Nonostante il grande potenziale che può offrire, il successo della proposta sulla riforma dell'IVA non è scontato

VAT tax reform

Il CESE formula raccomandazioni sull'attuazione della riforma e chiede chiarimenti

Nel suo recente parere in merito a una proposta presentata dalla Commissione europea, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) afferma che un nuovo sistema dell'IVA per l'imposizione degli scambi tra gli Stati membri deve esplicare appieno il suo potenziale e limitare gli eventuali effetti negativi sul mercato unico. Per la sua efficace attuazione saranno fondamentali una maggiore collaborazione tra le autorità nazionali e un'ampia comunicazione da parte della Commissione. Il CESE chiede dei chiarimenti su alcuni concetti e criteri proposti e sottolinea che si deve giungere quanto prima a un sistema comune applicabile sia ai beni che ai servizi.

Il regime transitorio vigente in materia di IVA non risponde alle esigenze della situazione attuale degli scambi. Da quando è entrato in vigore, 25 anni fa, gli scambi transfrontalieri tra gli Stati membri dell'UE sono notevolmente aumentati. Questo regime, ormai obsoleto, lascia spazio alle frodi e agli abusi fiscali e comporta considerevoli perdite di gettito in tutta l'Unione europea. Il nuovo sistema dell'IVA dovrebbe cambiare questa situazione e promuovere il tanto necessario potenziamento del mercato unico.

Il CESE ritiene che la riforma proposta costituisca un passo fondamentale per completare il passaggio al regime definitivo dell'IVA per l'imposizione delle merci negli scambi tra imprese, sulla base del principio della destinazione. Il Comitato ritiene che il nuovo quadro potrebbe produrre vantaggi tangibili per le imprese, tra cui una riduzione dei costi di conformità e degli oneri burocratici.

La riforma può avere un impatto positivo sulle imprese e sulla loro crescita, ma il suo successo non può essere dato per scontato, ha dichiarato Krister Andersson, relatore del parere del CESE. Le regole devono essere applicate correttamente, la riforma deve essere compresa da tutti e le autorità fiscali nazionali devono intensificare la loro collaborazione giornaliera e al tempo stesso intraprendere una campagna di comunicazione, ha spiegato il relatore.

Mentre la riforma modificherà l'imposizione degli scambi transfrontalieri tra imprese per quanto riguarda i beni, i servizi continueranno a essere tassati secondo un regime diverso. Dato che la coesistenza di due sistemi potrebbe causare problemi, il CESE esorta la Commissione a studiare il modo per introdurre il più rapidamente possibile un sistema comune per i beni e per i servizi.

Un sistema comune di imposizione dei beni e dei servizi sarebbe più favorevole alla crescita e più efficace contro le frodi, ha aggiunto Giuseppe Guerini, correlatore del parere. È quindi della massima importanza proseguire i lavori per giungere a un sistema comune.

Oltre a chiedere un sistema comune, nel suo parere il CESE formula raccomandazioni pratiche sull'attuazione della riforma e chiede alla Commissione di chiarire le disposizioni relative allo sportello unico e al soggetto passivo certificato (SPC). Il CESE ritiene che le imprese dovrebbero avere il più ampio accesso possibile allo status di SPC. Gli Stati membri dovrebbero esaminare prontamente le domande per garantire che le imprese possano continuare a operare senza inutili interruzioni, ritardi e oneri amministrativi dovuti all'incertezza.

Per avere successo, il sistema dell'IVA non deve impedire alle imprese di espandersi a livello transfrontaliero, ha dichiarato Krister Andersson.

Dato l'impatto che la proposta della Commissione avrà, secondo le previsioni, sul flusso di cassa e sul costo del capitale, il Comitato teme anche che possano comparire nuovi ostacoli per le PMI e le start-up.

A questo proposito, Guerini ha spiegato: Il sistema dell'inversione contabile dovrebbe essere concesso a tutte le cessioni transfrontaliere di beni tra imprese, fino a quando il sistema definitivo non sarà pienamente operativo e il rimborso dell'IVA non sarà effettuato in maniera tempestiva.

Infine, il CESE raccomanda di effettuare investimenti adeguati nelle risorse informatiche hardware e software per sviluppare correttamente uno sportello unico solido e affidabile in grado di gestire una notevole quantità di informazioni sensibili. Il suo funzionamento sicuro e rapido deve essere garantito a vantaggio sia delle imprese che delle amministrazioni fiscali.