a cura del gruppo Diversità Europa del CESE
Ho visitato in diverse occasioni Auschwitz-Birkenau, e ogni volta sono stato sopraffatto al pensiero dell'orrore e delle disumane atrocità che gli esseri umani sono capaci di infliggere ai loro simili. Ciascuna di queste visite ha però suscitato in me anche altri sentimenti, di volta in volta diversi. Era forse prevedibile, e anzi auspicabile, che la visita della presidenza allargata del CESE al campo di concentramento, il 12 giugno scorso, fosse per noi l'occasione di riflettere non solo sul passato, ma anche, e lungamente, sul presente e sul futuro.
In questo momento la minaccia populista e nazionalista incombe sull'Europa: basti pensare ai risultati delle elezioni che si sono svolte di recente in Ungheria, Italia, Austria, Germania e Slovenia. Dal 2000 ad oggi il voto degli elettori a forze politiche populiste negli Stati membri dell'UE è cresciuto da una media dell'8,5 % a oltre il 24 %. È indubbio che, per contrastare questa marea che avanza, sia necessario mettere al centro della scena l'Unione europea e i suoi valori. Tuttavia, in quanto istituzione l'UE non può avere la risposta a tutti i problemi. Anche i cittadini dell'Unione e le organizzazioni della società civile europea devono intensificare la loro azione: per entrare in contatto e avviare un dialogo con tutti coloro che sono attratti dalle sirene dell'estremismo - per aiutare al riequilibrio delle nostre società e dei nostri sistemi politici.
Al gruppo Diversità Europa prendiamo molto sul serio questo compito. È una responsabilità che ci dobbiamo assumere, e grazie alle competenze e alla creatività di cui il nostro gruppo dispone continueremo a dare il nostro contributo ad un'Europa pacifica e sostenibile, facendo in modo che il progresso socioeconomico sia controbilanciato dalla riduzione della povertà e dal rispetto per l'ambiente. Saranno i nostri agricoltori, difensori dell'ambiente, PMI, liberi professionisti, consumatori, organizzazioni di tutela dei disabili e degli anziani, e altri soggetti ancora, a "parlare" con e per i cittadini europei. Nell'attività quotidiana svolta al Comitato, ma anche con il loro fattivo contributo al progetto di tabella di marcia del CESE Da Cracovia a Sibiu e oltre, volta a delineare la visione della società civile per l'Europa di domani. Senza dimenticare il convegno che in ottobre il nostro gruppo organizzerà in Austria sul tema Il progresso economico e la stabilità sociale possono servire a curare l'euroscetticismo?' Perché l'Europa significa prima di tutto rispetto reciproco e difesa della diversità. Una diversità che inizia proprio dal nostro gruppo, denominato Diversità Europa.
Arno Metzler
Presidente del gruppo Diversità Europa (III gruppo)