La digitalizzazione: una sfida fondamentale per le PMI nella regione del Mediterraneo

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I vantaggi della digitalizzazione per le piccole e medie imprese (PMI) sono molteplici e consentono loro di rafforzare la competitività, ampliare l'accesso al mercato e migliorare le relazioni con i clienti. In una relazione informativa adottata alla sessione plenaria di dicembre, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene necessario sostenere la trasformazione digitale delle PMI con misure adeguate alle esigenze specifiche delle diverse forme d'impresa.

La relazione informativa Digitalizzazione e PMI nella regione mediterranea adottata dal CESE si propone di analizzare l'attuale situazione della digitalizzazione nei paesi del Mediterraneo settentrionale, meridionale e orientale e di evidenziare sfide specifiche. Tra le principali conclusioni della relazione figura la necessità di definire "un'agenda politica ad ampio raggio volta a rafforzare il ruolo decisivo delle PMI nello sviluppo socioeconomico dei paesi della regione euromediterranea e, soprattutto, nella lotta alla disoccupazione".

Secondo María Helena De Felipe Lehtonen, relatrice della relazione, la digitalizzazione delle PMI nella regione euromediterranea è della massima importanza per rafforzare la competitività di tali imprese nel mercato mondiale.

La disponibilità dell'infrastruttura digitale non si traduce automaticamente nell'adozione di modelli aziendali e tecnologie digitali. Secondo l'Indice DESI (Digital Economy and Society Index = Indice di digitalizzazione dell'economia e della società) della Commissione europea, oltre il 50 % delle imprese negli Stati membri dell'UE che si affacciano sul Mediterraneo (quali Grecia, Spagna, Italia e Francia) presenta livelli di intensità digitale estremamente bassi rispetto a paesi in cima alla classifica come Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi, dove tale percentuale è inferiore al 20 %.

La relazione che accompagna l'Indice DESI rivela che le PMI sono in ritardo rispetto alle grandi imprese nell'adozione di modelli aziendali e tecnologie digitali, compresi quelli più basilari, come la condivisione elettronica delle informazioni (adottata dal 30 % delle PMI rispetto all'80 % delle grandi imprese) e il marketing dei prodotti o servizi sui social media (47 % rispetto al 75 %). La stessa relazione mostra anche che solo un numero esiguo di PMI ha adottato una strategia nel campo della sicurezza informatica o misure adatte per proteggersi da attacchi informatici.

Inoltre, sussistono notevoli disparità in termini di copertura della banda larga sia tra i paesi che all'interno di ciascuno Stato membro, segnatamente tra le zone urbane e quelle rurali e soprattutto per la banda larga ad alta o altissima velocità.

Sensibilizzare l'opinione pubblica

Tenuto conto delle precedenti considerazioni, il CESE sottolinea l'importanza di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di tale questione. Una delle proposte avanzate nella relazione prevede che, nell'ambito delle future revisioni della politica di vicinato europea e degli accordi di associazione bilaterali, vengano considerati prioritari gli investimenti in infrastrutture digitali ma anche le riforme in materia di istruzione necessarie ad una diffusione sistematica delle competenze digitali tra gli insegnanti e gli studenti.

Il CESE raccomanda inoltre di investire risorse in campagne di sensibilizzazione per informare le PMI sui costi della mancata digitalizzazione, ed è favorevole allo sviluppo di strumenti di autovalutazione online per aiutarle ad avviare l'elaborazione di una strategia in materia di digitalizzazione. Dobbiamo far capire alle PMI che la non digitalizzazione non è un'opzione possibile, ha affermato María Helena De Felipe. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero anche informare i lavoratori e, se possibile, coinvolgerli nello sviluppo di strategie di digitalizzazione.

Un altro tema importante esaminato nella relazione informativa del CESE riguarda il divario di genere nella partecipazione della forza lavoro nella maggior parte dei paesi euromediterranei. La digitalizzazione può aiutare a conciliare vita professionale e vita familiare poiché rende possibile un'organizzazione del lavoro flessibile e il telelavoro. Pertanto, il CESE ritiene che le strategie digitali nazionali debbano promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e prevedere sistemi di incentivi a favore delle PMI per l'inserimento professionale delle donne.

Migliorare in maniera sostanziale la connettività nelle zone rurali e tra queste e le zone urbane è altresì essenziale per ridinamizzare le aree rurali sul piano economico, sociale e demografico. Occorre colmare il divario digitale tra zone urbane e zone rurali per rendere queste ultime più attraenti per i giovani e ridurre la tendenza allo spopolamento. Il ricorso a tecnologie agricole intelligenti rappresenta una preziosa opportunità di incrementare la produttività e migliorare le condizioni di lavoro.

Prevenire gli inconvenienti

La digitalizzazione, i cui vantaggi sono ben noti, può presentare anche alcuni inconvenienti. L'adozione di modalità di lavoro innovative può far insorgere nuove forme di alienazione e minare la soddisfazione dei lavoratori e l'ambiente di lavoro nelle PMI. Il CESE ha già raccomandato in precedenti pareri l'adozione di un approccio alla digitalizzazione che ponga al centro l'essere umano e la promozione del dialogo con i lavoratori prima dell'introduzione delle tecnologie digitali.

Per facilitare la transizione verso un'economia digitale è essenziale che i lavoratori dispongano delle competenze necessarie. L'uso delle tecnologie digitali richiede spesso l'assunzione di nuovo personale e la maggior parte delle PMI deve decidere se sostituire o riqualificare i propri lavoratori. La riqualificazione rimane l'opzione più praticabile e quella meno dannosa per i lavoratori adulti, che sono esposti al rischio di emarginazione su mercati del lavoro sempre più digitalizzati.

Il CESE propone pertanto di estendere anche ad altri paesi del Mediterraneo il sistema dei congedi retribuiti per motivi di formazione introdotto da alcuni Stati membri dell'UE. Le competenze digitali sono fondamentali per una trasformazione digitale riuscita. Dobbiamo incentivare e facilitare la riqualificazione dei lavoratori, ha concluso María Helena De Felipe.

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