Alla luce dei risultati disomogenei ottenuti dalle precedenti politiche di riforma, è essenziale che l'UE e gli Stati membri svolgano una valutazione approfondita. Malgrado i progressi compiuti fino ad oggi, sono necessarie ulteriori riforme e misure politiche al fine di stimolare la crescita e rafforzare la coesione e la dimensione sociale delle politiche, afferma il CESE nel suo parere sull'analisi annuale della crescita 2019.

Il CESE critica la valutazione ampiamente favorevole sia dei progressi economici e sociali dal 2014 ad oggi che delle precedenti politiche di riforma presentata dalla Commissione nell'analisi annuale della crescita. La crescita economica nell'UE nel suo complesso continua a essere più lenta rispetto al periodo pre-crisi, e occorre tenere conto delle differenze all'interno delle regioni e fra di esse. L'analisi annuale della crescita non lascia certo intendere che possiamo riposarci sugli allori.

Il CESE accoglie con favore l'impegno della Commissione a sostenere le riforme. Le riforme e le politiche dovrebbero rendere più resilienti l'economia e i mercati del lavoro, rafforzando così la crescita economica e la produttività. Esse devono dimostrare inoltre un impegno reale nei confronti del pilastro europeo dei diritti sociali e degli obiettivi internazionali dell'azione per il clima; purtroppo, l'analisi annuale della crescita non presenta proposte adeguate per la loro attuazione e il loro finanziamento.

Nell'analisi mancano inoltre proposte per contrastare i rischi esterni alla crescita. Per mantenere i livelli di crescita e di occupazione occorre elaborare e iscrivere in bilancio politiche di incentivazione adeguate. In tale contesto, investimenti di qualità nell'istruzione e nella formazione, come proposto nell'analisi annuale della crescita, sarebbero elementi positivi.

Le parti sociali e la società civile potrebbero contribuire ad accelerare i lavori sulle nuove proposte di politica e garantire che le riforme siano idonee, concrete e specifiche per paese.

Infine, il CESE si compiace del fatto che la Commissione dia la priorità a riforme volte ad aumentare gli investimenti sia pubblici che privati. La disciplina di bilancio dell'UE dovrebbe consentire che i bilanci nazionali finanzino investimenti produttivi sul piano sociale ed economico che non pregiudichino la sostenibilità del futuro bilancio. (jk)