Il CESE delinea una serie di ulteriori misure necessarie al completamento di un'UEM stabile, prospera e resiliente

Mihai Ivaşcu and Stefano Palmieri

L'UEM ha bisogno di una visione strategica comune, di meccanismi di governance efficienti e di una chiara dimensione sociale

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è fermamente convinto che, nonostante le riforme di vasta portata attuate nella fase iniziale, oggi l'Unione economica e monetaria (UEM) non sia ancora sufficientemente stabile e resiliente per fronteggiare in modo efficace future crisi economiche e finanziarie. Esorta pertanto i decisori competenti a pervenire in tempi più rapidi ad un accordo politico più ampio su come conseguire l'obiettivo di fondo di un'UEM autentica e approfondita.

Nel suo ultimo parere dedicato al Pacchetto sull'Unione economica e monetaria il CESE accoglie con favore le recenti proposte della Commissione europea, ma formula anche qualche riserva in merito. Nuovi passi avanti nella realizzazione dell'UEM devono poggiare su una risoluta posizione comune di tutti gli Stati membri, e tuttavia il dibattito politico attuale manca chiaramente di una visione strategica condivisa, afferma il relatore del parere Mihai Ivaşcu (Attività diverse, RO). Dovremmo sfruttare l'attuale clima di rilancio economico e lavorare per giungere rapidamente ad un accordo sul completamento dell'UEM.

Il correlatore del parere Stefano Palmieri (Lavoratori, IT) indica una serie di altre condizioni perché le riforme vadano in porto: Il completamento dell'UEM richiede innanzitutto un forte impegno politico, una governance efficiente e un uso migliore delle risorse finanziarie disponibili, al fine di gestire sia la riduzione del rischio che la sua condivisione tra gli Stati membri. Occorre sviluppare nuovi strumenti finanziari volti a prevenire le crisi e a neutralizzare le misure procicliche.

Il Comitato ritiene che nell'attuare ulteriori riforme sia necessario trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Sottolinea inoltre che, nella loro forma attuale, le proposte della Commissione non includono un preciso impegno a inserire una dimensione sociale nell'UEM né delle disposizioni per la partecipazione strutturata dei comitati consultivi istituzionali e delle parti sociali, soggetti che andrebbero invece coinvolti (insieme al Parlamento europeo) nel processo del semestre europeo se si vuole riconquistare la fiducia e il sostegno dei cittadini.

L'UEM deve preoccuparsi delle esigenze dei cittadini e apportare un reale valore aggiunto, dichiara Mihai Ivaşcu. Insistiamo perché venga assunto un chiaro impegno a favore del pilastro europeo dei diritti sociali. Ai diritti sociali deve essere assegnata un'importanza pari a quella delle libertà economiche, al fine di tradurre in realtà l'idea di 'economia sociale di mercato' contenuta nel Trattato.

Oltre a osservazioni di ordine generale sul pacchetto UEM, nel parere il CESE formula anche una serie di raccomandazioni sulle singole proposte presentate dalla Commissione.

Prima di tutto, precisa che la trasformazione del meccanismo europeo di stabilità in un Fondo monetario europeo (la cui istituzione verrebbe sancita nel diritto dell'Unione) non dovrebbe funzionare come un paracadute d'oro, incoraggiando le banche ad assumere rischi inutili, ma dovrebbe servire piuttosto a prevenire le crisi bancarie, sostenere lo sviluppo economico e assorbire gli shock.

Al tempo stesso, il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'UEM (TSCG) dovrebbe diventare parte integrante del diritto dell'UE, e sarebbe altresì opportuno aprire un dibattito a livello dell'UE sulla possibilità di escludere gli investimenti strategici che apportano un valore aggiunto dall'ambito di applicazione del patto di stabilità e di crescita. A giudizio del Comitato, gli investimenti pubblici non dovrebbero essere considerati un costo, ma piuttosto come una fonte di future entrate, in grado di assicurare un andamento senza scosse dei cicli economici e di garantire crescita e creazione di posti di lavoro.

Per quanto riguarda i nuovi strumenti di bilancio proposti, il CESE approva pienamente la creazione di una funzione di stabilizzazione macroeconomica per la zona euro (di un ordine di grandezza pari all'1% del PIL) da attivare rapidamente in caso di recessione. Appoggia inoltre l'idea di introdurre uno specifico strumento di convergenza che sia di aiuto per gli Stati membri in procinto di entrare a far parte della zona euro. Per evitare la creazione di nuove istituzioni, le risorse per tutti questi strumenti dovrebbero essere coperte dal bilancio dell'Unione.

Riguardo alla proposta di creare un ministro europeo dell'Economia e delle finanze, il Comitato approva l'istituzione di tale figura come primo passo per migliorare la coerenza delle politiche, che sono attualmente caratterizzate da disorganicità, ma invita a riflettere ulteriormente sulla nuova carica proposta al fine di rafforzarne la responsabilità democratica.

Nell'ambito della risposta complessiva al pacchetto di proposte della Commissione sull'UEM, il CESE ha elaborato anche un parere sul tema specifico del Sostegno alle riforme strutturali negli Stati membri, nel quale formula le seguenti raccomandazioni:

  • definire per il programma di sostegno alle riforme strutturali (PSRS) una strategia chiara e comprensiva di criteri di selezione, dato che la dotazione di bilancio del programma è tuttora non in linea con le richieste;
  • dare la priorità a riforme in campo sociale, economico e istituzionale che abbiano effetti di ricaduta su altri paesi, e puntare allo sviluppo sociale ed economico e alla convergenza;
  • rivolgere particolare attenzione agli Stati membri non appartenenti alla zona euro, ma che sono sulla buona strada per l'adesione alla moneta unica;
  • aumentare la dotazione finanziaria del PSRS senza penalizzare i bilanci di altri fondi altrettanto importanti;
  • erogare i finanziamenti per determinate riforme collegandole al nuovo strumento per la realizzazione delle riforme, il quale dovrebbe essere dotato di un proprio meccanismo di finanziamento ad hoc nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2020.

Infine, il Comitato propone di introdurre una norma in base alla quale uno Stato membro non si vedrà assegnare dei fondi se non avrà provveduto ad applicare pienamente il principio di partenariato con un effettivo coinvolgimento delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile al momento di decidere in merito ai pacchetti degli impegni di riforma pluriennali.

Come è evidente anche dai suoi precedenti lavori sull'argomento, il CESE chiede a gran voce il completamento dell'Unione economica e monetaria, ed è convinto che un'UEM dall'architettura adeguatamente riformata tenendo conto delle sue raccomandazioni potrebbe contrastare l'ascesa del nazionalismo, del populismo e dell'euroscetticismo, garantire all'UE una stabilità e una prosperità durature e rafforzare la posizione dell'Europa nel mondo. Il dibattito politico sull'UEM e sui suoi diversi pilastri dovrebbe proseguire nell'ambito delle prossime riunioni informali del Consiglio Ecofin e dell'Eurogruppo il 27-28 aprile a Sofia, in occasione della pubblicazione della proposta della Commissione sul prossimo QFP, prevista in maggio, nonché delle decisioni che adotterà il Consiglio europeo del giugno 2018.