentale come l'ansia, la depressione e i disturbi alimentari sono aumentati in tutta Europa. Si tratta forse di un'epidemia silenziosa, ma certamente di enormi dimensioni. Con questo premio, il nostro Comitato vuole rompere il tabù e parlare di salute mentale e di benessere mentale. E vogliamo anche mettere in evidenza il lavoro svolto dalla società civile per migliorare questo aspetto cruciale della salute e del benessere delle persone.

Con il progetto Telling Stories for Good, Animenta è impegnata a riscrivere le narrazioni stereotipate sui disturbi alimentari. Sebbene la malattia abbia un forte impatto sulla salute sia mentale che fisica di una persona, non tutti cercano aiuto perché temono che i loro problemi non vengano presi sul serio o non siano considerati tali da richiedere un trattamento medico.

Attraverso i suoi programmi di sensibilizzazione, Animenta promuove il riconoscimento precoce di tali disturbi e la loro prevenzione. I programmi sono portati avanti da professionisti volontari, sia online che nelle scuole di tutta Italia, e ad oggi hanno già coinvolto 10 000 minori. L'associazione offre inoltre un sostegno concreto alle persone già colpite. In Italia più di quattro milioni di persone soffrono di disturbi alimentari, e due milioni di esse sono adolescenti.

Aurora Caporossi, presidente e fondatrice di Animenta, ha spiegato che i disturbi alimentari sono oggetto di un profondo stigma sociale e di una rappresentazione molto stereotipata. Ancora oggi alcune persone credono che i disturbi alimentari siano il risultato di una mancanza di forza di volontà o li considerano addirittura un capriccio. Noi vogliamo dare voce a tutti coloro che soffrono di questi disturbi e ai loro cari. Aver vinto questo premio ci consentirà di allargare il lavoro che stiamo facendo. In particolare, questo riconoscimento trasmette il messaggio che i disturbi alimentari sono una malattia grave. È importante intervenire per prevenirli e fornire un supporto concreto.

 

GLI ALTRI PROGETTI VINCITORI

Il vincitore del primo premio è la fondazione caritativa irlandese per la terza età Third Age Foundation, che si adopera per combattere la solitudine in età avanzata offrendo compagnia e aiuto alle persone isolate, fragili e vulnerabili. Il loro progetto vincitore – la rete di impegno sociale Age Well [Invecchiare bene] – offre un servizio unico nel suo genere, a livello di comunità, in cui persone di oltre 50 anni sostengono gli anziani a rischio e bisognosi: fanno loro visita regolarmente, non solo offrendo loro buona compagnia ma anche monitorando la loro salute e il loro benessere con l'aiuto di un questionario basato su un'applicazione per smartphone. Le informazioni raccolte vengono utilizzate per mettere la persona in contatto con servizi adeguati e offrirle un aiuto concreto.

Al secondo posto si è classificata l'associazione finlandese Pro Lapinlahti, con il suo centro comunitario Lapinlahden Lähde [La sorgente di Lapinlahti]. Il centro, realizzato grazie alla ristrutturazione dell'ospedale Lapinlahti di Helsinki, organizza vari workshop ed eventi dedicati all'alfabetizzazione in materia di salute mentale e vanta 50 000 visitatori all'anno. Dichiarato zona libera da diagnosi, consente a ciascuno di vivere ed esprimersi liberamente, senza vedersi attribuire delle etichette, e offre responsabilizzazione anziché un atteggiamento paternalista.

Il terzo posto è andato all'organizzazione slovacca Integra, con la sua iniziativa Crazy? So what! [Matti? E allora?!], che scardina gli stereotipi promuovendo tra i giovani una conoscenza della salute mentale fondata sulla compassione e offrendo una comprensione diretta di quel che significa soffrire di disturbi mentali e aver iniziato un percorso di guarigione.

Vincitrice del quarto premio è la fondazione finlandese Lilinkoti Foundation, che si è data la missione di sostenere la salute mentale con due giochi innovativi e creativi, denominati The World of Recovery [Il mondo della guarigione]. Ambientati in un mondo futuristico di speranza, questi giochi promuovono il percorso del giocatore verso la guarigione attraverso obiettivi che favoriscono lo sviluppo di una sana immagine di sé, dell'autonomia personale e di una vita attiva e piena di significato. Uno è un gioco non violento per dispositivi mobili e l'altro un pluripremiato gioco di ruolo da tavolo. I due giochi si rivolgono a chi, con l'aiuto di professionisti, segue un percorso di recupero dai disturbi mentali e dalle tossicodipendenze, e sono gratuiti e liberamente accessibili.

Il CESE ha lanciato il Premio per la società civile dedicato alla salute mentale nel luglio 2023, in riconoscimento del ruolo cruciale svolto dalla società civile nella cura e nella prevenzione dei disturbi mentali. I vincitori sono stati selezionati tra oltre 100 candidature provenienti da 23 Stati membri. La creatività e la dedizione dei progetti presentati mettono in evidenza l'enorme entusiasmo e la forte motivazione della società civile ad aiutare le persone alle prese con problemi di salute mentale, e dimostrano il loro contributo fondamentale nel frenare l'esplosione di questa epidemia silenziosa nell'UE.

Giunto ormai alla 14ª edizione, il Premio ricompensa progetti senza scopo di lucro realizzati da singoli, organizzazioni della società civile e imprese, ed è dedicato ogni anno a un tema diverso, legato a un importante settore di attività del CESE. La somma in denaro e il riconoscimento ricevuti dovrebbero servire ai vincitori per espandere i loro progetti e per potenziare l'aiuto prestato nelle loro comunità.

Nel 2022 il CESE ha eccezionalmente assegnato il Premio per due temi: i giovani e l'aiuto all'Ucraina. Nel 2021 il Premio è andato a progetti climatici volti a promuovere una transizione giusta, mentre nel 2020 è stato sostituito da un Premio speciale per la solidarietà rivolto a chi si era distinto nella lotta contro la pandemia di COVID-19. Negli anni ancora precedenti il Premio per la società civile è stato dedicato a temi quali la parità di genere e l'emancipazione femminile, le identità e il patrimonio culturale europei e la migrazione.

 

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