Le istituzioni europee devono guidare l'ottimizzazione dell'industria europea della tecnologia medica, i cui risultati risentono in questo momento dell'eccessiva frammentazione e di pressioni concorrenziali crescenti. È quanto ha affermato il Comitato economico e sociale europeo (CESE) nella sua sessione plenaria dello scorso 14 febbraio.
Nel parere sul tema Le trasformazioni industriali nel settore sanitario, il CESE avverte che la concorrenza è già alle porte dell'Europa. I negoziati commerciali devono quindi garantire una produzione europea al passo con i tempi nella fornitura di un'assistenza sanitaria universale.
"È responsabilità dell'UE razionalizzare il settore della tecnologia medica, raggruppare le iniziative nei paesi e nelle regioni, e mettere il settore in condizione di affermarsi a livello mondiale. In Europa i governi, le imprese di assicurazione, le autorità di regolamentazione, i rappresentanti dei pazienti e del personale medico, e l'industria devono unire le forze per cooperare e sviluppare una strategia comune" ha affermato il relatore Joost van Iersel.
"Inoltre il fattore umano è fondamentale", ha aggiunto il correlatore Enrico Gibellieri. "Il passaggio a un nuovo settore della sanità e dell'assistenza richiede uno spirito di apertura, nuove forme di professionalità e una riconfigurazione dell'attività sanitaria e assistenziale. Bisognerebbe rafforzare il dialogo sociale europeo nei servizi sanitari e sociali, concentrandosi sui programmi di istruzione e formazione e sulla qualità delle condizioni di lavoro."
Se da un lato il settore della tecnologia medica è vitale e occupa tuttora una posizione di avanguardia, dall'altro esso è attualmente posto di fronte a sfide - tra cui le pratiche commerciali sleali e l'elevata frammentazione - a cui occorre dare una risposta adesso, per potersi adeguare rapidamente a un contesto in costante mutamento. (sma)