"Per garantire ai cittadini con disabilità la possibilità di partecipare al voto in Europa la strada è ancora lunga"

CESE Info ha intervistato il membro del Comitato Krzysztof Pater sulla relazione informativa da lui elaborata sul tema "La realtà del diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni del Parlamento europeo"

CESE Info: Che cosa L'ha spinta a predisporre questa relazione?

Krzysztof Pater: Nei documenti di programmazione, le dichiarazioni politiche o le iniziative legislative le istituzioni europee esprimono spesso preoccupazione per la situazione dei diritti fondamentali di coloro che appartengono a determinate categorie sociali nell'UE. Riteniamo che le soluzioni giuridiche adottate nell'Unione europea possano servire da modello per i paesi di altre parti del mondo. Oggi molti politici affermano compiaciuti che la nostra è una democrazia quasi perfetta.

È un'opinione, questa, che non condivido affatto. A mio avviso, infatti, bisogna ancora lavorare molto in questo campo, e uno dei primi passi da compiere dovrebbe consistere nel garantire a tutte le persone con disabilità la possibilità concreta di esercitare effettivamente il loro diritto di voto. Sono convinto che una società che accetta una situazione in cui una persona con disabilità è privata del diritto di voto a causa delle normative in vigore non sarà mai in grado di accettare senza riserve i diritti di chi appartiene ad altri gruppi sociali discriminati. Nell'elaborare la relazione, ho soprattutto voluto mettere in evidenza gli ostacoli che ancora impediscono l'esercizio del diritto di voto e richiamare l'attenzione sulla portata di questi ostacoli. Nello stesso tempo, però, ho voluto anche dare spazio agli esempi positivi di alcuni paesi, che ne illustrano l'approccio al diritto di voto delle persone con disabilità.

Che cosa si propone di ottenere pubblicando questa relazione informativa? Ha già ricevuto dei riscontri al riguardo?

La relazione informativa mette in luce una triste realtà. Per molti, essa rappresenta una conferma di quanto vanno affermando ormai da anni. Nello stesso tempo, però, essa costituisce anche una vastissima raccolta di esempi positivi. Per le organizzazioni attive negli Stati membri nel campo dei diritti delle persone con disabilità o, più in generale, dei diritti umani, la relazione rappresenta una sorta di manuale di istruzioni, unico nel suo genere, che indica la direzione dei possibili sviluppi nei singoli paesi dell'Unione. La decisione della Corte costituzionale tedesca di consentire alle persone con disabilità intellettive di esercitare il diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo del 2019 - adottata un mese dopo l'adozione della relazione del CESE - rappresenta un ulteriore esempio di abbattimento di ostacoli ancora in piedi.

La relazione è stata trasmessa anche a molte istituzioni responsabili dello svolgimento delle elezioni negli Stati membri: la sua lettura permetterà loro di confrontare il livello di adeguatezza delle loro soluzioni alle esigenze delle persone con disabilità con quello delle soluzioni adottate in altri paesi e, di conseguenza, di intraprendere le necessarie iniziative legislative.

Quindi, alle prossime elezioni del Parlamento europeo, che si terranno nel 2024, la maggioranza degli elettori con disabilità sarà in grado di votare?

Vi sono essenzialmente due modi di cambiare il quadro attuale. La prima strategia consiste nel modificare le norme che disciplinano le elezioni del Parlamento europeo. Poiché l'UE richiede che i cittadini europei che vivono in un altro Stato membro abbiano diritto di voto alle elezioni del PE, è anche possibile adottare una normativa europea che garantisca tale diritto di voto a tutti i cittadini con disabilità a partire dalle elezioni del 2024. Se una tale normativa verrà adottata, è ragionevole prevedere che cambiamenti analoghi saranno introdotti anche per le elezioni nazionali o locali, disciplinate in maniera indipendente dai singoli Stati membri. La seconda strategia, più lenta, consiste nell'adottare modifiche legislative a livello dei singoli Stati membri. Anche in questo modo si potrà migliorare notevolmente l'effettività del diritto di voto delle persone con disabilità nelle prossime elezioni del Parlamento europeo.