Il CESE chiede misure obbligatorie in materia di piattaforme online per contrastare la disinformazione

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Le piattaforme dei social media dovrebbero essere più responsabili e attenersi a norme rigorose. Il Comitato concorda con la Commissione europea sul fatto che ciò rappresenterebbe un grande passo avanti nella lotta alla disinformazione, ma rileva che la proposta della Commissione manca di misure concrete per il raggiungimento di tale obiettivo. Nel parere elaborato da Martin Siecker e adottato nella sessione plenaria del 19 settembre 2018, il CESE esorta la Commissione ad approvare misure obbligatorie e sottolinea che molte questioni restano in sospeso.

L'aumento della diffusione organizzata di notizie false provenienti da svariate fonti statali e non statali costituisce una vera e propria minaccia per la democrazia: affinché una democrazia funzioni correttamente, infatti, occorre che i cittadini siano bene informati e in grado di effettuare scelte consapevoli basate su fatti attendibili e su opinioni degne di fiducia.

  • La questione dell'identificazione online

Uno dei principali problemi della disinformazione è costituito dal fatto che è praticamente impossibile verificare l'identità delle fonti su Internet. Oltre a ciò, i cittadini e le organizzazioni che operano nel ciberspazio con intento doloso utilizzano false identità. La tecnologia non è né buona né cattiva, ma può essere utilizzata bene o male, a seconda di chi la impiega, - ha dichiarato il relatore Siecker. È per questo motivo che dobbiamo contrastare la disinformazione allo stesso livello e sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie per informare i cittadini in modo sicuro e corretto. L'UE dovrebbe avere un ruolo più attivo, organizzando dibattiti pubblici su una serie di temi connessi alla disinformazione e, in tal modo, contribuendo a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle minacce per la nostra democrazia e ad aumentare la resilienza rispetto alle minacce stesse.

  • Norme vincolanti in materia di piattaforme online

Nel documento dal titolo Contrastare la disinformazione online: un approccio europeo, Commissione ha presentato diverse proposte, ma nessuna di esse prevede misure obbligatorie. La disinformazione può essere contrastata soltanto se vengono adottate e attuate misure più rigorose in materia di identificazione dei soggetti operanti sul web.

  • Il regime di responsabilità giuridica

Il CESE invita pertanto la Commissione a portare a termine i propri lavori sul regime di responsabilità giuridica e ad adottare norme specifiche, in modo che le piattaforme online e le reti sociali siano obbligate ad aumentare la trasparenza e incoraggiate a migliorare la visibilità delle informazioni attendibili e degne di fede.

  • La verifica dei fatti

La verifica dei fatti effettuata da professionisti svolge un ruolo chiave, in quanto si tratta di un primo passo verso la comprensione, la denuncia e l'analisi della disinformazione. Il CESE concorda con la Commissione sul fatto che i membri della comunità dei verificatori di fatti dovrebbero lavorare insieme a stretto contatto tra loro, cooperare nelle reti già esistenti, e includere la rete che opera nell'ambito della task force East StratCom, istituita dalla Commissione nel 2015 per contrastare le minacce interne ed esterne di disinformazione.

Il CESE incoraggia la Commissione a essere più proattiva nel comunicare al pubblico i risultati dei lavori della task force StratCom (ad esempio, promuovendo il suo sito web) e ad aumentarne il bilancio.

  • Questioni chiave in sospeso

Tuttavia, poiché il documento della Commissione non fa riferimento a possibili azioni volte a garantire il diritto fondamentale dei cittadini a un'informazione affidabile e di qualità, rimangono irrisolte diverse questioni importanti, come per esempio:

  • adottare misure di sostegno ai media tradizionali;
  • creare partenariati pubblico-privati per creare piattaforme online a pagamento ma sicure;
  • garantire una maggiore trasparenza ed eventualmente un maggiore controllo riguardo agli algoritmi sottesi ai sistemi online;
  • smantellare i monopoli online per ristabilire condizioni di concorrenza equa.

L'UE dovrebbe pertanto continuare a valutare l'impatto della disinformazione in Europa e a monitorare, nelle future indagini Eurobarometro, la resilienza degli europei nei confronti di tale fenomeno.

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