Il figlio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa nel 2017 mentre era impegnata a mettere in luce la corruzione nel governo, è intervenuto alla sessione plenaria di dicembre del CESE, affermando che un meccanismo di monitoraggio europeo dello Stato di diritto potrebbe contribuire a difendere il giornalismo da tutte le forme di pressione.

"Il Parlamento europeo sta lavorando all'introduzione di un meccanismo di controllo dello Stato di diritto e la nuova Commissione sembra favorevole a tale misura. Dobbiamo dar vita a una vera collaborazione per garantire che tale meccanismo sia incisivo e adatto allo scopo, e che i valori costitutivi dell'UE siano altrettanto applicabili quanto quelli su cui si fonda il nostro mercato unico", ha detto.

Il Presidente del CESE Luca Jahier ha sottolineato quanto il giornalismo libero sia fondamentale per il corretto ed equilibrato funzionamento della nostra società: "La libertà dei media è al centro dei valori cui teniamo. Se i giornalisti sono ridotti al silenzio, lo è anche la democrazia. Le rivelazioni delle ultime settimane hanno confermato quello che Daphne aveva segnalato da tempo, prima di essere assassinata: lo Stato di diritto, nello Stato membro più piccolo dell'Unione, era stato compromesso proprio da chi aveva l'obbligo di proteggere i cittadini di Malta. Da allora altri giornalisti sono morti mentre lavoravano a delle inchieste. Tutti erano impegnati in difesa della democrazia e dello Stato di diritto, e tutti sono morti perché niente aveva potuto ridurli al silenzio."

L'Assemblea ha reso omaggio all'inestimabile lavoro di Daphne, ribadendo unanimemente l'importanza di una stampa libera e sottolineando il ruolo essenziale svolto dai giornalisti nella difesa quotidiana delle nostre libertà fondamentali che, insieme alla democrazia e allo Stato di diritto, contribuiscono alla pace e alla stabilità in Europa. (mp)