La lotta ai cambiamenti climatici e la promozione di un'energia sostenibile sono stati i temi principali affrontati nel corso della sessione plenaria di giugno del Comitato economico e sociale europeo (CESE). In questo ultimo scorcio di mandato della Commissione uscente, il commissario Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'Unione dell'energia, e il Presidente del CESE Luca Jahier hanno partecipato ad un proficuo dibattito sul futuro dell'Europa e adottato una posizione ferma e risoluta: è indispensabile continuare a coinvolgere e consultare i cittadini sulle decisioni da prendere in merito alla transizione verso una società a zero emissioni di carbonio.
La lotta ai cambiamenti climatici
In tutta Europa si fa strada la consapevolezza che è necessario agire con urgenza per il clima
, ha dichiarato Šefčovič alla seduta della plenaria del CESE del 20 giugno 2019, sottolineando anche come il clima sia ormai una delle questioni centrali delle consultazioni elettorali nell'UE e che oggi in Europa siamo arrivati finalmente a considerare il fenomeno dei cambiamenti climatici come un'opportunità per riorientare e riorganizzare la nostra economia
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Sulla stessa lunghezza d'onda, il Presidente Jahier ha affermato che raggiungere il traguardo della neutralità climatica entro il 2050 è cruciale per il futuro dell'Europa, e si è chiesto se, malgrado i notevoli progressi compiuti nella lotta ai cambiamenti climatici, le politiche adottate e le risorse impiegate saranno ancora abbastanza ambiziose per sostenere il conseguimento dell'obiettivo a lungo termine di un azzeramento delle emissioni nette entro quella data.
Con il progetto dell'Unione dell'energia la Commissione ha definito una visione per un'Europa a zero emissioni di carbonio. Secondo il commissario Šefčovič "abbiamo dimostrato che non occorre scegliere tra la crescita economica e l'azione per il clima: è possibile far crescere l'economia europea (del 58 %) e ridurre nello stesso tempo le emissioni (del 22 %)." La prova ne è data dai 4 milioni di posti di lavoro "verdi" nell'UE, di cui ben 1,4 nel solo settore delle energie rinnovabili.
L'Unione dell'energia è già realtà
Nel ricordare l'adozione, il 9 aprile scorso, della Quarta relazione sullo stato dell'Unione dell'energia, Šefčovič ha messo l'accento sul fatto che tale Unione dell'energia è già realtà. Avevamo promesso di dotare l'Europa di un'energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili. Oggi possiamo affermare non solo di aver mantenuto questa promessa, ma anche di aver fatto molto di più. Abbiamo avviato una profonda trasformazione e modernizzazione delle nostre economie
, ha osservato il commissario europeo, indicando come esempi la produzione e il consumo di energia decentrati e decarbonizzati, la realizzazione di infrastrutture e le tecnologie intelligenti.
Jahier ha avuto parole di elogio per Šefčovič e la particolare attenzione dimostrata dal commissario nei confronti delle organizzazioni della società civile, e ha insistito soprattutto sulla visione centrale dell'Unione dell'energia nel quinquennio appena trascorso. I cittadini sono al centro di questa visione - ha aggiunto il Presidente del CESE - sono titolari in prima persona del processo di transizione energetica, traggono vantaggio dalle nuove tecnologie per ridurre i loro costi in bolletta, partecipano attivamente al mercato e, infine, sono tutelati qualora siano consumatori vulnerabili
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Realizzare l'Unione dell'energia con i cittadini in primo piano
Soffermandosi sulla tappa successiva del percorso, Šefčovič ha precisato che, ora che sono state poste solidissime fondamenta su cui costruire l'Unione dell'energia in Europa, dobbiamo garantirne un'adeguata e concreta realizzazione sul campo. La Commissione, ha aggiunto, ha già provveduto a rivolgere le sue raccomandazioni agli Stati membri per quanto riguarda l'elaborazione, per la prima volta in assoluto, dei loro piani nazionali per l'energia e il clima, e in questo momento ciascun paese dell'UE è impegnato a pianificare la propria politica seguendo gli orientamenti dell'Unione dell'energia.
Con la definizione del quadro normativo per la transizione energetica, la Commissione ha compiuto un ottimo lavoro e tenuto fede alle sue promesse
, ha rilevato Jahier, aggiungendo che, in prospettiva, è importante che l'Unione dell'energia si realizzi sul campo nel prossimo futuro. Su questo punto, il Presidente del Comitato ha anche manifestato preoccupazione, chiedendosi se le future politiche energetiche cercheranno ancora di collocare i cittadini "al centro dell'Unione dell'energia", e in particolare come sarà possibile aiutare le imprese e i lavoratori a svolgere un ruolo di primo piano in questa transizione che porterà ad una crescita sostenibile per tutti negli anni a venire.
Occorrono un dialogo permanente con i cittadini e un patto sociale
A questo proposito, per accompagnare la transizione energetica, Jahier ha insistito sulla necessità di istituire un dialogo permanente dei cittadini che preveda una loro significativa partecipazione ai processi decisionali e un patto sociale tra governi, enti locali e regionali, parti sociali e società civile (parere SC/051 sul tema Strategia a lungo termine dell'UE per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, adottato nella sessione plenaria di giugno). Avvicineremo di più l'UE ai cittadini, coinvolgendoli direttamente nei processi di elaborazione delle politiche e nella concreta attuazione della transizione verso un'Europa climaticamente neutra
, ha concluso il suo intervento il Presidente del CESE.
Nell'accennare alla richiesta del CESE di un accordo sulla conclusione di un patto sociale, il commissario Šefčovič ha anche sottolineato che occorre instaurare un dialogo attivo con i cittadini sull'elaborazione delle politiche per il clima, insistendo poi sul fatto che l'Unione dell'energia non può essere realizzata a Bruxelles, ma dovrà essere costruita sul terreno nei singoli Stati membri. La transizione deve essere attuata a tutto campo, facendo in modo di non lasciare indietro nessuna regione, settore o gruppo sociale. Dovrà essere una transizione socialmente equa, condivisa da tutti gli attori
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Contesto
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