European Economic
and Social Committee
Il CESE dà il suo appoggio allo strumento proposto dalla Commissione per proteggere il bilancio dell'UE dalle carenze relative allo Stato di diritto
Il CESE approva l'idea di subordinare l'erogazione dei fondi europei agli Stati membri al rispetto dello Stato di diritto, dei principi democratici e dei diritti fondamentali, ma esorta la Commissione ad apportare modifiche alla sua proposta.
In un parere adottato in ottobre, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore il nuovo meccanismo proposto dalla Commissione europea che consentirebbe all'UE di imporre misure economiche correttive agli Stati membri che non rispettano lo Stato di diritto.
Il Comitato invita però la Commissione a modificare ulteriormente la sua proposta, ampliando il concetto di Stato di diritto per includervi anche la tutela dei diritti fondamentali e i principi della democrazia e del pluralismo.
Il CESE chiede inoltre di essere incluso tra le fonti d'informazione da consultare per accertare gravi carenze riguardo allo Stato di diritto, così da garantire che, nel determinare tali violazioni, si ascolti anche la voce della società civile organizzata.
Preoccupato per il continuo calo del sostegno alle organizzazioni della società civile in alcuni paesi, nonché per l'ascesa del populismo e l'erosione dei diritti umani, all'inizio di quest'anno il CESE ha istituito un gruppo di lavoro sui diritti fondamentali e lo Stato di diritto, dedicato alla tutela dei valori e dei diritti di cui all'articolo 2 del Trattato UE.
L'obiettivo principale della nuova proposta della Commissione dovrebbe quindi essere quello di proteggere i valori dell'UE tutelando gli interessi finanziari dell'Unione, con un meccanismo da attivare automaticamente nel caso di qualsiasi violazione grave di tali valori.
Questa proposta colma una grave lacuna, in quanto prevede un nuovo strumento in grado di reagire a qualsiasi violazione dello Stato di diritto
, ha dichiarato Jukka Ahtela, relatore per il parere sul bilancio dell'Unione e lo Stato di diritto. Oggi, infatti
, ha spiegato, una volta che un paese ha aderito all'UE, non vi sono strumenti efficaci per monitorare in modo adeguato il rispetto, da parte di tale paese, dello Stato di diritto e dei valori europei e intervenire in caso di violazioni
.
Tuttavia, lo Stato di diritto non è un concetto isolato: è uno dei vertici di un triangolo, dove gli altri due sono la democrazia e i diritti fondamentali. La proposta della Commissione dovrebbe quindi essere ampliata in modo tale da coprire l'intero triangolo e impedire così gli abusi del potere statale
ha concluso il relatore Ahtela.
La proposta di ricorrere, in seno al Consiglio, alla votazione a maggioranza qualificata inversa per decidere sulle misure appropriate da adottare contro uno Stato membro che presenti "carenze generalizzate" riguardanti lo Stato di diritto ha incontrato l'approvazione del CESE, convinto che ciò consentirà di ridurre al minimo i potenziali rischi di inazione o di selettività politica insiti in una votazione obbligatoria del Consiglio.
Possono essere considerate "carenze generalizzate" prassi, misure od omissioni quali le minacce all'indipendenza del potere giudiziario, l'omessa prevenzione, rettifica e sanzione di decisioni arbitrarie o illegittime assunte da autorità pubbliche e la limitazione della disponibilità e dell'efficacia di mezzi di ricorso. La proposta consentirebbe alla Commissione di sospendere pagamenti, interrompere termini di pagamento, ridurre gli impegni assunti o vietare l'assunzione di nuovi impegni giuridici, e si applicherebbe a tutti i fondi dell'Unione europea.
Il CESE concorda pienamente con la Commissione che le conseguenze dell'attivazione di tale meccanismo non debbano ricadere su singoli beneficiari dei finanziamenti dell'UE, come ad esempio gli studenti Erasmus, i ricercatori o le organizzazioni della società civile, ma colpire soltanto i responsabili delle violazioni. A tal fine, la Commissione dovrebbe esaminare modalità alternative volte a garantire che i fondi raggiungano comunque i beneficiari designati.
A giudizio del Comitato, inoltre, la decisione della Commissione guadagnerebbe in obiettività e legittimità se si elaborassero criteri più dettagliati riguardo a ciò che costituisce una violazione dello Stato di diritto o dei diritti fondamentali.
In un altro parere adottato nella sessione plenaria di ottobre, il CESE ha accolto con favore la proposta della Commissione di istituire un Fondo per la giustizia, i diritti e i valori, che andrebbe a integrare il suddetto meccanismo di tutela dello Stato di diritto rafforzando il sostegno dei cittadini europei ai valori in questione.
Infatti, il nuovo fondo, articolato in due programmi distinti ("Giustizia" e "Diritti e valori"), sosterrebbe finanziariamente le organizzazioni della società civile che promuovono i diritti e i valori dell'UE coinvolgendo attivamente i cittadini europei in una società inclusiva e democratica.
Il CESE, tuttavia, si è dichiarato non del tutto soddisfatto per l'entità della dotazione finanziaria assegnata al nuovo fondo, chiedendo di aumentarne il bilancio complessivo dai 947 milioni di EUR proposti a 1,4 miliardi di EUR. Di tale bilancio, dovrebbe essere assegnato alla sezione dedicata all'impegno e alla partecipazione dei cittadini un importo pari a 500 milioni di EUR, ossia quasi 100 milioni di EUR in più rispetto a quanto finora proposto dalla Commissione.
Noi riteniamo che le risorse previste non siano all'altezza delle ambizioni investite in questi programmi
, ha dichiarato Jean-Marc Roirant, relatore per il parere in merito al Fondo per la giustizia, i diritti e i valori. Le organizzazioni della società civile hanno un ruolo capitale da svolgere, ma spesso sono proprio loro le prime a risentire dell'insufficienza di risorse. È necessario sviluppare la capacità della società civile di promuovere e difendere i valori europei
.
Il CESE ha chiesto di destinare finanziamenti specifici alle organizzazioni della società civile, assegnando loro almeno il 50 % delle diverse sezioni. Si è inoltre espresso a favore della proposta del Parlamento europeo di istituire un fondo dell'UE che offra un sostegno finanziario per le organizzazioni della società civile che devono sostenere gli oneri di un contenzioso per aver segnalato violazioni della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.